Di Fabio Riccio,
Primo avviso ai naviganti: se incrociate questo vino sul vostro percorso, e se a tavola siete almeno in due, poche ciance: ordinatene subito due o più bottiglie.
Perché… il Birbo 2018 dell’Azienda Agricola Farnea di Marco Buratti è uno di quei vini che estrinsecano al 100% il concetto di “vino gastrodelirante”, ovvero un vino che non hai ancora terminato la bottiglia, e che già pensi di ordinarne un’altra.
Anzi, qui, siamo oltre, cioè, basta già 1 cc del Birbo 2018, e già la seconda bottiglia arriva…
Secondo avviso ai naviganti: sconsiglio il Birbo 2018 alle solite categorie di “bevitori” – virgolette & corsivo d’obbligo, perché il vero bevitore, beve… – cioè sommellier e enofighetti firmati da capo a piedi e istituzionalizzati oltremisura, con paraocchi & lavandino sempre a portata di bottiglia.
Compagni ‘co i piccioli in giacca di tweed – come dicono a Palermo – signorine coscialunga in minigonna & tacco 15 (quelle che il calice lo portano solo a spasso, e il vino non lo assaggiano mica, neanche sotto tortura) e per finire, lo sconsiglio caldamente a tutti i supertecnicisti del vino, alias quelli che sbraitano come un vinile incagliato che il vino è scienza.
Ecco, sgombrato il campo, il Birbo 2018 potrebbe apparire come un vino “ingenuo”, non lo è, affatto.
In realtà, è solo un succo d’uva molto ben fermentato, che fregandosene di tutto e tutti, salta i sensi e va dritto al cuore di chi lo beve, che è quello che dovrebbe fare ogni buon vino…
In azienda, in quel di Villa di Teolo (Padova), zona Colli Euganei, che significa un terroir particolare con il bonus dell’origine vulcanica, seguono una linea semplice, cioè fare artigianalmente vini fortemente riconoscibili da bere in allegria e scioltezza, a volte un po’ (ma che bello!) fuori dai binari, rigorosamente senza chimica & enoporcate né in vigna, né in cantina – solo un po’ di zolfo e rame – ma solo se proprio serve…
Andando a quel che c’è in calice, prima di tutto il Birbo 2018 è un “orange” non troppo orange, diciamo… giallo arancio luccicante, nonostante i dieci giorni in cemento sulle bucce, e la mancanza di filtrazione che dona ulteriore complessità a questo blend di Malvasia, Tocai e altri vitigni aromatici della zona.
Al naso il Birbo 2018 è subito… birbo.
Prova a fare un po’ lo scorbutico, anche per quel quid di volatile che vola via presto, ma poi diventa terroso con bei richiami di fieno che, con il passare dei minuti (e il riscaldarsi della nostra bottiglia servitaci un attimo troppo fredda), lasciano posto a una bella aromaticità, pepata e tabaccosa, quasi come quella di certi Virginia da fiuto.
In bocca invece, è già da subito morbido e saporito (ripeto: sa-po-ri-to) che sembra quasi di addentare una albicocca matura e sugosa al punto giusto, un gusto pulito che sa davvero di vino, non di elucubrazione di qualche enologo in cerca di notorietà…
Il finale è lungo, e permettetemi il termine, lussureggiante, con mandorle, salinità, alcol e acidità al punto giusto.
Ecco, è proprio buono, e ha fatto star bene noi che lo abbiamo bevuto pasteggiando a pane & prosciutto, discutendo amabilmente dei massimi sistemi!
“Naturale?” Si, grazie, provare per credere!
Azienda Agricola Farnea di Marco Buratti
Via Farnea, 26
35037 – Teolo (PD)
Tel. 049 9902968
https://www.facebook.com/farnea.it/
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Ci possono essere anche delle persone che hanno fatto e passato con interesse e passione corsi di sommellerie e magari corsi WSET avanzati, che magari amano pure vestire in modo ricercato, che di vino ne capiscono, compresi stili non convenzionali… Chissà, magari anche come e più di certi che scrivono… Trovo beceri certi anatemi lanciati Urbi et Orbis, probabilmente per lenire certe insicurezze o mali propri.