Di Fabio Riccio
Conversazione “origliata” per strada, casualmente tra due gentili signore, presumibilmente casalinghe (più o meno disperate) – età dai 30 ai 60 anni, verosimilmente già nonne, abbigliamento casual, smartphone sempre a portata di mano, o meglio: di polso & dita…
Dopo i convenevoli di rito, alias baci & abbracci come se le due non si vedessero da 150 anni…
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Che fa di bello tua figlia?
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Sapessi…
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Qualcosa di bello?
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E’ diventata una grande pasticciera esperta di cake design.
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Oddio che bello!
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Si, si, bello davvero.
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Pensa: la settimana scorsa ha anche vinto il campionato di Roccacannuccia di sopra per il miglior dolce! Siamo andati in macchina tutti con lei, perfino mio marito!
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Davvero dici? Ma allora è veramente brava, per smuovere tuo marito da casa ce ne vuole…
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Si, guarda, lei ha da quando ha iniziato a studiare (sic) il cake design ha imparato a fare cose davvero incredibili, bellissime.
Il dolce che ha vinto la gara era una torta tutta rosa con una Peppa Pig fatta di zucchero a velo insieme a Papà pig che guida la macchinina, poi ci ha messo tutti i cartelli stradali, anche quelli di stop e di divieto di sosta, poi ci ha messo anche le macchie di fango dei maialini, proprio come in televisione. Tutto di zucchero e altro, fantastico!
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Che meraviglia…
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Si, non per vantarmi ma mia figlia è troppo brava.
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E la torta come era, buona?
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Non lo so… normalmente ‘ste cose mica si mangiano, sarebbe un peccato, le si fotografa, si fa’ il filmino e magari si prova a conservarle, alla fine è un po’ come i confetti, durano tanto…
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Quindi i dolci del cake design non si mangiano?
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No, almeno quelli di mia figlia no.
A questo punto, dopo altra dose di convenevoli le due si salutano caldamente, e telefonino ben stretto nelle reciproche mani, vanno via.
Basito.
Incredulo.
Incavolato.
Sulla scorta di questa conversazione “carpita” fortunosamente, se ancora avevo qualche dubbio sulla natura del cake design, se ancora qualche residuo di scetticismo albergava nel mio cuore, beh… è volato via come una foglia secca al vento
La dichiarazione della signora molto fiera della figlia, che testualmente dice “è diventata una grande pasticcera di cake design” in primis mi ha fatto rabbrividire, poi mi ha fatto molto, ma molto pensare…
Prima di tutto: avrà la signora idea di cosa è realmente la vera pasticceria?
Secondo: saprà mai come si diventa un grande pasticciere, e cosa si deve saper fare per meritare cotanto titolo?
Ancora – ma ‘ste due donne avranno mai sentito nominare queste parole: “gusto & godimento”?
Eppure… sono parole con le quali ogni bravo pasticcere che si rispetti fa sempre i conti.
Partiamo da questa ipotesi.
Visto che… la ragion d’essere di un dolce è quella d’essere buono e di regalare a chi lo mangia momenti di godimento, e magari di estasi dei sensi, come la mettiamo con gli “adepti” del cake design che queste cose le mettono in secondo piano, oppure bellamente le ignorano?
Con il massimo rispetto per chiunque, anche per gli appassionati di questa chiamiamola… “disciplina”, il cake design in mia opinione è l’ennesima prova che in questa nazione l’apparenza senza sostanza, con il bonus di troppe concessioni (visive) al cattivo gusto estetico e alla pura teatralità fumettistica da cartolina, impera. Stop.
Il dolce si ammira e non si mangia… piacerebbe al Tafazzi.
Per fare siparietti o mini-sculture, e spacciarli per dolci golosi quali quasi sempre non sono, non è meglio divertirsi e creare con l’argilla, la plastilina, la pasta di sale, le resine epossidiche oppure per i più pigri il caro vecchio DAS che si usava a scuola già negli anni ’60 del secolo scorso?
Perché scomodare lo zucchero e altre sostanze (potenzialmente) commestibili per fare “presepietti” quando in giro ci sono materiali più consoni?
Forse, chi si è avvicinato al cake design non sa che l’alta pasticceria, al contrario della cucina, è molto vicina all’essere una scienza esatta, nel senso che dosi e proporzioni sono da rispettare al milligrammo, pena il trasformare quel che potrebbe essere un gran dolce in un qualcosa di mediocre, o peggio ancora in un qualcosa buono solo da buttare dalla finestra.
E invece? Si arriva al paradosso che gli amanti del cake design spesso non mangiano neanche le loro creazioni.
Orrore!
Chissà… se la Teppa Pig & famiglia della figlia della signora, sarà stata (anche…) commestibile, oppure se assaggiata (da che si inizia? – dai cartelli di divieto di sosta?) si sarà rivelata come un valido aiuto per certi casi ostinati di stipsi resistenti ai lassativi…
Non voglio bamboline, torri di Pisa raddrizzate, Panda tristi e improbabili gattini sui dolci, voglio solo sapori & golosità da mangiare, di certo ben presentati ed elegantemente eseguiti, ma da magiare sul serio, non di quelle “che se vuoi… le puoi anche mangiare”!
Una moda che passerà?
Chissà, in ogni caso il Cake design rispetto alla nobilissima arte della pasticceria mi sembra una pura e semplice aberrazione. Stop.
So bene di essere fazioso e controcorrente, ma sono davvero stufo che si trasfiguri e trasformi qualsiasi cosa, (pasticceria inclusa) in sola ed esclusiva apparenza (non uso la parola estetica che ha una sua dignità).
E poi… da gastrodelirante, voglio gridare al mondo che il cake design non mi piace, per nulla!
Voglio dolci buoni e veri, e un Pasticciere vero, con la P maiuscola!
A-ridatemi il formidabile Essenza di Niko Romito…
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Anche a me questa storia del cake design puzza molto di moda, mania e operazione commerciale.
Con l’arte pasticcera, nobile e complicata, il cake design non ha nulla a che spartire.
Sono figlio e nipote di pasticciere, e anche se nella vita faccio altro, fin da quando ero piccino ho respirato gli effluvi di pasticceria, quindi credo di poter dire questo con assoluta cognizione di causa.
Saluti,
Massimiliano
Finalmente qualcuno che a chiare lettere dichiara che il “cake design” con l’arte pasticcera ha poco a che spartire…..
Finalmente qualcuno che grida a chiare lettere quello che in tanti pensano, cioé che il cake design è una c****a pazzesca, altro che pasticceria… Qui siamo al livello dei bimbi che giocano con la plastilina, e trovano anche chi gli dice che le loro robe sono belle… Bahhhh io preferisco una bella sacher!!!