Di Fabio Riccio
Supermercato sotto casa, incrocio un ristoratore. Lui fa finta di non conoscermi, ma sa bene chi sono, io lo stesso con lui. Bella forza… non ci hanno mai presentati, ma della cosa non me ne dolgo.
La sua spesa:
-
Dodici confezioni di prosciutto San Daniele di 60 grammi (affettate e incartate singolarmente)
-
Dieci confezioni di pancetta arrotolata (affettate e incartate singolarmente)
-
Mezzo salame milanese.
-
Sei Ventricine intere di piccola pezzatura.
-
Sette (o più…) mozzarelle di bufala.
-
Cinque “fettone” di mortadella da due etti ciascuna.
-
Mezza forma di Pecorino semi-stagionato.
-
Un fettone di più di un chilo di gorgonzola.
-
Quindici scamorze appassite.
-
Tre intere forma di ricotta bovina.
-
Sei pacchi di pasta fresca di vario formato.
-
Vari salumi & formaggi in minori quantità e pezzature.
-
Vari vassoietti di carne già confezionata.
-
Quattro caciocavalli interi ben stagionati.
Il carrello è strapieno, rischia il cedimento strutturale, ma nonostante questo arriviamo quasi in contemporanea in due casse vicine. Scegliere la cassa giusta al supermercato è da sempre oggetto di studi approfonditi. Di solito, il sottoscritto ha l’insana capacità di prediligere sempre la cassa dove la fila è più lenta, che poi spesso è anche quella con la cassiera più antipatica…
Comunque sia, il ristoratore deposita sui nastri scorrevoli il tutto, e alla fine arriva il conto… Più di 400 e dispari euro, pagati in contanti senza battere ciglio.
Fin qui direte voi, tutto bene, no?
Peccato però che il ristoratore, una volta saldato il conto, non si sogni di richiedere la fattura, e non appena fuori del supermercato, appallottola con noncuranza il lungo scontrino buttandolo molto educatamente per terra.
Già, peccato, dimenticavo di dire che il suo ristorante è uno di quelli considerato decisamente “stiptico” per quel che riguarda l’emissione di scontrini e/o ricevute fiscali.
Qualche lettore mi fa’ il conto di quanto potenzialmente ha evaso?
Alla fine (però) due note positive.
-
Il supermercato ha un buon livello di prodotti, e il ristoratore ha scelto con cognizione di causa prodotti non disprezzabili, se non in certi casi proprio buoni.
-
Vicino casa, ci sono anche degli hard discount. Io non li frequento, ma passandoci vicino noto spesso altri ristoratori uscirne con i carrelli pieni.
Ma… come fanno la spesa i ristoratori?
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Ho visto ben di peggio… almeno ‘sto tizio qui (a leggere l’articolo) compra roba abbastanza buona, però…
Ho visto ristoratori rinomati fare la spesa in postacci davvero infimi.
Ho visto ristoratori riciclare avanzi.
Ho visto ristoratori negli hard discount scegliere il peggio…