Di Fabio Riccio,
Il Montepulciano (d’Abruzzo) è il vitigno principe della regione.
Presente e diffuso in tutte e quattro le province dell’Abruzzo, questo vitigno è stato l’artefice della viticultura regionale, ma anche il traino che ha permesso e consolidato la trasformazione di tutta la filiera vitivinicola abruzzese in una vera e propria industria che crea reddito, occupazione e benessere.
Il Montepulciano d’Abruzzo è una storia di successo tutta italiana.
Però, c’è Montepulciano e Montepulciano.
Eh… si, come quasi sempre accade tutte le volte che un qualcosa ha il suo (meritato) successo, c’è sempre l’altra faccia della medaglia che non tutti riescono a cogliere.
Il punto è: ma… siamo sicuri che proprio tutte le centinaia di aziende grandi e piccole che sfornano bottiglie di Montepulciano d’Abruzzo, interpretano questo vitigno in maniera rispettosa e, permettetemi il termine forse qui non del tutto appropriato, filologicamente?
Purtroppo in anni di assaggi di tanti e tanti montepulciani, mettendo da parte i soliti e pochi “grandi nomi” di punta, mi sono reso conto che anche questo vitigno ha iniziato ad essere vittima del suo successo, subendo da parte di più produttori un vero e proprio processo di mistificazione e appiattimento, che lo sta trasformado in altra cosa, il tutto giustificato(?) da alcuni a mezza voce, come al solito… come “stare dietro alle nuove tendenze”.
Quali poi ancora non riesco a capirlo.
Mistificazioni… nel senso che a causa della troppa invadenza di chimica e tecnologia, meglio dire alchimie, pur se consentiti dalle leggi vigenti in vigna e in cantina (eufemismo…), quel che a volte ci si ritrova nel calice talvolta è troppo lontano dal carattere originario del Montepulciano d’Abruzzo.
Tutto qui. Ausonia Apollo Montepulciano.
Così, quando, per fortuite (o cercate) ragioni mi capita sotto mano qualche bottiglia di qualcuno che ha deciso di interpretare questo vitigno in maniera rispettosa, vale a dire senza trasformarlo in marmellate alcoliche dal colore rossastro spacciate per vino, o in vinelli sciuè sciuè da signorina firmata in tacco 12, non posso che togliermi il cappello, e godermi con la giusta calma la bottiglia nel miglior posto che conosco al mondo per questo: la cucina di casa mia!
E’ li che ho la giusta dimensione.
E’ li ho la mia sedia, il mio tirabusciò preferito e tutte le mie cose.
Ausonia Apollo Montepulciano d’Abruzzo 2014.
Azienda incrociata a Naturale 2017, piccola e agguerrita manifestazione abruzzese, che ogni metà maggio, da anni ce la mette tutta per divulgare il pensiero che un altro vino è possibile…
E così, dopo un frettoloso ma non distratto assaggio nella piacevole baraonda domenicale di Naturale 2017, metto mano al portafoglio, e per la corretta cifra di dieci euro mi porto a casa una bottiglia di Ausonia Apollo Montepulciano d’Abruzzo 2014.
Non una bottiglia, ma una boccata di aria fresca.
Vi confesso che era parecchio che non mi capitava sotto mano un Montepulciano d’Abruzzo fatto con tutti i crismi (quelli miei però…).
Si: questo Montepulciano, che arriva dalle belle colline tra i “calanchi” di Atri nel Teramano mi è piaciuto, molto.
Una gran bella scoperta. Stop.
Semplice, lineare, concreto, pur meritandosi l’aggettivo “robusto”, non è, e non vuole essere uno di quei “vinoni macchiatovaglie” ma solo un vino che senza cosmetici interpreta bene il vitigno e il suo terroir, questo sempre inteso nell’accezione francese del termine.
Rubino amabile che sfuma al violaceo, bello & piacevole, al naso è subito energico quanto basta per raccontare di frutti rossi e di un po’ di liquirizia che, con l’evoluzione sfumano in un agrumato sommesso e spezie (pepe bianco in primis).
La bocca si rinfranca è subito pieno, succoso e mobile, ma anche secco e beverino nello stesso tempo, acido quanto basta, e gioca anche bene la carta alcolica (13°) che garbatamente duetta con i giusti e vividi tannini.
Il finale è lungo a sufficienza e di grande pulizia, non stereotipato.
Molto in poco? Ausonia Apollo Montepulciano
Non direi… ma ad averne di altri vini così!
Due parole su chi fa questo vino…
Anche se in (questa) etichetta non è specificato, l’azienda Ausonia è biodinamica e si attiene al disciplinare Demeter® quindi, anche se con i vari distinguo, il tutto rientra a pieno titolo nella famiglia dei “vini naturali” (virgolette sempre d’obbligo per non incappare negli strali della legge).
Quindi… sia in vigna che in cantina si lavora decisamente puliti, acciaio e nessun eccesso di solforosa aggiunta, niente filtrazioni, e lieviti indigeni per le care belle fermentazioni spontanee che sembrano far paura a tanti eno-soloni.
Una bella storia.
C’è etica in tutto questo…
Se poi volete sapere ancor di più tecnicamente su questo specifico vino, e magari sul resto dell’azienda, qui c’è il link con i tutti dettagli. http://www.ausoniawines.com/product/apollo-montepulciano-dabruzzo-d-o-p-fermentazione-spontanea/.
Azienda Agricola Ausonia
C.da Nocella, 64032 Atri (TE)
Tel. 085 9071026
Cell. 340 232 9860
Ausonia Apollo Montepulciano
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?