Di Serena Manzoni
Oggi facciamo un po’ di didattica… ormai si parla moltissimo di cibo ed alimentazione sempre più convinti che siamo quello che mangiamo e che il discorso alimentare è parte integrante e importantissima sia della nostra salute che della nostra cultura. Siamo quello che mangiamo e quello che mangiamo ha direttamente a che fare con il periodo in cui viviamo, con le sue filosofie e modi di essere e di vivere, con la sua tecnologia e con lo stato della scienza. E’ sorprendente che ancora oggi la storia dell’alimentazione o comunque una materia che abbia a che fare con il nutrimento non sia entrata a fare parte delle materie scolastiche accanto alla storia e alla matematica, ma di che ci stupiamo?
Quello che si dice sullo stato attuale della scuola non è di certo confortante. Lasciamo stare però le polemiche e prendiamo invece in mano i libri e prepariamoci a leggere. Se prestiamo un po’ di attenzione certo ci renderemo conto che non si è sempre mangiato come mangiamo oggi, né per quanto riguarda i cibi né per quanto riguarda il modo di servirli. E che non si mangia allo stesso modo in ogni parte del mondo. E’ da un po’ di tempo che, tra le mie letture, scelgo libri di storia dell’alimentazione, per cercare di rispondere alle solite domande del chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo…
Questa volta è toccato a Storia del dessert – la più dolce delle invenzioni di Michael Krondl edito da Odoya, casa editrice bolognese. Trovato negli scaffali di una libreria di Milano, non poteva non attrarre la mia attenzione, golosa e curiosa come sono. Il libro propone una passeggiata tra i dessert di diverse tradizioni tra le più importanti per la storia del dolce: India, Medio Oriente, Italia, Francia, Vienna e infine gli Stati Uniti, cercando di capire “che ruolo possano avere i dolci in un contesto storico e sociale”. Uno degli spunti da cui parte il libro è la considerazione che il dolce è espressione di qualcosa che non ha soltanto a che vedere con la necessità di nutrimento e che, spesso, ha rappresentato qualcosa di speciale e costoso, per le occasioni, per la soddisfazione di bisogni in fondo non primari. Sarà affascinante e interessante scoprire la vera e propria passione indiana per i dolci, per lo più a base di latte e strettamente legati alla sfera religiosa del pantheon induista dove troviamo divinità golosissime. Il Medio Oriente ci immergerà nei suoi profumi, negli aromi di acqua di rose e nelle sfoglie fragili del baklava più buono.
Leggere dell’Italia ci farà sentire forse un po’ più a casa, sperando di non aver dimenticato la scansione alimentare che ci dà il calendario e cercando di riconoscere quello che rimane di medievale nei dolci a cui siamo avvezzi. E poi saremo in Francia con Antonin Carême e con Maria Antonietta, ma anche con Pierre Hermé nella Parigi di oggi. E pian piano ci renderemo conto che non solo il dessert ha un suo perché ma anche il luogo e il modo in cui lo si consuma. A Vienna balleremo un valzer al cioccolato sulla glassa delle torta Sacher e scopriremo che per questa torta ci sono state battaglie legali, negli Stati Uniti scopriremo parchi giochi dolciari e la nascita del bambino consumatore.
E poi, vi siete mai chiesti quando e come lo zucchero è entrato nelle preparazioni dolciarie? Da dove arriva la torta nuziale o il gelato? Sapete che la sfogliatella napoletana è di origine araba? E che cosa significa dessert?
Il libro è decisamente godibile, anche se quello che consiglio (per prima a me stessa) è di rileggerlo, di studiarlo, di fissare alcuni concetti prendendo appunti e approfondendo argomenti e suggestioni, tra un macarons e l’altro…
Storia del dessert
La più dolce delle invenzioni
Di Michael Krondl
Prefazione di Gino Fabbri
Editore: Odoya Bologna
Serena Manzoni