Classifica di Gastrodelirio delle quattro migliori bevute di fine 2024

Primo e secondo sono al loro posto

Dopo, tutti terzi a pari merito!

Le linee guida delle “classifiche” dei migliori vini di Gastrodelirio sono queste:

  1. Far parte manifestamente del mondo del “Vino naturale”. Quindi, niente vini solo certificati Bio, oppure solo biodinamici etc etc. Punto.

  2. Assaggio votato alla piacevolezza e al godimento emotivo complessivo.

  3. Zero difetti di sorta. Punto. (ancora…)

  4. Bottiglie pagate di tasca propria, solo in qualche caso condivise o offerte.

Classifica di Gastrodelirio delle quattro migliori bevute


Bourgogne Cote d’Or 2019 AOC Domaine Jean Fournier.

Pinot Noir al 100% da viti giovani. Classifica di Gastrodelirio delle quattro migliori bevute

Al Calice è di un bel rubino, e al naso di colpo frutta rossa, prugne e fiori.

Al palato è certamente brioso, ma anche morbido e incredibilmente equilibrato.

Di corpo medio, è succulento, di ottima acidità e di bella persistenza.

Complessivamente, finezza e armonia davvero prossime alla perfezione.

Ed ecco a voi servito su un piatto d’argento uno dei motivi per il quale (non accade sempre, anzi…) mi inchino & genufletto in estatica ammirazione di fronte a capolavori come questo che ci arrivano in calice dai “cugini” d’oltralpe, che mettono insieme cuore e tecnica con tranquilla nonchalance, specialmente quelli dalla (e della) Borgogna.

Si: ogni tanto bisogna volersi bene, ma davvero alla grande.

Mica capita tutti i giorni la fortuna di incontrare una tal opera d’arte enologica sul proprio divenire…

Classifica di Gastrodelirio delle quattro migliori bevute


2° – Terzavia Cuvée VS

Metodo Classico De Bartoli

E’ noto che una bolla metodo classico “naturale” dura & pura praticamente non la si può ottenere senza fare senza “compromessi” o quasi, perché la fase della presa di spuma con lieviti indigeni è sempre un’incognita…

Così, il Terzavia Metodo Classico, un gran Extra Brut siciliano da uve grillo in purezza, quasi un Vecchio Samperi trasposto trionfalmente in bolla… come scrive nel suo sito “l’incontro tra due visioni”, lo poteva tirare fuori dal cilindro solo Marco De Bartoli.

Al naso tanto agrumato, frutta tropicale e folate di macchia mediterranea insieme indizi iodati che sanno di mare e sole, per non dire delle vivide note di affumicato, vera e propria perla di questa bottiglia.

Al palato, succoso e dal perlage ineccepibile che staresti le ore rapito a scrutarlo, la sapidità lambisce cime alte, e con l’evoluzione il Terzavia si fa perfino ancor più persistente ed emozionante per i sensi e, da lì, senza mediazioni approda al cuore di chi lo beve, sempre e comunque la cosa più importante.

Si, il Terzavia forse non è per tutti i palati, ma resta una delle più emozionanti bevute di tutto il 2024!

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Les Vieux Clos Nicholas Joly

Se a mezzogiorno di un giorno qualunque vai in trattoria per gustarti una bella pasta & fagioli e, chiedi all’oste di fiducia se ha un qualche vinello sciuè sciuè per ben accompagnarla…

Lui, sornione e provocatore ti accontenta, e porta in tavola un Les Vieux Clos di Nicholas Joly, una roba che più di uno stellato se la sogna e… la vita, insieme alla pasta & fagioli, d’improvviso torna a sorriderti!

Opulento ed elegante come non altri, è uno Chenin blanc al suo climax sensoriale che, sparge fiori, frutta, mandorle e la tanto vituperata mela cotta, e con l’evoluzione (placida ma mica troppo) anche tanta bella vaniglia.

Di buon corpo, è minerale quanto basta e l’evoluzione lo trasfigura quasi d‘emblée in una bomba per i sensi. Il finale è memorabilmente lungo e persistente e occupa tutti sensi di chi lo beve, obliterando persino la pur buona pasta e fagioli e, fa pensare che è proprio una bella giornata, anche se fuori piove che Dio la manda


Sphaeranera 2015 I Cacciagalli

Rosso Roccamonfina

Ossia… qualche annetto sul groppone e non sentirlo affatto!

Magnifico rosso di Pallagrello affinato in anfora ai piedi del fù vulcano di Roccamonfina dalle parti di Teano (Caserta).

L’esordio è un bel rosso rubino brillante, senza segni o coltellate del tempo. Archetti bellissimi e al punto giusto: l’effetto Marangoni è dimostrato.

Al naso parte con bei sentori vinosi, a tratti ispidi ma placati da svolazzi di viola e rosa che, con l’evoluzione, si accodano a soffi terrosi e di tabacco Latakia.

Al palato è strutturato e avvolgente e, i tannini che qualcuno definirebbe “rustici”, in realtà sono eleganti come non altri. Il finale è lungo e persistente con il rimpianto di avere una sola di bottiglia, perché davvero è un gran bel bere…

Il Pallagrello rosso è un vitigno di grandi potenzialità ma, poco noto fuori dalla Campania e sempre se finisce davvero in buone mani e non “martoriato” troppo in cantina, regala sorsi interessanti e molto complessi sensorialmente. Sphaeranera 2015 azienda i Cacciagalli teano bottiglia e calice in tavola


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