Nei remoti anni ’60 del secolo scorso, a Napoli trascorrevo quasi sempre la vigilia di capodanno da mia nonna, nel “ventre” di quel Suk che già all’epoca era il quartiere a ridosso della stazione centrale, detto anche “della ferrovia”.
Nelle foto di “archivio”, sono con la brigata di parenti più o meno stretti che smaniosi aspettano la mezzanotte, per partecipare al “rito” del bombardamento di fuochi, botti & defenestrazione di roba vecchia dai balconi che sarebbe seguito.
Una brutta abitudine che successivamente ha preso piede un po’ in tutta Italia.
A tavola invece era rigidamente partenopea la cena della vigilia.
Profusione di pizzelle di varie fattezze rigorosamente fritte, come la montanara o quelle ripiene che mia nonna chiamava “i bocconi del cavaliere“, l’immancabile insalata di rinforzo, spaghetti e, anguille e baccalà fritti, minestre varie, e anche un bel po’ di carne, per esorcizzare gli spiriti dei patimenti del periodo bellico che a venti anni dalla fine della guerra, ancora aleggiavano nei ricordi dell’intera famiglia.
Zamponi e Cotechini iniziavano a farsi strada, ma ancora nel 1967 a casa di mia nonna non erano ammessi.
Ovviamente, dopo tutto quel ben di Dio, nonostante tutti fossero più che sazi, arrivavano i dolci.
Il fulcro erano gli struffoli, dolce sfarzoso per vista e palato, ma anche la pastiera che, nonostante fosse un dolce pasquale, la mia prozia Nina, detta “ZiZia” già che c’era preparava lo stesso anche per capodanno.
Oltre queste due bombe caloriche, i roccocò (dolci spaccadenti), mustaccioli, susamielli, raffiuoli & compagnia cantante…
Però… il sottoscritto, già vittima delle sirene dei consumi di massa, pur non disdegnando i dolci tipici, a modo suo solennizzava l’arrivo del nuovo anno, facendosi una spanciate di una nota crema di nobili nocciole sabaude, molto amata da Nanni Moretti spalmata sui… crackers, rigidamente quelli quelli con granelli di sale in superficie.
Un ricordo indelebile.
Puro godimento per un bambino di sei anni, un anatema per una famiglia napoletana degli anni ’60 del secolo scorso!
Immaginate voi la disperazione del parentame, che con orrore biasimava le mie scelte gustative votate “al contrasto”.
«Ma come fai a mangiare quelle schifezze salate, con sopra una cosa dolce?» – si chiedeva mia nonna…
Vallo a spiegare alla nonna e alle cinque e più prozie il “colto” contrasto tra i cristalli di cloruro di sodio e il dolce suadente nei Crackers e Nutella ®…
Si, ripeto la confessione: all’epoca preferivo Crackers e Nutella ® agli struffoli…
Ora, bastonatemi pure!
Crackers e Nutella ®
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
sempre adorati i crackers con la nutella… ci sono cresciuto quasi.
Uno di quei piccoli sottili piaceri che l’adolescenza mi ha lasciato in eredità
Apparentemente una specie di pazzia gustativa.
In realtà a ben indagare in questo strambo accostamento di strambo poi non c’è tanto.
In cucina a volte gli estremi si sposano.
Meraviglia solo che in un bimbo di sette anni questa cosa piacesse.
Forse era il caso, o forse solo voglia di essere al centro dell’attenzione.
Prima dei 14 -16 anni il gusto non è ancora sviluppato…
Pensavo di essere la sola che da piccola adorava questo inusuale accostamento…
Invece!