Il cameriere ansiogeno… ovvero cronaca di una cena da dimenticare

Sono troppo esigente

A volte penso di vivere gastronomicamente su un pianeta diverso dalla terra.

Ne ho piene le tasche di ristoranti & trattorie mediocri, ma nello stesso tempo pretenziosi.

Sono sempre di più: molto fumo e poco arrosto, qualità inversamente proporzionale alle smanie di essere “gourmet”,

Sere addietro, cercando di qualcosa di nuovo, sono finito a cena in un ristorantino dove anni fa ero già stato, senza però esserne rimasto particolarmente colpito.

Una seconda occasione la si concede sempre però…

Avendo avuto notizia di un cambio di gestione (oltre che di indirizzo) decido di farci un salto, mal me ne incolse…

Locale carino e pulito, atmosfera “calda” – potrebbe promettere bene.

Nel cuore di un bel centro storico – “molto tipico” lo definirebbe qualcuno – e fin qui ci siamo, anche se oramai i localini nei centri storici d’Italia si somigliano quasi tutti, spiace dirlo ma sono diventati quasi un “format”.

Ore 20 – presto – almeno secondo gli standard centro-meridionali italioti…

Soli in sala.

Tavoli, tovagliato, bicchieri & posate nella norma.

Appena seduti e già arrivano menù e carta dei vini… che efficienza!

Neanche il tempo di scorrere la lista che il cameriere, cortese ma decisamente ansiogeno, ansimante arriva chiedendo cosa vogliamo.

Chiedo tempo, quando mangio, e ancor di più quando scelgo cosa mangiare, odio chi mi porta fretta.

cameriere ansiogeno corsa

Due minuti e il cameriere ansiogeno torna alla carica.

Davvero assillante, elenca, racconta, sputa a velocità supersonica nomi di piatti dentro e fuori la carta, e blatera confuso virtù di vini che non apprezzo.

Vista la velocità, sfido chiunque a memorizzare qualcosa.

Così, di corsa, almeno per i nostri standard, onde evitare ulteriori incursioni, decidiamo cosa mangiare, idem per il vino.

Neanche cinque minuti di attesa e già arrivano gli antipasti, caldi.

Caspita… servizio fulmineo, oppure di tutto & di più passati al microonde?

Chissà…

Terminati gli antipasti, neanche il tempo di capire quel che è finito sotto i denti, e arriva il primo.

Servizio ancor più fulmineo.

Pasta che cuoce in due minuti?

Finito il primo, cinque minuti e arrivano anche i secondi: l’apoteosi della rapidità.

cameriere ansiogeno

Tempo totale del pasto per tre portate, trenta minuti…

Record!

Ritmi da mensa aziendale

Mi sento “ingozzato”.

Capisco il patimento delle oche all’ingrasso per il fois gras.

A questo punto però cambia la musica…

Il locale si è riempito di avventori, così iniziano a ignorarci.

Il cameriere ansiogeno cambia registro, e da consumato attore sfodera tutta la sua destrezza nel volgere lo sguardo altrove, vale a dire ovunque, fuorchè verso il nostro tavolo.

Si sottrae…

Piroette su un solo piede pur di non osservarci.

Testa che guarda in alto, rischio di inciampo quando transita nei pressi del nostro tavolo.

E noi che pensavamo a un dolce…

E noi pensavamo anche a un liquorino…

Il cameriere ansiogeno seguita a sgattaiolare da un tavolo all’altro, ma imperterrito continua ad ignorarci

Finita la festa gabbato lo santo diceva il proverbio…

Così, per avere un bicchierino con un goccio di qualcosa passa una bella mezz’ora…

No, signori miei: così non si fa, più di qualcosa non quadra nel servizio.

Prima tanta fretta, poi ignorati.

Non va bene.

Non si fa!

santa zita protettrice dei camerieri cameriere

Se un ristorante ha pretese di qualità, deve curare i tempi, quelli giusti, quelli che qui non ho trovato io.

Se ha pretese di qualità, deve curare bene il servizio e non affidarsi ad un solo, se pur volenteroso cameriere (ansiogeno) per molti tavoli

Alla fine, sgambettandolo per fermarlo, riusciamo ad avere dal cameriere ansiogeno almeno il liquorino da noi tanto anelato…

Per pagare preferiamo andare in cassa, e lasciare a manu propria i nostri 70 euro, visti i tempi del servizio.

Prezzo non eccessivo, considerati anche 26 euro di vino, per due antipasti, un primo e due secondi… ma sproporzionato, se rapportato alla qualità mediocre di ogni portata e… al sevizio dilettantistico.

Questo locale è considerato tra i migliori nella sua città… almeno stando alla media dei giudizi dell’onnipresente  sito “verdolino” di recensioni online tanto amato dagli Italiani…

La cosa fa riflettere, specialmente leggendo le lodi sperticate di certi recensori sedicenti esperti, e nientedimeno considerati “di livello”.

Ma… abbiamo mangiato allo stesso locale?

Non è che ci sarà qualche omonimia?

E di tutto questo chissà cosa ne pensano i ristoratori seri, e vi assicuro non sono pochi, che per cifre simili offrono qualità, sensazioni e buon cibo?

Giova a loro tutto questo?

Giova a noi che ci sediamo a tavola?

3 commenti su “Il cameriere ansiogeno… ovvero cronaca di una cena da dimenticare”

  1. Caro Fabio, non avevi capito di non essere gradito? Nel senso che inconsciamente si instaura un rapporto di simpatica amicizia o di antipatica insofferenza? Capisco che questo non deve prescindere da un onesto e professionale lavoro.Purtroppo come si dice al cuor non si comanda….e tu te ne dovevi andare!

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