Di Fabio Riccio
L’estate è ormai iniziata, maglioni, cappotti e affini sono già al sicuro nei loro cassetti, insiemi agli sci e all‘albero di Natale. E’ giusto che sia così.
Invece, il sottoscritto senza (per ora…) godersi troppo spiagge & ombrelloni, lo scorso fine settimana si è trasferito a Roma come membro della giuria di Emergente Centro 2014, la kermesse “gastrodegustatoria” che sul Lungotevere Maresciallo Diaz, ha in coronato il migliore (in questo caso due…) giovin cuoco scalpitante del centro Italia vedi anche – https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/emergente-centro-2014/2014/07/ .
La manifestazione culinaria però era “ospitata” all’interno di… un altra bella manifestazione, vale a dire il Birròforum – festival della birra artigianale e del cibo di strada – vedi – https://it-it.facebook.com/birroforum
Beh… ragazzi c’è poco da dire, pur se impegnato in una tre giorni di tornate di assaggi compulsivi (anche 18 piatti in una sola serata), cosa da stordire Pantagruel o il Poldo di braccio di ferro, (ma non il sottoscritto), mi sono permesso nei tempi morti (e non…) un giro di assaggi di quanto di meglio il mondo brassicolo nazionale mi veniva a proporre giusto sotto il naso.
Dopo vari assaggi “orientativi” le mie preferenze sono state per due birre di due birrifici molto lontani tra loro (logicamente artigianali!) non solo geograficamente, ma anche come filosofia complessiva.
Per dissetarmi e bere a garganella in maniera di classe e, (lasciatemelo dire…) gastrodelirante, mi sono spostato di pochi metri dal tendone che ospitava la giuria, fino verso l’affollato gazebo del Birrificio di Cagliari.
Ammetto che scoprire questo birrificio è stata una piacevolissima sorpresa, ma ancor più sorprendente è stato lo scoprire tra le varie birre proposte alla mescita, la Figu Morisca, parola che per chi non mastica alla perfezione la lingua dell’isola dei quattro mori, è semplicemente il fico d’India.
Cosa dire… loro si scherniscono definendola “Birra stagionale”, il che ci sta anche bene, ma in realtà è una molto ben strutturata birra alla frutta ad alta fermentazione, rigorosamente non filtrata e non pastorizzata, dal giusto grado alcolico sui 5° e qualcosa.
Beh… non so’ quanti siano il lettori gastrodeliranti in terra di Sardegna, ma la Figu Morisca si è rivelata davvero un portento! Beverina e diabolicamente accattivante che ne berresti tutto il fusto, con il fico d’India che si sente, eccome, e ci sta bene, benissimo, rendendola interessante non poco, ma riuscendo anche a raccontare nel calice tutta la sua terra e la sua città di nascita.
Siete mai stati a Cagliari al bastione di San Remy in qualche rovente pomeriggio estivo a spiare la città dall’alto? Beh… io quando l’ho fatto, avrei voluto farlo con in mano un calice di birra come la Figu Morisca, birra perfetta si’ per spegnere l’arsura, ma anche dal gusto complesso e che pesca a piene mani nel territorio. Peccato che all’epoca dell’ultimo mio raid cagliaritano, non conoscessi ancora il Birrificio di Cagliari, oppure chissà… magari all’epoca la Figu Morisca non l’avevano ancora ideata & prodotta…
Ma non di solo dissetarsi si vive… noi giurati di Emergente centro 2014, come già detto prima avevamo l’arduo (eufemismo…) compito di giudicare i piatti preparati dai giovani aspiranti-emergenti-cuochi. Logicamente, visto che parliamo di parecchi chef dagli stili e dalle esperienze ben diverse, i sapori proposti erano davvero molteplici. Da un piatto all’altro si passava rapidamente dal dolce all’acido, dal salato all’amaro etc etc.
In situazioni come queste, il palato del degustatore è messo alla prova e stimolato di continuo. Non è faccenda semplice con in bocca ancora un determinato sapore, magari acido e avvolgente, passare in pochi minuti ad un sapore dolce di una crema o di una spuma, o al sapido di qualche minestra vegetale.
In questo caso, viene in aiuto l’esperienza che consiglia tra un piatto e l’altro di bere sempre qualcosa.
Quindi, indi & poscia, un bel sorso di birra (artigianale eh…) tra un piatto e l’altro è d’uopo.
Tenetevi forte… a Birròforum ho trovato una birra “Lambic-style” fatta da un piccolissimo birrificio artigianale – la Birra Pentra di Cusano Mutri – in provincia di Benevento ai piedi del Matese, quasi al confine con il mio Molise. Il sito internet è in costruzione (www.birrapentra.it) e la pagina Facebook pure… però per i più curiosi in rete c’è un bell’articolo su questo birrificio vedi – http://www.nonsolobirra.net/content/view/1223/34/1/0/
Allora: premetto che sono un gran tifoso delle birre dal gusto “acido”, e adoro in linea di principio le fermentazioni “spontanee” – però, l’idea che qualcuno produca una birra stile “Lambic” ai piedi del Matese, idea che a prima vista potrebbe sembrare velleitaria e volutamente eccentrica, nei fatti non si dimostrata tale, anzi.
Questa “Lambic-style” non ha neanche un nome, è prodotta “sperimentalmente” e… non venduta nel paese dove ha sede il birrificio, questo per motivi di gusto e… di prezzo.
Ebbene si, cari lettori gastrodeliranti, purtroppo in Italia c’è ancora molto da lavorare per convincere il grande pubblico che un buon prodotto artigianale (birra compresa) ha il suo costo, che è quasi sempre superiore a quello del suo omologo prodotto industriale (la cosiddetta Birra da “passatella”).
Questa “Lamibc-style” con lieviti “selvaggi” e autoctoni del Matese, si è rivelata semplicemente perfetta per i compiti che il sottoscritto gli ha assegnato, cioè in primis quello di ripulire (piacevolmente) la bocca dai residui gustativi dei piatti assaggiati, e poi di dissetare in maniera non banale.
Infatti, al palato la “Lamibc-style” del Matese ha mostrato da subito una complessità mica da ridere, pur senza arrivare a certi parossismi di acidità di certe belghe più blasonate, ma ha anche espresso quel tipo di finezza che ti porta a tornare continuamente sul bicchiere, con il bonus di una chiusura di ineccepibile pulizia. Vi sembra poco?
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?