Musica nei ristoranti

Di Fabio Riccio,

Tema logoro, lo so… la musica nei ristoranti, (certi, almeno…)

Però… nonostante se ne parli e straparli, trovare qualche ristorante dove si ascolta buona musica, e al volume giusto, è sempre difficile, e questo perfino nella cosiddetta “fascia alta della ristorazione”.

Però… quale è la “buona musica”?

Come la possiamo definire?

Il concetto di “buona musica” è soggettivo, molto.

I gusti sono gusti, poco da fare.

Sono sicuro che perfino tra i lettori di gastrodelirio ci siano sia estimatori di Laura Pausini e di Gigi D’Alessio, ma anche di Sergej Vasil’evic Rachmaninov e Luciano Berio.

musica nei ristorantiCome la mettiamo allora?

Vogliamo negare a tutti quelli che amano Albano Carrisi di pranzare lietamente accompagnati dai suoi rinomati vocalizzi?

Siamo in democrazia! – direbbe il grande Totò – quindi anche Albano che canta “Nel sole” ci sta bene, magari con un piatto di strascinati, o con le orecchiette con le cime di rapa…

Ma… vogliamo anche negare a chi adora Igor’ Fëdorovic Stravinskij di cenare sulle note (a volte ardue..) della Sagra della primavera, gustandosi un delicato branzino al sale o un risotto fatto come Dio comanda?

Inutile appellarsi alla virtù che sta sempre nel mezzo, non basta.

Urge prendere posizione.

Partiamo da questo: la musica nei ristoranti, è parte integrante dell’arredamento, e richiede la stessa cura nella sua scelta che si rivolge a sedie, tovagliato etc etc.

Ristoranti e trattorie, alla fin fine sono (anche) grandi scatole da riempire di suoni.

Cenare o pranzare in silenzio, soprattutto se si è da soli, può risultare spiacevole, così come lo è stare da soli (o tra sconosciuti) in un ambiente ampio dove non ci sono molti suoni.

Mai pensato a questo?

A questo ci ha pensato in passato il grande musicista Inglese Brian Eno: “Ambient music must be able to accommodate many levels of listening attention without enforcing one in particular; it must be as ignorable as it is interesting”

musica nei ristoranti
Brian Eno

Senza inoltrarci sul sentiero minato della fin troppo citata “Music For Airports”, che più o meno ha dato il via al genere della “ambient-music”, credo sia bene chiarire un concetto.

Non è solo la qualità (sempre soggettiva) di quel che esce dagli altoparlanti di un ristorante il vero discrimine, bensì… il suo volume.

Posso reggere e magari gradisco anche Albano, la Pausini e perfino Gigi D’Alessio, ma solo se gorgheggiano in sottofondo, però se il volume è alto, cosa che sovente accade, e senza nulla di personale contro questi bravi professionisti della canzone italiana, in questo caso semplicemente mi rovinano il pasto. Stop.

Identico discorso per il mio amatissimo Paolo Conte, per Ludovico Einaudi o per certe romanze d’opera verdiane che non posso esimermi dal canticchiare (da stonato…).

Il volume della musica troppo alto in un ristorante, travalica e sbriciola il concetto di musica stesso.

musica nei ristoranti note musicaliPossibile che certi ristoratori non lo hanno ancora capito bene?

La musica nei ristoranti, se a volume eccessivo, crea nelle orecchie solo un puzzle di suoni indistinti, altro che voci, melodia e tonalità!

Musica gridata e scarnificata, mutilata delle sue tradizionali strutture armoniche, anche a causa di certi impianti sonori dozzinali, musica che si trasforma in parte negativa dell’ambiente e del servizio di un ristorante.

La musica ad alto volume, per di più se distorta, fa lo stesso effetto di certi camerieri scortesi oppure invadenti, mai fatto caso? Fine.

Ma volume sonoro & musica distorta a parte nei ristoranti c’è di peggio, molto.

La radio nel ristorante!

musica nei ristoranti radio

Sistema economico e pratico per ovviare all’incapacità di saper scegliere una degna colonna sonora.

Accendi, sintonizzi, paghi la SIAE & via!

Però… certe radio, hanno il potere di bloccare i succhi gastrici al solo immaginarle sintonizzate.

Così, come e peggio che in certi grandi magazzini, in tanti ristoranti si sorbiscono radio che baccagliano a volume sconsiderato becere scelte musicali, con giocondi presentatori che vorrebbero apparire spigliati e simpatici, ma che in realtà risultano solo fastidiosi, se non molesti anche per l’apparato gastrointestinale, oltre che per i padiglioni auricolari.

Se già tra l’antipasto e il primo mi devo sciroppare a pieno volume monotoni Rapper periferici da quattro soldi, o certi neomelodici partenopei (e non…), immaginatevi voi un pasto completo con in più gli immancabili spot pubblicitari.

musica nei ristoranti giradischiLa programmazione di certe radio, piattamente commerciali, è proprio l’esatto contrario di come dovrebbe essere un sottofondo musicale appropriato per un ristorante.

Perchè certi ristoranti si ostinano a usarle come colonna sonora?

Puro rumore e ciacole indistinte, dove il rapporto spazio-acustica va bellamente a farsi benedire, il cibo va di traverso, e tutto si risolve solo in una fastidiosa e sincopata epifania di rumori travestiti da musica, spot pubblicitari quasi sempre poco azzeccati e frasi idiote dei giocondi presentatori, logicamente sguaiati quanto basta.

In questi casi, credo sia meglio il silenzio, o cambiare di corsa ristorante.

Mangiare in silenzio, che c’è di male?

Volume da festa di piazza.

Musiche da scappare via..

Voci moleste da blocco digestivo.

Battute idiote, per ascoltatori idioti.

Abbassiamo un po’ il volume in sala per cortesia?

P.S. – Per chi non ne fosse a conoscenza, il web ha aperto infinite possibilità di ascolto di radio dalle programmazioni interessanti, perfette per un sottofondo discreto e non banale di musica nei ristoranti.

FIP logo musica nei ristorantiVe ne segnalo una, molto eclettica, ma anche molto raziocinante nella programmazione: http://www.liveonlineradio.net/it/france/fip-radio.htm .

Il pochissimo parlato è in francese, ma non si va mai oltre un discretissimo annunciare i brani…

Buon ascolto, logicamente a volume moderato!

 

6 commenti su “Musica nei ristoranti”

  1. Il silenzio è diventato un lusso… Tutto si sta trasformando in un grande centro commerciale.
    Non fa eccezione il piacere del pasto… Spessissimo rovinato da rumori di sottofondo.. Se va bene sembra d esser nella sala d attesa del dentista.
    Qualcuno mi saprebbe spiegare il perché?

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    • Certi ristoranti senza musica dal vivo e un po’ di divertimento non andrebbero avanti. Personalmente per andare a mangiare in un ristorante mortuorio ( a meno che il cibo non sia eccezionale) preferisco starmene a casa.

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      • Un po’ di sottofondo di qualità musicale va bene, il baccano di strimpellatori di provincia no. Distinguiamo tra ristoranti e bettole travestite da karaoke…

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  2. Condivisibile in pieno l’articolo e le giustissime esternazioni.
    Un solo interrogativo: possibile che nessuno riesce più a mangiare in silenzio?
    Passi quando si è da soli, ma già due persone possono (se gli garba) parlare a tavola…
    Mai pensasto a questo?

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  3. Una piaga.
    Sia le radio nei ristoranti, che chi mette colonne sonore a proprio gusto.
    Il volume poi… rottura di timpani all’ennesima potenza.
    Davvero c’è da preferire il silenzio.
    Purtroppo l’idea che la musica sia un sottofondo, non entra nella zucca di tanti che gestiscono locali dove si mangia…
    E peggio ancora quando c’è il televisore…

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  4. Vero, tutto vero!
    La radio a pieno volume nei ristoranti è una piaga, specialmente quando si sentono certe pubblicità di attività commerciali!
    Proprio ieri… mangiando un buon brasato in una trattoria anche discreta, sentivo strillare alle 21,15 la pubblicità di un ferramenta specializzato in motoseghe e ruote dentate…
    Non sapevo se ridere o piangere!

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