Così, con altri intenti, duettavano negli anni ‘60 Mina e Alberto lupo…
Ricordi musicali a parte, ormai è sempre più difficile trovare caramelle con lo zucchero.
Dalla Treccani.
Caramèlla sostantivo femminile. Dallo spagnolo e francese caramel, che sono dal latino tardo canna mellis «canna da zucchero» (o, più probabilmente dal latino tardo calamellus, diminutivo di calămus «canna»).
1. Prodotto di confetteria ottenuto industrialmente mediante cottura nel vuoto (in appositi apparecchi completamente automatici) di zucchero con aggiunta di glicosio per impedirne la cristallizzazione, e con ulteriore aggiunta all’impasto di essenze e additivi che gli conferiscono l’aroma, il gusto e il colore desiderati.
2.Frutto coperto di zucchero candito.
3.Scherzoso. Lente che, per necessità o per vezzo, si portava incastrata nell’orbita di un occhio; monocolo. ◆ Dimimutivo caramellina.
Ergo, senza scomodare Mina e i salutisti sempre lesti ad impallinare lo zucchero incolpandolo di ogni crimine possibile, ne deduco che tecnicamente e lessicalmente una caramella senza zucchero non è una caramella.
E’ un’altra cosa
Punto
Una caramella per esser tale, deve essere di zucchero, e non me ne importa un fico che (secondo alcuni) mangiare una caramella equivale a mettere in bocca un cucchiaino di zucchero.
Se lo zucchero non c’è, non è una caramella
Punto
Quelle robe lì senza zucchero, logicamente salvifiche per chi ha problemi di indice glicemico e affini, chiamatele in altro modo, magari Teresina o Mariuccia…
Robe dolci con scritto a caratteri cubitali sull’incarto “senza zucchero” ormai di ogni gusto, forma e colore.
Da quelle verdine agli asparagi, a quelle rosa/verde all’aroma di mortadella & pistacchio, per finire con gli angoscianti mix di oscure erbe dai nomi impronunciabili che arrivano quasi sempre dall’altro capo del mondo, alla faccia del km zero.
Le “povere” caramelle di zucchero manco fossero veleno iniziano ad essere celate in negozi e supermercati negli angoli più bui e, per non atterrire gli incauti acquirenti, il saccarosio tra gli ingredienti è dissimulato in caratteri minuscoli.
D’accordo, l’abuso di zuccheri non è un bene per la salute di chiunque, ma anche l’abuso di dolcificanti, per quanto “naturali” e certamente meno sgangherati per gusto della odiata saccarina, non è il massimo.
Però, mica ingollo caramelle a go-go, anzi timoroso come sono delle reprimende del mio dentista, ma, se ho il ghiribizzo di un po’ di dolcezza voglio ne gusto magari una sola, ripeto una di numero, ma ri-go-ro-sa-mén-te con lo zucchero!
Le caramelle con lo zucchero rischiano l’estinzione per colpa del solito e ideologico salutismo di facciata, brandito come un’arma proprio da quelli che sono i primi ad ingozzarsi di soft drinks gassati & pieni di ogni possibile variante dello sciroppo di glucosio…
C’è speranza però… le gelatine di frutta (creano dipendenza peggio di certe droghe!) sono ancora in buona parte ricoperte di veri granelli di zucchero, e una notissima e storica caramella elvetica, pur se declinata anche lei in versione senza zucchero, resiste nella sua originale ricetta, cioè con lo zucchero!
caramelle non ne voglio piu
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
faranno anche male , ma le ginevrine ve le ricordate ?