Pizzeria Capasso a porta san Gennaro Napoli – l’apoteosi del ripieno…
la Pizzeria Capasso a Porta San Gennaro, non è solo una pizzeria, ma un pezzo di storia della città di Napoli.
la Pizzeria Capasso a Porta San Gennaro, non è solo una pizzeria, ma un pezzo di storia della città di Napoli.
Sono stufo di margherite buone solo da rimandare al mittente spacciate per capolavori perché il pizzaiolo ha partecipato a una delle mille e più gare di pizza che ormai invadono l’Italia, oppure è riuscito a strappare cinque minuti in televisione, cosa che ormai non si nega a nessuno
l’Archetipo Greco bianco lo iscrivo d’ufficio nella sfumata famiglia dei “vini naturali”. Virgolette d’obbligo per non incorrere negli strali del legislatore
Ispirata alla storia vera di François Vatel (pseudonimo di Fritz Karl Watel) che si suicidò oppresso dai sensi di colpa per non essere riuscito a compiere il suo dovere di cuoco e maestro di cerimonie (per via di un ritardo nella fornitura di pesce)
quando non vedete più risaie, risaie, risaie ma incominciano le colline, siete arrivati all’Osteria del Caccetta!
Il patron, l’instancabile Stefano Minoggio
Però, una certezza c’è: dopo natale, anche il migliore panettone artigianale invenduto, farà la stessa triste fine dei suoi colleghi industriali, concludendo la sua carriera mestamente come alternativa alle merendine, per colazioni e merende, o ancor peggio, inzuppato nel caffellatte…
Ne berresti all’infinito: la salinità, la leggera mineralità e i sentori agrumati lo rendono sicuramente un vino di facile beva, ma non banale, dritto e franco
in Italia, nessuna regione esclusa, si possono fregiare della dicitura in etichetta di “Vino Novello” anche vini con un minimo del 40% uve sottoposte alla macerazione carbonica (prima era peggio, solo il 30%!).