Verso – Ribolla Gialla e Chardonnay naturali senza svenevolezze…
Verso – Ribolla Gialla e Chardonnay naturali senza svenevolezze… Al naso arrivano con la discrezione di chi sa di avere qualcosa di buono…
Verso – Ribolla Gialla e Chardonnay naturali senza svenevolezze… Al naso arrivano con la discrezione di chi sa di avere qualcosa di buono…
Attico sul Mare a Grottammare (AP) si propone non solo come un ristorante, ma anche come un saporito work in progress di arricchimento e ri-attualizzazione della peculiare tradizione marinara (e non…) marchigiana.
Matteo è uno chef di 27 anni che, nonostante la sua giovane età, è già una promessa della cucina italiana. La Guida Michelin lo ha recentemente incoronato miglior chef under 30 del 2025, e il suo ristorante Grow, che gestisce insieme a suo fratello Riccardo, ha ricevuto la sua prima stella Michelin.
Al naso il Salvatore Grippaldi 2020 parte immediatamente intenso ma anche morbido ed equilibrato e, caleidoscopicamente complesso come non altri con una gran “botta” di frutti rossi e neri, prugne e note legnose che davvero lasciano il segno che, con l’evoluzione, si tingono anche di eleganti sentori di tabacco.
Un buon esempio di una mozzarella davvero ben fatta, ”diversa” per territorio e condizioni di clima e altitudine, ma tecnicamente impeccabile e dalla sensorialità importante l’ho “scovata” in Abruzzo nel Caseificio artigianale Sant’Agata in quel di Castelvecchio Subequo un minuscolo borgo a circa 500 metri sul livello del mare sito in provincia dell’Aquila, che fa parte del Parco naturale regionale Sirente-Velino, una zona protetta.
La Cantina Del Tormento è posto dove piacevolmente bere e mangiare informalmente senza troppa etichetta in una atmosfera accogliente, dove il vino senz’altro è il fulcro della proposta complessiva, ma non per forza è tutto…
Se ci fosse una fiera del vino da salvare questa sarebbe la Terra Trema. Fiera nata dalle affinità elettive del grande Gino Veronelli con i “ragazzi estremi” (come li chiamava lui) dei Centri Sociali, all’inizio degli anni 2000 e sul finire della propria vita, per ristabilire l’ordine naturale del vino.
Al Ristorante La nuova Roma si va per calarsi nella vera cucina del territorio, quella che ti da del tu parlando in dialetto, ma anche quella dai piedi ben piantati per terra e che lascia ben poco spazio ai fronzoli modaioli o all’imperante marketing.