Di Fabio Riccio,
Nel decidere se partecipare o meno a un convegno, giocano una parte importante le dosi di noia e di “aria fritta” che mi toccherà sopportare.
Molti convegni diciamocela tutta, sono noiosi, soporiferi, forse anche a causa di certi logorroici relatori che non vedono l’ora di afferrare un microfono e, con una buona dose di autoreferenzialità, raccontare quanto sono bravi, buoni, intelligenti etc etc.
Peggio ancora, è quando nei convegni i politici (di ogni tendenza…) superano la dose omeopatica tollerata da un normale essere umano in buona salute.
Un assessore o un politico (secondo farmacopea “quanto basta”) posso pure sopportarlo, al secondo inizio a sbadigliare, al terzo cerco l’uscita e vado a fumarmi una sigaretta (anche se ho smesso), al quarto scappo a gambe levate…
Non è stato questo il caso, assolutamente.
Per fortuna.
Meno male.
Partiamo dalla “location” di Terroir Basilicata, a Policoro (MT) il 28 Maggio 2016, siamo al Lucania Street Food Festival.
Non solo cibo di strada, non solo prodotti (mangerecci e/o aromatici) del territorio e Cooking Show, ma anche vino, tanto buon vino.
E sul vino e la Basilicata, ve lo assicuro, c’è ancora molto, ma molto da raccontare e scoprire.
Una miniera a cielo aperto.
Non fermiamoci al pur conosciutissimo Aglianico, vitigno simbolo di questo territorio.
In Lucania c’è di più, molto di più.
Tornado al convegno Terroir Basilicata, c’è da dire che il primo, e grande merito di questo interessante incontro, è stato il riuscire a mettere insieme tutte e quattro le DOC di questa regione.
Mission impossible a sentire qualcuno, eppure ci son riusciti!
Ma ancor più interessanti sono stati gli interventi dei vari relatori che nei rispettivi campi di interesse, erano presenti a Terroir Basilicata, e che meritatamente qui elenco (rigorosamente non in ordine): Stefano Del Lungo, Angelo Raffaele Caputo, Fabio Giavedoni e Pasquale Cirigliano, senza dimenticare l’organizzatore del convegno, il bravo Sante Laviola, anche nel ruolo di moderatore.
Senza annoiare, anzi: tenendo incollati alla sedia i presenti (compreso il sottoscritto) si è parlato dei vini della Basilicata, con excursus multidisciplinari dalla storia alla genetica, dall’archeologia ai cambiamenti del clima e ai rischi di desertificazione di alcune regioni italiane.
Terroir Basilicata tra le altre cose ci ha fatto capire che la Vitis vinifera & la storia sono legati, molto strettamente.
La linea della storia si intreccia anche ad un tralcio di vite…
Sorprendente è stato anche lo scoprire che la Basilicata è stata (ed è tutt’ora) una sorta di crocevia della storia ampelografica europea, cosa che l’ha fatta diventare quasi un eden per i tanti vitigni presenti, e di cui faticosamente si sta tentando una organica classificazione, come pure per quelli che invece, magari “occultati” da denominazioni locali, sono stati da poco scoperti, oppure per tutti quelli (e sono molti!) ancora in attesa di un nome.
Biodiversità, si: anche tra viti e filari.
Un modo affascinante e non tedioso di narrare di vino, questo di Terroir Basilicata, partendo proprio dal terroir, concetto correttamente estrinsecato nel convegno rigorosamente alla maniera d’oltralpe, non nella letteraria traduzione del termine.
La differenza non è solo lessicale, ma sostanziale.
Però, sopra a tutto, importantissima, c’è la storia dell’uomo.
L’uomo, che nel bene e nel male ha contribuito modellare il paesaggio, anche durante le migrazioni e i commerci del passato recente e lontano, magari portando con se qualche tralcio di vite da piantare nelle nuove terre colonizzate…
Un convegno interessante, rigoroso nell’impostazione, che ha arricchito i presenti, senza mai cadere nelle facili sirene dei luoghi comuni sul vino, come molto spesso accade.
Al termine del convegno, nell’anfiteatro esterno del palazzo comunale di Policoro, hanno aperto i banchi di assaggio dei vari produttori produttori della Basilicata ospiti di Terroir Basilicata, con le loro quattro DOC per la prima volta tutte insieme.
Pur restando nel campo dei “vini convenzionali”, ho degustato vini in grandissima parte corretti, e alcuni (specialmente quelli di vitigni autoctoni) davvero molto interessanti, ma al più interessante dei produttori incontrati, un giovane che nella sua azienda ha sposato in pieno il modo di operare “gastrodelirante”, dedicherò nei prossimi giorni un articolo più specifico.
Infine, un bravo a piena voce a chi ha organizzato Terroir Basilicata, c’è spazio per far ancora di meglio.
L’anno prossimo tutti a Policoro per la prossima edizione!
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Caro Fabio, grazie mille per aver fatto una descrizione entusiasta e appassionata (e gastrodelirante!) di Terroir Basilicata! Un grazie da parte mia va, oltre che ai bravi relatori, alle aziende che hanno sostenuto e supportato con la loro presenza la manifestazione! … all’anno prossimo! 😉