Di Fabio Riccio,
Si è chiuso il sipario sulla quinta edizione di Naturale 2106, il Salone del vino Artigianale tenutosi a Navelli (AQ) nella bella e storica cornice di Palazzo Santucci.
Una festa più che un salone, ma forse è proprio questo l’aspetto che fa la differenza tra una manifestazione come questa, e tutte quelle ormai un po’ stereotipate, e lasciatemelo dire, troppo spesso autoreferenziali, che punteggiano a macchia di leopardo il mondo del vino Italiano.
A Navelli bandite cravatte & tastevin ostentati – di cravatte in verità ne ho avvistata una sola – probabilmente il non troppo avveduto visitatore pensava di essere altrove….
Tutto piacevolmente informale e permettetemi l’aggettivo, godereccio, e con il legittimo grado di allegria.
Senza giri di parole, a Naturale 2016 si è andati davvero Alla ricerca del buon vino, proprio come postulava il grande Mario Soldati… il vino è convivialità, ma anche ricerca di sensazioni che vanno dritte al cuore, almeno per chi ha la sensibilità di saperle leggere.
Sarò ripetitivo, ma in mia opinione certi soloni dell’enologia nostrana che dichiarano che il vino è una scienza esatta, si perdono molto dalla vita, almeno per chi ne vuol godere.
A Navelli, il sette e l’otto Maggio 2016 tutto questo lo si è visto e toccato con mano, a Naturale 2016 non è stato affatto officiato il consueto e sterile eno-rito che piace a tanti, meno male!
Unico e assoluto protagonista è stato il buon vino, tanto buon vino, che qui, nel settore dei “naturali” (virgolette sempre d’obbligo) esce fuori produttivamente da certi canoni precostituiti.
Ma oltre a questo, tutta la manifestazione sarebbe stata un po’ meno bella se non fosse stato presente in forze anche il valido e immancabile comprimario del vino, cioè il cibo, a Naturale 2016 visto (e assaggiato…) nella forma di molti bravi espositori di gustosi prodotti alimentari di nicchia.
Considerazioni e polemiche a parte, per noi innamorati di quella meravigliosa cosa che è il buon vino, di una riuscita manifestazione come questa ci rimane in primis l’ottima risposta da parte del pubblico, e poi l’aver notato che, nonostante la presenza di meno aziende espositrici rispetto allo scorso anno (così almeno mi è parso..), il maggior “peso” qualitativo di quelle presenti, cosa che riconferma l’attenzione dei produttori nazionali del “naturale” per questa manifestazione.
Ma il buon successo di una piccola manifestazione come questa, una specie di nave corsara nel mondo del vino italico, va letto ed esaminato oltre i semplici, e spesso sterili numeri.
A Navelli si è visto e toccato con mano lo stato dell’opera del magmatico e sfumato mondo, che per semplice comodità lessicale si definisce del “vino naturale”.
Il vino naturale è in crescita, e inizia a essere “di moda”, questo è un dato di fatto.
In virtù di questo, e come sempre accade in ogni settore quando le percentuali di vendita iniziano a superare quelle dei prefissi telefonici, il tutto inizia a fare gola alle grandi aziende, che prima timidamente, ora meno, stanno iniziando a “tastare” con i loro grossi capitali questo fenomeno.
Il mondo del “vino naturale” è ormai giunto davanti allo spartiacque che delimita il limes tra un fenomeno di nicchia, e quello che crea anche interesse commerciale.
Proprio un bivio… i numeri pur se ancora piccoli, ormai indicano però una linea di tendenza chiara, molto.
Proprio per questo bisogna stare attenti, vigilare.
Naturale e manifestazioni del genere, che sono la cartina di tornasole di un fenomeno, devono certamente crescere, ma anche cercare di rimanere così come sono nella loro essenza, sia per la qualità dell’offerta espositiva, che per la diversa dimensione, quella della festa…
Volete mettere voi la piacevole e godibile baraonda di manifestazioni come questa, dove quasi ogni banco ha riservato luminose sorprese a naso & palpille gustative, con la freddezza e la formalità dei riti officiati da certi “sacerdoti” di quello che si autodefinisce il mondo ufficiale del vino nazionale?
L’anno prossimo, tutti a Navelli, di nuovo!
P.S. – Riguardo ai vini che a Naturale 2016 al sottoscritto sono piaciuti di più, invito i lettori a dare nei prossimi giorni un occhio di più a questo sito… presto potrete leggere altre belle storie di vini assaggiati (per favore… non chiamiamole recensioni…)
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?