Di Fabio Riccio
Voglia di mettersi ai fornelli alle 21,15 come al solito poca, per meglio dire zero.
Si mangia fuori, deciso. Stop.
Questa volta i pensieri su dove andare si incontrano all’unisono.
E’ raro in casa gastrodelirio, ma succede.
Andiamo a cena in un locale dal target indefinibile, come ce ne sono tanti in Italia, un po’ ristorante, un po’ (presunta) enoteca, un po’ non-so-bene-cosa, locale dove un tempo la più grande attrattiva era “quel” cameriere simpatico, un po’ pazzerello, ma efficiente.
E’ parecchio che non ci si va’.
Il cameriere simpatico non c’è più, nel senso che si è trasferito altrove.
Lo rimpiazza un altro, anche questo sembra simpatico, al contrario del gestore, simpatico e affabile come un calcio sugli zebedei.
Vabbè… ormai si è lì, e li si rimane.
C’è gente, per fortuna (del titolare…)
Il menù è identico fin nei più piccoli particolari da quando il locale è aperto, così come la carta dei vini, quasi incisa nel bronzo, ma per fortuna (oppure “per sbaglio”) c’è qualche bottiglia niente male, almeno per certi canoni – i miei, vale a dire.
Della cena non parlo, niente di che.
Commestibile – in giro c’è di peggio – nulla di memorabile.
Arriva il momento del conto…
Tutto sommato è onesto, e la ricevuta (fiscale) arriva subito, senza richieste.
Do’ un occhio al documento fiscale e… tra le varie voci c’è quella che per me è una “originalità” che urge abrogare: il coperto.
Un euro a cranio!
Cifra risibile, ma c’è.
Stop.
Senza curarsi di tre millenni di civiltà, ben più di un ristorante italico ancora si ostina a tenere in vita questa gabella di scuola levantina, un insopportabile retaggio oscurantista che ancora spaventa certi stranieri poco avvezzi alle italiche usanze.
Un balzello, ma in cambio di cosa?
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L’ipotetica acqua di rubinetto che pochi servono?
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Affitto e usura di tavoli e sedie?
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La “tacchia” (come dicono a Roma), quando tavolo e pavimento sono sbilenchi?
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Il conto della lavanderia per tovaglie & tovaglioli?
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Il fatto che il cameriere mi porta i piatti, invece di lanciarmeli al volo?
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Il servizio affilatura coltelli di una nota marca, quella del rettile mordace inciso?
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Il riscaldamento del locale?
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La percentuale per pagare il conto dell’idraulico per il rubinetto che il giorno prima si è rotto in cucina?
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I tovaglioli di carta simil-mensa?
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L’ammortamento delle lampadine fulminate in sala?
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Il costo per il WI-Fi in sala che non funziona mai bene?
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Il toner per la stampante che fa la ricevuta?
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L’aria (condizionata o meno) che respiro ?
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No…
Il coperto, è un balzello anacronistico, poco da aggiungere.
Sono stufo di vederlo (e pagarlo…)!
Per fare bella figura con i clienti, semplicemente basterebbe “spalmare” il coperto (altrove… detto anche “servizio”) sul costo dei singoli piatti, come già fanno tanti ristoratori onesti.
Semplice.
Invece no: ben 2 euro per due persone, pagati per il solo fatto di essersi seduti.
Non ho parole – forse solo parolacce.
Siamo nel ventunesimo secolo dell’era volgare, sarebbe il caso di regalare un bel calendario a questi ristoratori che, si ostinano ad applicare questa gabella del nulla, quasi una una tassa sull’aria che si respira…
Magari loro, si aspettavano anche la mancia.
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Anacronistico o meno… purtroppo il coperto rimane vivo e vegeteto.
Ma non si può fare una legge per vietarlo?
Io non mi meraviglio e neanche mi scandalizzo.
Siamo in Italia, patria dei balzelli più strani e anacronistici.
Basta vedere cosa paghiamo quando facciamo il pieno alle nostre auto…
vedi – http://www.finanzautile.org/benzina-nuovi-record-ecco-lelenco-delle-vergognose-accise-sui-carburanti.htm