Di Fabio Riccio,
L’unico vocabolo per descrivere quanto visto, provato e assaggiato ai Campionati della cucina Italiana svoltisi dal 16 al 19 Febbraio 2019 nei padiglioni della fiera di Rimini, all’interno di Food&Beer Attraction, è uno solo: Chapeau!
Non è cosa di tutti i giorni incrociare più di di 1500 Toques blanches da tutta Italia (e non solo), noti e meno noti che si sono alternati sul palco per le gare – singolo e squadre – cucina fredda, calda, pasticceria da ristorazione e cucina artistica, in quattro giorni fitti di gare, con ben quattro cucine allestite per le competizioni a squadre, sei laboratori per le gare dei singoli, e ben quarantacinque giudici impegnati per scegliere i migliori cuochi italiani di categoria.
Oltre questo, sono stati ben sessanta gli show cooking, in buona parte mirati alla valorizzazione dei prodotti nostrani, nell’ottica di educare i cuochi al rispetto e alla conoscenza, non solo tecnica dei prodotti.
Insomma… numeri da capogiro ai Campionati della cucina Italiana 2109, ma anche tanta qualità.
Partiamo allora da questo, analizzando in termini generali il livello, le idee e la qualità generale di quel che era nei piatti in questi campionati, dove lo scrivente, membro della giuria stampa, ha avuto l’onore (e il piacere) di partecipare per la prima volta.
Dal punto di vista del “gusto”, quel che si è visto ed assaggiato ai campionati della cucina Italiana 2019 di Rimini, è stata una cucina matura, immediata, nella gran parte dei casi fatta di sapori netti, distinguibili e ben calibrati.
Cotture impeccabili con e senza l’ausilio delle moderne tecnologie, nessun abuso di spezie o di condimenti inutilmente coprenti, nessun gusto stridente o al contrario, furbescamente ammiccante.
Tutto questo ha regalato ai sensi una idea di cucina moderna, ponderata e (ben) costruita, una cucina che “funziona bene”.
Insomma, tanti bei piatti che pur se diversi per “scuole” e tendenze, sono tutti riconducibili all’attuale panorama della (nuova) cucina Italiana.
Così, al netto della dose di spettacolarità, irrinunciabile in questi anni quando si affronta l’argomento “food”, e alle inevitabili differenze di opinioni tra giudici e giurie, compresi anche gli scivoloni da ansia di prestazione di qualche Chef, nella gran parte dei casi ho assaggiato piatti intelligenti dove il rispetto alla lettera di sintassi & grammatica della cucina era evidente, così come le mise en place impeccabili per geometrie e cromaticità. Punto.
Insomma… naso, palato, vista, e perché no, il tatto, visto che qualcosa l’ho assaggiata con mano, ringraziano!
Punto.
Una kermesse che funziona.
Tirando così le somme, i campionati della cucina Italiana 2019 sono stati un successo per la FIC (Federazione Italiana Cuochi) che li ha organizzati, ma anche una golosa e costruttiva esperienza per chi come il sottoscritto vi ha partecipato attivamente come giudice.
Un successo non solo per i “grandi” numeri, ma per caratura tecnica e creativa della maggioranza dei concorrenti e delle squadre presenti.
Si, campionati davvero belli, e i miei complimenti oltre a chi ha partecipato, vanno anche a tutta la complessa macchina organizzativa della FIC (federazione Italiana cuochi) che ha ben organizzato l’evento, senza particolari incertezze o sbavature.
Si, a costo di essere ripetitivo, ribadisco che la cucina Italiana nel suo complesso è davvero in gran spolvero.
Per fortuna.
La considerazione finale invece, la dedico ai bravi cuochi, e a quanto realizzato dalle varie brigate di cucina incrociate a tavola durante questi campionati.
Cari chef che avete partecipato ai Campionati della cucina Italiana 2019, non limitatevi ad essere solo dei bravi, magari bravissimi, inventori e assemblatori di bei sapori & calorie, come già siete.
Per migliorarvi ulteriormente, qualche volta provate a mettevi nei panni di chi è dall’altra parte dei piatti, e tentate la carta dell’emozione che è la vera forza di una cucina.
La piacevolezza e le emozioni, sono sempre legate a doppio filo…
Arrivederci ai campionati della cucina Italiana 2020!
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?