Piccolo Dizionario Gastrodelirante
Mozzarella
Di Serena Manzoni,
Lo sappiamo, la mozzarella è un latticino, un formaggio fresco che ha la sua patria in Campania. Inizialmente la mozzarella si faceva esclusivamente con il latte delle simpatiche e un po’ indolenti bufale, in seguito si è diffusa l’abitudine di produrlo con un misto di latte di bufala e vaccino o soltanto con quest’ultimo (a seconda del tipo di produzione la mozzarella assume denominazioni diverse) – vedi – https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/pizza-mozzarella-vera/2014/09/
Da conservare a temperatura ambiente, io preferisco quella di latte di bufala, vagamente acidula con quello scalino che fa in bocca dal turgido della parte esterna che rivela un interno morbido e invitante, quasi peccaminoso. Lune paffute da addentare, mozzate da mani esperte per le nostre papille golose.
In senso figurato si usa per definire una persona di indole un po’ molle, senza nerbo, fiacca oppure una non troppo abbronzata…
Negli ultimi giorni mi si è rivelato però un altro significato, o forse sarebbe meglio dire un altro uso per cui è utile, oltre a quello del movimento masticatorio: la Mozzarella di Bufala Campana DOP (ma non solo), viene oggi sovente utilizzata come pegno d’amore!
Mi è stato riportato da fonti certe questo fatto: un giovane, un po’ ingenuo nei modi e nell’aspetto, un cowboy d’altri tempi, è entrato in un negozio in un sabato pomeriggio di shopping compulsivo, con un sacchetto trasparente in mano, portato in alto (come per mostrarlo o offrirlo). Con passo spavaldo e occhi brillanti si è recato da una delle commesse più carine e imbarazzate del negozio e ha detto porgendo il suo sacchetto ricolmo del pregiato e fresco cadeau: “sono andato a Napoli e ti ho pensato!”.
La ragazza poi si è fidanzata con un altro, ma questa è un’altra storia…
Raccontando l’aneddoto ad un amico durante una cena di chiacchiere svagate lo stesso amico mi ha narrato di essere stato corteggiato più o meno nello stesso modo: la pretendente, per farlo suo, gli aveva portato in omaggio un secchio (di quelli da pittura dice lui) pieno di bianco e latticino amore. Ignoro se fossero Campane DOP o fiordilatte o di altro tipo.
Cupido avrà gli occhi bendati, ma il gusto all’erta…
P.S.: la luna paffuta l’ho rubata allo scrittore spagnolo Javier Marías. Letta nel suo romanzo “Un cuore così bianco” , mi è sembrata così bella.
Serena Manzoni
Il formaggio come pegno d’amore…
ok, originale, simpatico.
Però il dono di prodotti caseari aveva in casa mia ha sempre avuto un diverso aspetto.
Mio padre, originario della provincia di caserta, ogni qualvolta scendeva dalla nonna e parenti, aveva l’obbligo dal suo capo di portare un congruo numero di mozzarelle.
Era ormai un rito, e tra parentesi mai pagato, poi una volta si è dimenticato di portare le mozzarelle al capo.
Risultato?
Un bel periodo di quasi-mobbing in ufficio, perchè il tizio non ha creduto a mio padre…
Triste eh?
Un mio vecchio corteggiatore, rappresentante di commercio alimentare, mi regalava spesso delle forme di pecorino di Pienza, che però accettavo, e mi piacevano! ,
Il tizio non mi piaceva però, così alla quinta caciotta si è arreso…