Di Serena Manzoni,
Dentro Gastrodelirio ultimamente si può notare una vena per così dire coloristica. Mozzarelle nere e gelati blu come un bailamme avanti e indietro in una improbabile tavolozza alimentare. Nemmeno io posso quindi esimermi dal dare la mia pennellata gastrodelirante, considerando che il caso mi ha servito l’argomento su un piatto d’argento.
Mentre Fabio scriveva le sue invettive al carbone o ricercava la vera storia inventata dello sfruttamento gastronomico dei puffi, io me ne stavo tranquillamente divanizzata a leggere un libro di Bruno Munari intitolato Fantasia.
Tra gli aspetti di questa facoltà umana dove è permesso e lecito immaginare qualcosa anche se non realizzabile, Munari indica anche il cambio del colore. Ecco che come esempio riporta Il pane blu (pain peint) di Man Ray: opera realizzata intorno al 1960 dove una baguette viene dipinta di blu cobalto eliminando così l’idea di commestibilità del pane stesso, facendolo diventare qualcosa di diverso dalla consuetudine semplicemente colorandolo (ma anche giocando con le parole del titolo).
Bruno Munari cita poi degli studi fatti sulla relazione tra colore e mangiabilità: “un risotto blu non è riuscito a mangiarlo nessuno, anche se buonissimo”. La prima edizione di Fantasia è del 1977 e immagino che il rapporto con il cibo e con i suoi colori sia sicuramente cambiato da allora ad oggi e quindi eccoci oggi tra pizze nerastre e ricordi di gelati azzurrini, in fondo senza scomporci troppo rispetto al colore, magari più attenti a questioni di salutismo e digeribilità. Che significa? Il gelato al puffo è postmoderno e il carbone vegetale è post-post moderno?
Ma torniamo al pane blu di Man Ray: è stato sufficiente cambiare il colore di un oggetto quotidiano e familiare, buono nel senso più rassicurante del termine per renderlo qualcosa di diverso, a suo modo inquietante, lontano dalla sua connotazione solita di alimento per eccellenza. La sua baguette non è più qualcosa da mangiare, ci invita a scoprire altri significati: pane come simbolo di fecondità, legame tra la forma fallica e quella della baguette, blu come colore legato alla sfera maschile connessa all’aria e al cielo in contrapposizione al legame tra la donna e la terra. E tutto questo soltanto cambiando il colore della familiare baguette.
Ovviamente mettere insieme il pane blu e il carbone vegetale e il gelato al puffo è un mio divertimento, ma è simpatico notare come non ci faccia effetto mangiare alimenti neri o blu e come allo stesso tempo l’aver dipinto un alimento sia servito in un’opera d’arte per farlo diventare qualcosa di completamente diverso dalla sua funzione originale.
Probabilmente oggi la stessa azione non avrebbe uguale efficacia. Sempre per giocare un po’ vorrei riportarvi una ricetta di Ugo Tognazzi ovvero il risotto azzurro: qualche goccia di blu di metilene per l’insolito colore e gamberi di fiume lessati per accompagnare… che ne avrebbe detto Bruno Munari?
https://www.youtube.com/watch?v=arMB3H99mqE
Serena Manzoni