Di Fabio Riccio,
Dai commenti sull’articolo intitolato – Andrea Sapori montani a Palazzolo Acreide (SR).
Vedi – https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/andrea-sapori-montani/2018/08/
Buongiorno, sono un ristoratore toscano, mica uno famoso, ma mi difendo bene come clienti e lavoro e ogni tanto mi tolgo anche qualche soddisfazione.
Da qualche tempo seguo anche il vostro sito.
Mi piacete perché trattate l’argomento del cibo e del vino con uno stile diverso, a volte un pochino troppo tecnico, ma sempre interessante, e non raccontate le solite storielle di quanto è buono tizio che fa il miglior sugo del mondo, o di quando la nonna del mi cugino faceva i biscottini che ora non si fanno più.
Volevo farvi però un appunto, perché quando scrivete di ristoranti quasi sempre cercate il pelo nell’uovo, ovvero cercate sempre qualche difetto o particolare che non va?
Un problemino può capitare anche ai migliori, no? E’ propio il caso di dirlo e farlo notare?
Grazie a tutti voi e buona giornata!
Grazie signor Arturo, e mi perdoni se rispondo utilizzando il suo pubblico commento come spunto… a proposito di critica gastronomica
Su www.gastrodelirio.it, quando scriviamo in dettaglio di un ristorante non cerchiamo per partito preso il pelo nell’uovo, ma semplicemente proviamo a fare critica gastronomica seria e costruttiva, cosa ben lontana dalle tante “marchette” che imperversano in rete, dove tutto è bello, splendente e buonissimo come nel paese dei campanelli.
Siamo, vogliamo e intendiamo rimanere differenti. Punto. a proposito di critica gastronomica
Per quanto riguarda i ristoranti, scriviamo solo dove siamo stati personalmente, se possibile in anonimato.
Siamo dell’opinione che la VERA critica gastronomica la si può fare SOLO assaggiando e valutando. Stop. a proposito di critica gastronomica
Nel nostro provare a far bene critica gastronomica costruttiva e non distruttiva, e nel fare da divulgatori su cibo e vino, abbiamo tre punti fermi, inderogabili.
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Mettere da parte preferenze di gusto e/o simpatie umane, per provare ad essere obiettivi, e di conseguenza autorevoli.
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Scrivere in maniera efficace in buon Italiano, modulando bene il linguaggio, specialmente in tempi dove dopo tre righe lette il lettore medio si stufa e clicca altrove.
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Controllare certosinamente la veridicità dei dettagli di quanto scritto, confrontando almeno tre fonti attendibili e non di parte.
Il critico gastronomico elabora in primis un giudizio complessivo sul cibo e sullo “stile” del ristorante. Dopo, e solo in certi casi, anche su singoli piatti.
L’opinione scritta, sarà non solo solo sul cibo, ma anche su tutto quel che gli gira intorno, ambiente, servizio, igiene, capacità di accoglienza etc etc.
E… prima di scrivere, noi di Gastrodelirio valutiamo SEMPRE tre opzioni, niente affatto scontate. a proposito di critica gastronomica
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La prima è quella di NON scrivere nulla. Magari perché il locale recensito non è all’altezza, è decaduto rovinosamente, o al momento della visita l’offerta complessiva era ancora troppo esile o modesta. Capita molto spesso di non scrivere…
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La seconda è quella di scrivere positivamente, traducendo in parole sia le sensazioni complessive che i dettagli, cercando di far comprendere al lettore anche il livello e la tipologia del locale assaggiato. Il pluristellato e l’onesta trattoria di paese se fanno bene il loro lavoro per noi hanno pari dignità, ma è bene che il lettore sappia a cosa va incontro… a proposito di critica gastronomica
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l’ultima scelta è quella di scrivere recensioni costruttive, dove a fronte di un giudizio generale anche molto positivo, si sottolineano in maniera propositiva le cose che possono essere migliorate, seguendo la classica regola del giornalismo anglosassone detta delle “cinque W” – Who? («Chi?»), What? («Che cosa?»), When? («Quando?»), Where? («Dove?»), Why? («Perché?»).
Mai sentita?
A proposito di critica gastronomica… gentile signor Arturo, ecco perché su Gastrodelirio come ha scritto lei cerchiamo “il pelo nell’uovo”.
Non perché siamo brutti, sporchi e cattivi, ma semplicemente per onestà verso chi ci legge.
Una strada tutta in salita, lo sappiamo.
Immodestamente, proviamo a fare “critica gastronomica” e non componimenti semi-poetici dove tutto è positivo.
Il compito della critica, intesa in senso lato (musicale, sportiva, gastronomica, cinematografica etc etc) è quello di essere sempre e comunque costruttiva, e se necessario anche scomoda e cattiva. a proposito di critica gastronomica
La critica, serve a crescere.
Tutto il resto, per favore non chiamatela critica…
a proposito di critica gastronomica
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?