Il mio lievito madre si chiama kira
Pane e …anime
Di Stefano Capone
Ci sono serie possibilità che coloro che conoscono gli Shinigami facciano o provino a fare a casa il pane e tutti i prodotti della panificazione usando il lievito madre.
Cosa è uno Shinigami?
E soprattutto, cosa potrà mai azzeccarci una cosa dal nome così orientaleggiante con il lievito madre?
Capirete probabilmente, leggendo il seguito, che un sottile filo cerebrale collega le due cose.
Ho un caro amico, cuoco raffinato, espertissimo di malinconie e cucina che è riuscito, con metodica pazienza a condurmi, e lasciarmi, dentro un paio di tunnel da cui non credo riuscirò a venir fuori facilmente.
Durante le varie cene intorno ai fornelli di casa mia fatte di vino e gran buon cibo (il suo), la parola ha sempre avuto un ruolo primario e, chiacchiera dopo chiacchiera, bicchiere dopo bicchiere, ci siamo ritrovati a discutere circa la sua passione per alcuni anime psicologici giapponesi, specchio – dice – della complicata e ansiogena natura dell’animo umano.
Roba seria!
Per chi non avesse chiaro il concetto, gli anime sono i film di animazione giapponesi, intendendo in questo caso le serie di un certo spessore qualitativo.
Titubante e assolutamente ignorante in materia, chiacchiera dopo chiacchiera, bicchiere dopo bicchiere, mi sono ritrovato seduto sul divano a seguire un suo consiglio:
«inizia a vedere Death Note! E’ l’anime di riferimento. Se superi le prime due puntate sei nel tunnel…»
Ne ho viste 37.
Tutte.
Con accanimento assoluto.
E qui spuntano gli Shinigami, simpatici demoni svolazzanti a bassa quota, che mangiano solo mele e giocherellano con le sorti degli ignari umani con cui vengono in contatto.
Primo tunnel beccato in pieno.
Si dà il caso però che, oltre che grande conoscitore dell’animazione giapponese, il nostro caro amico sia anche esperto panificatore naturale con lievito madre e farine non raffinate.
I nostri convivi prevedevano e prevedono tuttora, quindi, pani e pizze di ottima fattura (la sua) e discussioni accese su questo o quel cartone, su questa o quella farina.
L’entrata del secondo tunnel l’ho intravista quando, ormai vista e rimpianta l’ultima puntata di Death Note, il nostro sempre gradito ospite si è presentato alla porta di casa con un barattolino:
«Ormai sei pronto. Questo è un pezzo del mio lievito madre Si chiama Kira. É arrivato il tuo momento! Puoi panificare da solo»
No!
Grandissima responsabilità!
Kira è il protagonista di Death Note!
Rappresentazione estrema del bene e del male!
Come il pane!
Come la pizza!
Imboccato il secondo tunnel…
Irreversibilmente.
Da quel momento è un susseguirsi frenetico di:
-
Rinfreschi periodici del lievito altrimenti muore…
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Ansia
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Mai cambiargli il contenitore…
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Eh sì, il lievito madre riconosce la sua casetta e si affeziona alle sue spore…
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E l’idratazione? Al 50 o al 100?
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Indecisione.
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Ricerca della farina giusta.
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Bandita la 00!
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Impasto del pane ogni 3 o 4 giorni
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Piega e sigilla per incamerare l’aria
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Congelatore stracolmo di fette
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La pasta è incordata!
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Gioia!
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La pasta non si incorda!
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Fallimento!
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Lievitazione fallita…
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delusione esistenziale.
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Lievitazione prorompente
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Felicità estrema
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Tentativo focaccia.
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Riuscito!
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Guarda che alveoli!
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Lacrime!
Il magico cubetto di lievito di birra mi aveva negato finora questo loop giornaliero di sensazioni forti e opposte che solo quel blob surreale di farina, acqua e lieviti naturali rinchiuso in un barattolo ti costringe a provare per garantirgli la sopravvivenza.
Nessuna certezza del risultato: vittorie e sconfitte.
Tripudio dell’alveolo.
Rivincita del pane azzimo.
Esattamente la stessa sinusoidale adrenalina avvertita con la saga di Death Note, seguendo le alterne controverse vicende di Kira.
Oggi è giorno di rinfresco… e di anime.
…49° puntata di ”Monster”.
Stefano Capone
Mia moglie è un po maniaca del lievito madre, lo coccola come e più diun figlio… ci manca solo che ci da un nome e siamo fritti.
Non le parlerò di questo articolo qui sul web, altrimenti son guai!
Saluti da Ulderico