Di Fabio Riccio,
Personalmente, in cucina non amo alla follia l’abusato concetto di “fusion”.
Per la musica il discorso è diverso…
In passato, ma anche ora, con la scusa della fusion, anche in locali noti e con pretese “gourmet” si perpetrano abomini alla corretta sintassi della cucina e dei sapori.
Involtini primavera e Nachos messicani con sopra provola fusa, piatti Tex – Mex con abbondanza di rucola e scamorza (sic!), dolmadakia greca con patate fritte…
L’elenco degli orrori pseudo-fusion potrebbe ahimè continuare all’infinito.
Così, un locale dove la fusion non è una fusion, ma al contrario sapori perfettamente orchestrati che strizzano l’occhio a oriente e a occidente, senza omettere una precisa coniugazione del concetto di cucina, mi fa gridare al miracolo.
Forse lo è.
Cu_Cina, una sola elegante sala, essenziale.
Pochi ampi tavoli tondi da condivisione, e dietro una ampia vetrata la cucina, completamente a vista.
Per chi è pigro, o non ha voglia di leggere l’intero articolo, faccio un bignami riassuntivo.
Cu_Cina. Cucina creativa calata nel contemporaneo, però ingredienti, tecniche e ricette coniugano benissimo due differenti e non antitetiche grammatiche del gusto, quella Italiana e quella Cinese, ma non solo.
Da Cu_Cina i sapori di gran parte dei piatti sono più che buoni, e in certi casi, come per i due piatti che ho provato, cioè le animelle con chutney di albicocca, liquirizia e spunzale (scalogno), e il riso acquerello, uovo centenario, lumachine di mare e lampascioni, sensorialmente entusiasmanti.
Partiamo dal primo piatto assaggiato, come sempre senza fotografie, ma con le descrizioni di sapori e sensazioni, come è nello stile di www.gastrodelirio.it .
Eh… si cari lettori, vi assicuro che questa rivisitazione colta con sussurri di oriente di quello che è quasi un piatto feticccio per Roma e il Lazio, da sola vale una cena in questo ristorante, specialmente per me che sono un amante del quinto quarto!
Il sapore per certi versi gentile delle animelle scottate, qui prende slancio dal confronto con i sentori dolci e lievemente acidi dell’albicocca, ulteriormente impreziositi anche dal lieve spin olfattivo & gustativo dello scalogno.
A chiudere questo bel giubileo sensoriale ci pensa un tocco di liquirizia.
Altrove è spesso presagio di annichilimento dei sapori, ma qui, usata con rara e intelligente maestria, diventa il quid che arricchisce e non ottenebra l’erudita sintassi sensoriale del piatto.
Provare per credere…
Il riso acquerello e uovo centenario, lumachine di mare e lampascioni, è senza se e senza ma un piatto sincretico.
L’uovo centenario, baluardo della cucina cinese (con certezza non so di quale delle varie cucine cinesi…), sposa a perfezione un umile frutto di mare, ma anche quello che è un caposaldo alimentare della Puglia, il lampascione, qui il perfetto trait d’union del piatto.
Per la cronaca, di questo riso (quasi un risotto…) ho fatto il bis…
Cu_Cina ha aperto i battenti da non molto in un defilato angolo del centro di Roma in zona Monti, e si è subito fatto notare per la chiara e peculiare idea di cucina della giovane Chef e della valida brigata che dirige.
C’è voglia e spazio per crescere.
In definitiva, da Cu_Cina è stato un gran bel mangiare, una bella cena dai sapori netti, riconoscibili e spesso colti, come nei golosi Baozi (Bao…) di benvenuto, per non dire del servizio impeccabile.
Il bonus gastrodelirante lo assegno però alla intelligente carta dei vini, ampia ma non amplissima, inaspettatamente votata in prevalenza all’universo del “vino naturale”.
Una cosa questa, che al contrario di altri, a noi di Gastrodelirio fa molto piacere!
Cu_cina
Salita del Grillo, 6B
00184 – Roma
Tel. 06 45615220
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?