Birrificio Agricolo Gjulia – Birra Bianca EST
L’eleganza della Weizen
Di Stefano Capone,
Appartengo malauguratamente a quella ciurma di sciagurati appassionati di birra, più noti agli internauti come Homebrewers, che la birra se la fanno anche da sé.
Una congrega dal nome apparentemente tecnico e dall’intrigante origine anglosassone sotto la quale si cela una varia umanità fermentatrice, ammostante ignari malti e malcapitati luppoli.
Che disquisisce gaudente di densità e di zuccheri fermentescibili, di lieviti e di whirlpool, in un climax travolgente che trasforma i garage o gli sgabuzzini in improbabili birrifici casalinghi culminante nel momento topico dell’imbottigliamento di un liquido, il più delle volte schiumoso, che anche a me piace chiamare inopportunamente ma con fiero orgoglio brassicolo, birra.
Fin qui non c’è niente di male.
Il problema è che l’homebrewer si affeziona non solo alle sue ”birre” ma anche ai difetti delle sue creature.
E così, non c’è niente da fare, 9 volte su 10 le nostre amate bottiglie casalinghe trionfano di diacetile e acetaldeide, di lieviti rigurgitanti e dolcezze improprie, prezzo da pagare all’approssimazione delle temperature, dell’acqua da discount, dei mezzi e delle competenze da forum.
Ma ci piacciono così.
Una volta c’era il “vino del contadino” ora c’è ”la birra dell’inquilino”…
Il fatto inquietante è che gran parte dei bevitori di birra artigianale passa quasi inevitabilmente attraverso la fase esistenziale dell’homebrewing con conseguente accettazione dei difetti gustativi delle birre.
Ma fatto ancor più grave è che la stragrande maggioranza dei microbirrifici artigianali è una prosecuzione spesso infausta dell’esperienza brassicola casalinga.
Testimonianza, questa, soprattutto in Italia, della confusione che ancora regna intorno alla birrificazione artigianale, non ancora intesa come processo produttivo estremamente tecnico in cui, forse più che nella vinificazione, l’errore e la superficialità si pagano in termini impietosi di qualità del prodotto.
A mio parere la diffusione di birre da homebrewers travestite da presunte buone birre artigianali con tanto di etichetta e prezzo sostenuto è ancora troppo ampia.
Fortunatamente però il panorama brassicolo italiano non è solo questo.
In un mondo in cui la provenienza della materia prima non è una peculiarità strettamente funzionale alla qualità, in Italia si fanno sempre più interessanti i cosiddetti birrifici agricoli, ossia quei birrifici che si distinguono per coltivare i proprio orzi e frumenti da maltare o in alcuni casi anche i luppoli.
Il tutto generalmente unito a una capacità tecnica di ottimo livello.
E così qualche sera fa a casa…
Una bella pizza…
Voglia di birra…
Un classicone…
L’istinto mi spinge verso le mie care bottiglie homemade con etichetta scritta a penna ed incollata rigorosamente storta.
Ma per fortuna mia e della pizza la scelta cade su una bella bottiglia che mi aspettava da un po’: Birra Bianca Est, Birra agricola artigianale friulana, del birrificio Gjulia.
Il birrificio agricolo Gjulia nasce dal lavoro dei fratelli Marco e Massimo Zorzettig che forti dell’esperienza nel mondo del vino fanno convergere le loro conoscenze nei processi di birrificazione artigianale, puntando sull’utilizzo di orzo e frumento dell’azienda agricola di famiglia.
L’ubicazione dell’azienda tra i monti del Friuli, tra San Giovanni Natisone e Cividale del Friuli consente ai due fratelli di utilizzare un’acqua particolarmente adatta soprattutto alla birra che ho avuto la fortuna di assaggiare.
Non bisogna mai dimenticare che la tipologia di acqua è assolutamente determinante per la qualità di una birra (meditiamo homebrewers…).
La Est è quella che si definisce una ottima Weizen o per meglio dire una Hefeweizen.
La Weizen è uno stile di birra ad alta fermentazione di origine tedesca nota come birra di frumento poiché oltre al classico malto di orzo viene ammostata con malto di grano che ne determina le peculiarità gusto olfattive principali.
La Est è ovviamente una birra non pastorizzata e non filtrata e in funzione di quest’ultima caratteristica rientra appunto tra le torbide Hefeweizen in cui i residui di lievito in bottiglia ne amplificano la personalità.
Il packaging della Est denota attenzione al prodotto con una bottiglia pesante e scura, e tappo a corona con sottotappo.
Una volta aperta, la Est appare subito viva e fresca di profumi.
Nel bicchiere è assolutamente un piacere ammirarne la schiuma bianchissima alta e compatta che permane a lungo a proteggere la birra prima di sfumare in leggeri merletti aggrappati al bicchiere.
Il liquido sottostante il cappello di schiuma è di un colore dorato e brillante maliziosamente intorbidito dai lieviti sempre più presenti man mano che la bottiglia si svuota.
I sentori olfattivi della Est si porgono molto eleganti con note dolci che giocano con più pungenti accenti agrumati.
Mi pare di scorgere anche complessi spunti di spezie, soprattutto pepe, in questo sorprendente bouquet verosimile frutto della materia prima di origine.
La pizza intanto richiede l’assaggio della Est, che non delude.
È prima di tutto la freschezza dei sapori ad avvolgere il palato, accarezzato da un carbonatazione moderata ma costante e vivace che pulisce delicatamente la bocca.
Il corpo lieve e alcune perle di sapidità ci rammentano l’acqua di cui è fatta e i monti da cui sgorga.
La complessità della Weizen dei fratelli Zorzettig si manifesta tutta al gusto incrociando miele, agrumi e spezie, per lasciarci con un furtivo e gradito lampo di amaro.
Una birra tecnicamente ineccepibile che riesce a essere elegante senza tradire la sua natura brillante di Weizen.
Meditiamo homebrewers meditiamo…
Birrificio Agricolo Gjulia
http://birragjulia.com
di proprietà dell’Azienda Agricola Altùris s.s.a.
Tel. 0432 716344
Fax 0432 719778
info@birragjulia.it
Stefano Capone
Meravigliosa!
Ma… ditemi voi, dopo essersi abituati a ottime birre artigianali del genere, come si fa a tornare indietro alle solite birre da baretto di periferia (oppure paese?)
Grandi birre quelle del Birrificio Gjulia.
Per complessità di gusto, ma anche per capacità di accostarsi al cibo, non fanno rimpiangere di certo il vino…
Bello l’articolo e le foto.
La migliore birra artigianale del Friuli, e senza timore di esagerare forse anche di tutti il nordest
Ottima birra Friulana.
Un attimo difficile da reperire fuori del Friuli, ma chi sa la trova facile.
Si distingue da tante artigianali per la cura e per l’assoluta mancanza di difetti.
La Est poi è beverina molto, disseta ma persiste.
Ottima per pasteggiare, specialmente alla fine della bottiglia quando i lieviti si fanno sentire.
a me piace con i salumi, forse non è l’accostamento giusto ma nel mio palato funziona…
Gilberto Farinacci
La birra Est crea dipendenza, dopo che la provi, non ne riesci a fare a meno!