Una ”bella” bottiglia di birra!
Di Stefano Capone
Quanto mi piacciono le bottiglie austere!
Ho dei modi decisamente strani di selezionare ciò che berrò.
Fermi restando i classici paletti dell’artigianalità, della territorialità, della naturalità, dell’originalità e di praticamente di tutto ciò che finisce con la a accentata, quando si tratta di scegliere birre o vini mai assaggiati da provare per la prima volta, non è mi indifferente l’impatto estetico della bottiglia.
Ho un approccio piuttosto psicologico con la scelta. Se la bottiglia si presenta barocca mi viene da pensare che anche il contenuto sia fuori misura.
Se invece l’aspetto è sciatto e generico, ho la sensazione, tante volte confermata, che ciò che andrò a bere possa essere altrettanto insignificante.
Ammesso e non concesso che questa possa essere un regola ritengo comunque plausibile uno stretto legame metonimico tra un prodotto, che sia vino o birra, e l’intelligenza estetica della bottiglia che lo contiene.
E così, in questo traccheggiare filosofante, qualche sera fa, in cerca di nuovi gusti, ho aperto una ”bella” bottiglia di birra!
Effettivamente le birre del Micro birrificio Trunasse di Castelletto Stura in provinica di Cuneo (… è il mio periodo piemontese…) si presentano in bottiglie essenziali ed austere, proprio come piacciono a me e, non avendole mai assaggiate prima, hanno, anche per questo, attirato la mia attenzione un po’ sospettosa.
Del birrificio Trunasse avevo letto durante il mio vagabondare sulla rete, grufolando qua e là per scovare qualche prodotto interessante.
Ovviamente, tengo a precisare, non solo le fattezze della confezione mi hanno intrigato ma anche la storia di questo birrificio, nato in una zona molto fertile di iniziative, dall’idea di due fratelli, Paolo e Roberto Lerda che hanno tirato su un Brewpub ed soprattutto un impianto di produzione molto ben considerato nel mondo della birra artigianale.
Con le ovvie difficoltà che si presentano nel reperire questa tipologia di prodotti, alla fine però il corriere espresso ha bussato alla mia porta con un bel cartone di birre provenienti dritte dritte da Castelletto Stura.
La birra di cui si parlerà è la Zoe, quella prodotta da più anni e quindi, probabilmente la più rodata.
Parliamo di una birra ad alta fermentazione liberamente inspirata, da quello che posso intuire, alle Kolsch di Colonia (eccezione tra le innumerevoli basse fermentazioni tedesche), anche per la presenza, oltre al malto d’orzo, del grano tenero.
Un tipo di prodotto, non molto diffuso in Italia, anche perchè non è semplicissimo da ricreare nelle sue peculiarità migliori.
L’approccio è di per sé buono vista la bottiglia assolutamente nera, sempre positiva in ogni stile contro l’aggressività della luce e anche per l’utilizzo del tappo a corona con sottotappo, rarissimo.
Il tutto denota una grande attenzione alla conservabilità della Zoe.
Altro punto a favore dei bravi Paolo e Roberto, l’indicazione, in etichetta, oltre che del titolo alcolico (5%), degli ingredienti e delle altre classiche annotazioni, anche della specifica gradazione Plato.
Ma finalmente riempiamo i bicchieri.
Il colore è un bel giallo brillante ammorbidito dalle sensazioni bianche del frumento.
Ovviamente la mancanza di filtrazione e la tipologia di birra, conferiscono al liquido una affascinante opacità.
La schiuma, candidissima, forma un bel cappello fine e lungamente persistente che si aggrappa alle pareti del bicchiere in durevoli disegni.
Insomma, una ”bella” birra.
Appena versata, vengono fuori profumi decisamente agrumati, note dolci di miele e di biscotto molto delicati.
Il gradevole fruttato e la freschezza floreale rivela al naso l’utilizzo verosimile di luppoli aromatici importanti.
I presupposti per un sapore altrettanto invitante ci sono tutti.
Infatti la Zoe è al palato una birra estremamente beverina.
I sapori agrumati ed allo stesso tempo dolci solleticano amabilmente le papille supportati da una carbonatazione indubbiamente presente e da una stilettata di amaro finale che prepara la bocca al bicchiere successivo e a quello ancora successivo…
Insomma, per quanto posso dirvi, una birra veramente ben fatta…
Ma oltre che buona, anche bella…
… pure l’occhio vuole la sua parte.
BIRRIFICIO TRUNASSE
Via Levata, 11, 12040 Castelletto Stura CN
tel. 328 273 0671
www.birrificiotrunasse.it
Stefano Capone
Ad avercene di piú birrifici di vera qualità. Al Trunasse sono davvero dei piccoli genii… Peccato che intanto ancora troppi tracannano birraccie infami da hard discount.
Lunga vita alla Zoe!
Grande birra la Zoe! Ma anche le altre di Trunasse non sono da meno…
Bello e ben scritto anche l’articolo, complimenti!