Collenottolo 2008 Tenuta Bellafonte

Di Fabio Riccio

E’ un appuntamento irrinunciabile: ogniqualvolta che alla Drogheria Buonconsiglio di Vasto c’è qualche degustazione di vino con relativo produttore “dal vivo” sono ospite fisso – poco ci manca che ho sedia e calice personale…

Collenottolo 2008
Paolo Pallozzi

Anche il rendez-vous di giovedì 26 Febbraio 2015 è stato come sempre all’altezza delle aspettative, e tutti i partecipanti alla serata hanno così avuto modo di scoprire ed apprezzare i vini di una azienda umbra, la Tenuta Bellafonte di Bevagna con la presenza suo deus ex machina Peter Heilbrom (nonostante nome & cognome teutonici, è milanesissimo) e del sempre bravo Paolo Pallozzi de Les Caves de Pyrene.
Quando c’è il produttore dal vivo la degustazione diventa sempre un altra cosa, c’è poco da fare

collenottolo 2008
Peter Heilbron

Sentire dalla viva voce di chi fa’ il vino, raccontare come lo fa’ e, cosa più importante perché lo fa’, è impagabile.

Tralasciando le aziende a conduzione industriale (non è detto che poi non possano fare anche loro buoni vini) istintivamente oriento le mie preferenze di gastrodelirante politicamente scorretto per le piccole e piccolissime aziende, dove si percepisce che dietro quel che riempie i calici, c’è un preciso progetto condiviso magari da più persone per scelta precisa, quasi ideologica, e non perché dietro c’è un consiglio di amministrazione a cui render conto dell’operato.

Dietro questo tipo di piccole aziende, a ben vedere (poi..) c’è sempre un sogno.

Un sogno a cui si arriva per diverse strade, tutte però accomunate dal desiderio di far qualcosa di buono, e perché no, anche di bello.

Anche un vino può essere bello.

collenottolo 2008 Tenuta BellaFonteAnche la Tenuta Bellafonte di Bevagna non si sottrae a questo che non è uno schema, ma un semplice rilievo fatto da una persona come me che semplicemente ama il vino…

Chi conosce gastrodelirio ben sa che ho maturato ed evoluto un approccio al vino ben diverso da quello che avevo in passato.

Buttati alle ortiche gli eccessi di tecnicismo, comuni ad un certo tipo di pensiero enoico “con paraocchi”, arrivato a questo punto dell’evoluzione del mio palato e del mio gusto, preferisco semplicemente dire che un vino mi piace, o meno.

Anche se come paragone può sembrare irriverente, certi vini sono come le persone.

Magari appena li incontri li detesti o li adori, salvo poi farli “decantare e evolvere” per vedere cosa ne esce fuori.

Però, a dispetto di questo approccio figlio dell’immediatezza, il (mio) crinale che delimita il sottile filo che decreta (mi perdoni Omar Khayyām per il pensiero rubato) se un nettare di bacco mi smuove qualche corda, rimane sempre lo stesso: il semplice piacermi (o meno). Stop.

E… questo senza scomodare mosse, mossette e trite frasi da sommelier semi-isterico di periferia, ma basandomi solo sulle sensazioni del cuore e della godibilità complessiva – buono o no buono diceva il buon Andy luotto – fine – la tecnica viene dopo.

Dicevamo… Tenuta Bellafonte, Bevagna Umbria, Italia.

Peter Heilbrom, un passato di manager di importanti aziende, un presente di Vignaiolo. Un sogno realizzato.

Uno di quelli che piacciono a me.

Premettendo che amo tutto quello che nell’universo enoico è in qualche modo imparentato alla evanescente nebuolosa dei cosidetti “vini naturali” (virgolette d’obbligo), c’è da dire che i vini della Tenuta Bellafonte mi sono piaciuti.

Vanno dritti al cuore, prima che al naso e al palato. Questo è quello che conta.

Mi piace l’approccio pragmatico e non “ideologico” verso metodi di allevamento in vigna per quanto più possibile puliti e rispettosi del territorio, ma senza superflui esoterismi.

Mi piace come si lavora in cantina.

Mi piace anche sapere che in azienda si punta ad “un biologico di fatto”, non certificato, ma reale, tangibile – stante anche le maglie un po’ troppo larghe dei vari disciplinari che in Italia regolano il mondo del bio & dintorni.

Mi piace anche la scelta di puntare su un vitigno si’ territoriale, ma non troppo modaiolo e considerato da alcuni anche un “rognosetto” come il Sagrantino, con rese basse che però di solito vogliono dire quasi sempre qualità.

Mi piace molto la ricerca di sobria eleganza nell’assecondare questo vitigno, che (immeritatamente) si porta la fama di vinone che macchia la tovaglia…

Per amore di onestà devo anche dire che di “Sagrantini” in vita mia non ne ho assaggiati poi tanti. Un errore, credo.

Mea culpa.

Però, a discolpa, io e il Sagrantino per svariati motivi, magari logistici, magari legati al fato, ben poche volte ci siamo incrociati.

Allora, cosa di meglio per rimediare che una bella degustazione?

E’ così si arriva tra un assaggio e un altro al fatidico momento di quando il Collenottolo 2008 Tenuta Bellafonte arriva nel mio calice.

Il colore è bello, un ammiccante rubino appena opalescente, ma anche luminoso, non sembra neanche un “non filtrato”. Evviva!

Il naso inizia il suo lavoro. Fin dalla prima “sniffata” è subito tombola.

Un po’ di respironi e avverto da subito il complesso rosso di certi frutti di bosco ben maturi, ma anche la giusta parte di alcool, che gioca a nascondino con un bel sentore di viole.

Ma basta poco, che come colpito da un maglio che schiaccia cosa c’è sotto, l’alcol si stempera e si palesano spezie d’oriente e cortecce di conifere, ma anche un tocco di tabacco Loidecea o Latakia che dir si voglia (quello levantino delle pipe eh…) e, anche a costo di essere tacciato di allucinazione sensoriale, tracce del tanto bistrattato sentore di cane bagnato, sentore che al sottoscritto piace molto, non riuscendolo ad inserire nel novero dei “difetti”, anzi.
Qualche minuto di chiacchiere e celie con
Peter (Pietro) Heilbron, ottimo conversatore e seduto al mio fianco, e con timore reverenziale avvicino le labbra al calice.

Ragazzi… è buono, molto.

Un festival di sensazioni anche qui, gran festa pure per il palato, oltre che per il naso.

Lungo, lunghissimo, ma anche fresco – è seducente.

I tannini ci sono, e ci mancherebbe altro, ma con una eleganza non da poco – non potrebbe essere altrimenti – ma vivaddio, è un vino che prima di arrivare al mio calice si è fatto 36 mesi in botti vere e grandi, anzi grandissime, mica “bagni chimici” in sottoprodotti di falegnameria!

Peter (Pietro) versa anche nel suo calice, sorride. Sprizza orgoglio da ogni poro, con piena ragione.

collenottolo 2008Quando il produttore è anche buon consumatore della sua creatura, ho fiducia. Stop.

Riccardo, Fabio e Gianfranco (i ragazzi della Drogheria Buonconsiglio) rimpinguano di continuo i calici.

Nel frattempo arriva anche il resto del cibo… e anche questa volta “i tre droghieri” non sbagliano: il panino morbido con stracotto sembra fatto apposta per questo vino!

Assaporato lo stracotto, il palato si fa’ più attento, e così si lascia il tempo al Collenottolo per evolversi, anche se il gran traffico di calici al tavolo e nella sala non lascia requie.

Al naso sbocciano nuovi sentori, a tratti ferrosi e di ozono, a momenti floreali, mentre al palato si fa’ ancor più complesso, caldo, quasi come un abbraccio di chi ti vuole bene.

Ecco: un vino che ti vuole bene.

Mi piace, semplicemente mi piace. Molto.

Grazie Peter, (Pietro)


P.S.Durante la serata abbiamo degustato sempre del Collenottolo anche altre due annate, la 2010 e la 2011.

Gusto, colore e sensazioni per certi versi assimilabili al 2008, diverse da bottiglia a bottiglia, e logicamente più “acerbe”.

Il tempo lavora per il Collenottolo, non c’è dubbio. Aspettiamo fiduciosi.

Grazie ancora Peter.


 

Tenuta Bellafonte
Società Agricola a r.l.
Via Colle Nottolo, 2
06031 – Bevagna (PG)

Tel: +39 0742 710018/9

www.tenutabellafonte.it
mail: info@tenutabellafonte.it

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