Eccoci arrivati alla terza parola del Piccolo Dizionario Gastrodelirante:
BATATA
Di Serena Manzoni,
lo ammetto, non la conoscevo.
Me la ha insegnata la signora Claudia Zanella, protagonista indiscussa del libro già recensito da Gastrodelirio “Ho sposato una vegana” di Fausto Brizzi.
Non si tratta di un nuovo tipo di ballo latino in cui muoversi tra l’ammiccante e il suadente vestiti in maniera succinta ma qualcosa di tropicale sicuramente ce l’ha: la provenienza!
Dicevo di non conoscere la parola, in realtà conoscevo l’oggetto in questione ma nella sua nominata più consueta: la batata non è altro che la patata dolce o patata americana, nome scientifico Ipomonea Batatas.
Poco a che vedere con le patate, in realtà si tratta del rizotubero commestibile di una pianta della famiglia delle Convolvulaceae, spesso usata per scopi ornamentali grazie ai suoi bei fiori. Ce ne sono diverse specie in cui cambiano i colori della buccia e della polpa e può essere cucinata in diversi modi, in questo caso la si può trattare come una patata comune, con la differenza che può essere mangiata anche cruda.
La Batata inoltre è piena di qualità nutrizionali ed estremamente salubre: vitamine A e C, proteine, flavonoidi e antociani; è nota per essere un antiossidante particolarmente efficace: non stupisce che piaccia molto alla veganissima Claudia Zanella, che ringrazio perché amo quando le cose vengono chiamate con il loro nome, anche se inconsueto e poco noto. Evviva!
Serena Manzoni