Viste le ultime polemiche ancora in corso… può un cosiddetto “vino naturale” (virgolette sempre d’obbligo) essere il frutto del lavoro di due scientisti e/o scienziati a prova di scettico, cioè un professore di Microbiologia Agraria e un enologo di professione?
Si
E’ possibile anche conciliare la tecnica con la piacevolezza complessiva in calice, per non dire della sensorialità caleidosopica e intrigante da primo della classe senza il minimo difetto che sia uno in un vino?
Si
E’ proprio questo quanto riescono a fare il Professor Giancarlo Moschetti insieme al Dottor Vincenzo Mercurio seguendo i dettami del loro metodo Me.Mo (appunto acronimo di Mercurio e Moschetti).
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Tanta scienza in background, ma anche cura assoluta in vigna e cantina ben oltre i laschi paletti dei disciplinari Bio e anche tanto, tantissimo cuore.
Il tutto, senza trastullarsi in arruffati esoterismi, oroscopi e danze della pioggia da tanto al chilo, cercando solo di assecondare e accompagnare la natura nel modo meno invasivo possibile e senza traccia alcuna di enoporcate.
2Vite 2021 Aglianico e Piedirosso
i due fuoriclasse della Campania
All’Aglianico il ruolo di primadonna nella struttura complessiva di questo gran vino, per la giusta mineralità ma anche per i caratteristici e sommessi sbuffi di piacevole fumigazione.
Al Piedirosso invece il ruolo dell’elegantone della famiglia, perché questo vitigno, non ancora valorizzato quanto merita (e… meriterebbe) brilla di luce propria per i bei frutti rossi che si porta dietro, ma anche per quel quid di salino sottotraccia che rende vivace e accattivante tutta la beva.
L’Aglianico arriva da Taurasi, mentre il Piedirosso arriva da Lettere… vi dicono nulla i nomi di questi comuni? 2Vite 2021
In calice il 2Vite 2021 si palesa da subito con un gran bel rosso rubino, lucente. Dopo qualche minuto di dovuta rianimazione, al naso inizia la sventagliata di frutta rossa.
Prugne, fragole, ribes, mirtilli, ma anche mandorle e dei compositi ed accattivanti richiami un attimo amari di bucce d’arancia che, chissà perché, mi hanno rammentato d’emblée i peculiari sentori di quelle estive del Gargano, misconosciute alla maggioranza degli italiani…
Ma, bisogna dare tempo al tempo…
Un buon vino fatto in maniera professionale e rispettosa come in questo caso è, perfino per i nasi più affinati, un vero cimento da laboratorio di sentori.
Così, andando ancora avanti con l’evoluzione, sorso dopo sorso si svela una ancor più variegata complessità fatta anche di cenni di viole, rosa canina e fiori di geranio, con il buonus delle note balsamiche di incenso, eucalipto, canfora e legno di balsa che movimentano e stuzzicano i sensi di chi beve rendendo amabilmente ruffiano il tutto.
Al palato i primi lampi sono tutti per l’Aglianico che subito forgia il suo caratteristico e complesso sorso, potente, avvolgente quanto basta e mediamente corposo, solo in parte addolcito dalle morbidezze del Piedirosso. 2Vite 2021
Però, quest’ultimo non pago di essere nelle retrovie, trova la sua rivincita spargendo qua e là pennellate di eleganza della sua morbidezza che, nel lungo e delizioso finale, ti fa pensare che è un peccato che del 2vite 2021 ce ne è una sola bottiglia, perché un vino del genere andrebbe degustato a secchiate intere (forse dopo è meglio non guidare…).
Vino affascinante e sensorialmente poliedrico come pochi altri, oltretutto edito in pochissime copie, per pochi eletti.
Sicuramente un gran bel bere, e che senza se e senza ma, mette in primo, anzi: primissimo piano la piacevolezza complessiva e la godibilità, e non la tanto infeconda perfezione formale di certi (desueti…) canoni che vanno ancora per la maggiore.
Si: davvero da bere a secchiate o damigiane intere, per innamorarsene subito!
Troppo entusiasmo per questo vino?
No, forse troppo poco!
Cuore e scienza, il miglior binomio immaginabile…
Provatelo! 2Vite 2021
https://www.2vite.it/
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?