I suoi vini oltre ad estrinsecare carattere e scelte, specialmente etiche, sono la dimostrazione lampante che bere “naturale” è cosa sana & giusta!
Punto.
Scelte, per nulla casuali o modaiole, supportate da una competenza tecnica a prova di scettico, oltre che da una grandissima dose di onestà intellettuale.
L’ennesima prova di questo è stata una gran bella “cena stellata” dove, il suo Ammàno ha sfoggiato anche gran doti di ecletticità, ben assecondando (in qualche caso contrastando) i tanti ed eterogenei sapori delle portate.
Per la cronaca, l’ Ammàno di Marilena Barbera è figlio di uve zibibbo in purezza, qui declinate in “secco”, alias senza l’ombra di mielosità alcuna, nelle sue vigne in quel di Menfi (Agrigento) e, come altri vini di questa vignaiola, è “in tiratura limitata”.
Per quale motivo si chiama Ammàno?
Cuore e testa corrono veloci tra impennate e spigoli sensoriali perché l’ Ammàno è fatto interamente a mano, dall’acino all’etichetta, senza macchinari, additivi o prodotti enologici di sintesi, in breve… senza ne’ enoporcate ne’ esoterismi alla Cagliostro.
Al calice debutta con un bel dorato appena velato, ma limpido quanto basta.
Al naso, dopo le prime di quelle che saranno le tante piroette sensoriali di questo vino, ginestra, zagare e note balsamiche con il timo nelle vesti di primo attore, il tutto frammisto a netti richiami di nocciola, questi ultimi con l’evoluzione più evidenti.
In bocca invade letteralmente i sensi: secco, vibrante e sempre cangiante, godibilissimi anche i continui rivolgimenti ad ogni sorso.
Belle le note salmastre che hanno il loro climax nel lungo e godibilissimo finale, dalla beva tesa ed elegante.
In conclusione, un gran bel bere senza l’ombra di difetto alcuno, perfetto compagno di una ottima cena, ma anche cartina di tornasole della bontà di un lavoro capace di far splendere quel che dalla vigna passa al bicchiere, e dal bicchiere dritto al cuore, con grazia e naturale disinvoltura.
Provatelo, e come per quasi tutti i bianchi, per goderne al meglio, non osate ibernatelo come certi sciagurati patentati fanno con qualsiasi nettare di bacco dal colore chiaro, anatema!
Semplicemente, fatevelo portare fresco sui 10 – 12°, e se come è capitato a noi, cenate all’aperto con una temperatura esterna sui 28°, rapidamente arriverà a 16°/17°, in mia opinione la (sua) temperatura ideale, magari stabilizzata da sporadiche immersioni nel cestello del ghiaccio.
Dal sito www.cantinebarbera.it
«Ho fatto un vino che alla fine si è fatto da solo, e continua a farsi in bottiglia giorno dopo giorno: un vino vivo, che cambia di continuo proprio perché vive, e non c’è niente da fare. E proprio in questo sta la sua bellezza, che ti può piacere oppure no, ma è lui che ti guida e ti dice dove vuole andare, e tu puoi solo cercare di capire.»
Azienda Agricola Barbera s.s. di Marilena Barbera & C.
Contrada Torrenova SP 79
92013 – Menfi (Agrigento)
www.cantinebarbera.it
info@cantinebarbera.it
Tel. 0925 570442
Fax 0925 78248
Ammàno di Marilena Barbera
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?