Di Fabio Riccio
Roma. Il pantheon – monumento famoso in tutto il mondo, la sua piazza. Uno dei luoghi più belli, ma anche più traboccante di turisti in città.
La piazza e i dintorni, sono incessantemente invasi da orde di turisti inferociti provenienti da ogni angolo del globo, e forse anche oltre.
Ma con i necessari distinguo, questa massa informe con i tratti somatici di tutti i continenti, oltre a far perdere la pazienza scattando a ripetizione inutili foto a chi (come il sottoscritto) vorrebbe solo godersi la bellezza del luogo senza dover scansare ogni due passi il “fotografo” di turno, ha in realtà una sola e ben precisa missione: mangiare.
E… così i turisti mangiano, mangiano, mangiano senza sosta ad ogni ora del giorno e della notte. Per alcuni ho l’impressione che il viaggio nella città eterna sia solo un pretesto per trangugiare compulsivamente alimenti.
Mangiare – forse è una parola grossa, sarebbe meglio dire inghiottire calorie di bassa, se… non pessima qualità. Tutta la zona è un vero e proprio concentrato di posti (più o meno improbabili) dove ci si ciba, ma dove con la parola cibo, si intende la maldestra trasformazione o il post-riscaldamento diretto o indiretto di materia (più o meno…) commestibile, cosa ben diversa dal concetto di cucina.
Pizzerie aperte quasi 24/H – osterie con e senza la canonica “H” ma senza osti degni di chiamarsi tali.
Ristoranti più o meno pretenziosi, con menù plurilingue persino in sanscrito, aramaico e giargianese. Locali per vegetariani, o per ogni “sfumatura” di “ani” & “isti”. Manca solo un qualche locale per “digiunisti”, ma forse sono solo io che non lo ho beccato…
Come i più attenti tra i lettori di gastrodelirio ben sanno, ho da tempi non sospetti lo stramaledetto vizio di ficcanasare tra i tavoli dove la gente mangia. Con noncuranza, magari con gli occhiali da sole per farmi notare di meno, ma quando posso, lo faccio sempre.
Ieri mattina in zona Pantheon e dintorni, i miei sforzi di osservatore del cibo altrui, sono stati premiati: sono incappato in tre “chicche” (tutt’altro che gastrodeliranti…) che non posso esimermi dal raccontare ai lettori.
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Coppia di turisti (si fa’ per dire..) di qualche paese orientale del centro-sud-est pacifico. Età sui 30 anni, firmati da testa a piedi, ad occhio e croce più di 2000 euro di abiti pro-capite. Lei mangia una pizza improbabile dai colori sgargianti tendenti al fluorescente, lui un risotto dall’aspetto abbacchiato e dai sentori vinilici percepibili a distanza. Sorridono.
Ad un certo punto il “lui” della coppia, una malriuscita ibridazione tra il Bruce Lee di dalla Cina con furore con “Er Piotta”, con aria amorevole scodella due cucchiaiate di risotto (dal colore giallino smorto – probabilmente curcuma spacciata per zafferano) sopra la pizza di lei che, all’istante sparge con cura degna di miglior causa la poltiglia sulla pizza. Fatto questo, felice e giuliva divora l’originalissimo pizz-risotto…
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Altro pseudo-ristorante con vista Pantheon. Al tavolo (da solo) c’è un omone americano avanti con gli anni e vestito come e peggio di un agricoltore del midwest nel giorno del ringraziamento. Sembra appena uscito da un romanzo di Steinbeck.
Incurante della sua (per il luogo…) ridicola salopette, e con tanto di cappellino pubblicitario di una nota multinazionale delle sementi OGM, ingurgita un paninazzo con pomodori e latticini sul mezzo metro di lunghezza.
Al terzo morso, chiama un cameriere chiedendo qualcosa. Mi fermo a sbirciare. Dopo poco arriva sul tavolo una birra gigante da litro, e fin qui va bene, ma insieme alla birra anche un contenitore plastico di aceto balsamico di una nota ditta (non quello tradizionale di Modena, eh..). A questo punto il farmer letteralmente smonta il panino, e lo inonda dell’intruglio acido-caramelloso in bottiglia, ma non è finita…
Non contento, il farmer mette anche un bel po’ di aceto balsamico nel calice della birra, che subito assume un colore da bevanda analcolica “made in Atlanta”. Scappo via, inorridito.
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Ancora… gruppetto di ragazzotti a prima vista spagnoli, ma di certo in eccedenza di produzione testosteronica, visti gli apprezzamenti ad alta voce su ogni essere umano di genere femminile a portata di visuale. I giovani Iberici mangiano su un muretto un qualcosa su piatti di fortuna. Con la coda dell’occhio osservo la scena. Sembrano spaghetti, anzi lo sono. I baldi giovanotti però hanno serie difficoltà ad arrotolarli (neanche fossero inglesi… sic!)
Però… poco dopo, arriva il colpo di genio di uno dei giovani (presunti) iberici. Con un coltellino dell’esercito svizzero, inizia a tagliuzzare i malcapitati spaghetti in pezzi, e questo tra le grida di giubilo dei suoi amici. Li mangiano anche. Ne spargono anche un bel po’ per terra. Non si preoccupano però di ripulire. Poi dicono…
Basta con gli orrori gastronomici!
Sono quasi le 13, e ho un appuntamento: sono atteso da Armando al Pantheon appunto.
Prima di tutto, e già da tempi non sospetti mi chiedo come un ristorante VERO, con una cucina VERA e ben strutturata che ti fa’ voglia di tornarci, riesca a trovare il suo giusto spazio, e per fortuna anche a prosperare, in questa specie di Barnum delle calorie di infima qualità per turisti farlocchi che è diventato questo (incantevole) angolo della capitale.
Armando, che in realtà si chiama Claudio (ma in sala ci sono anche fratello e figlie…) è prima di tutto una civilissima persona, per certi versi veramente un marziano catapultato da qualche astronave in questa zona (permettetemi la citazione Flaianesca…).
La prima cosa che colpisce è la targa fuori il locale con in bella vista gli orari di apertura, e i giorni di chiusura.
Chiuso il sabato sera e la domenica. Incredibile! Per la zona è una sorta di anatema, visto che siamo al centro di un “mangificio” bene avviato aperto quasi a tutte le ore.
Ma la vita per Armando & famiglia, non è solo lavoro, e il bravo Claudio lo dice a chiare lettere a chi gli chiede il perché di questa scelta!
Il locale ha una lunga storia alle spalle, mezzo secolo e più tutto in famiglia, e ancora adesso la famiglia è “lo zoccolo duro” di chi sta dietro i fornelli che, del territorio e di un certo tipo di “romanità” in cucina ne ha fatto una bandiera. I piatti sono quelli classici della capitale, senza troppi compromessi per turisti di “bocca buona”. La materia prima è impeccabile, e c’è anche il bonus di più di un indovinato colpo d’ala qua e la’ nei sapori per renderli più affascinanti.
Si aprono le danze con della mozzarella che arriva fresca fresca dal casertano, da un caseificio di Cancello Arnone – semplicemente ottima – ma c’è anche altro.
Nel reparto paste, spaghetti & dintorni, Matriciana, Griscia, Carbonara e Cacio e Pepe sono semplicemente da manuale. Nel reparto legumi, la pasta e ceci (in mia opinione)è forse la migliore mai mangiata. Le carni poi sono ben saporite – budella e frattaglie e tutto il quinto quarto qui (visto che siamo nella capitale) trovano la loro giusta esaltazione. Ma anche il bollito (se non erro si chiama alla Picchiapo‘ – qualche lettore mi corregga se sbaglio) è semplicemente da scarpetta obbligatoria – scusate se è poco.
Dimenticavo… c’è anche da bere in maniera corretta al calice, oppure pescando da una carta intelligente, e anche degli ottimi dolci.
Un locale gastrodelirante, davvero – ci tornerò!
Salita dè Crescenzi, 31 00186 – Roma, Italia Tel. 06 68803034 www.armandoalpantheon.it
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Effettivamente trovare in centro a Roma un ristorante come “Da Armando al Pantheon” è davvero difficile.
Peccato che in questi giorni era chiuso.
Abbiamoprovato altri posti, alla fin fine abbiamo anche mangiato decentemente, ma non come da Claudio & famiglia…
Se l’anno prossimo torniamo a Roma in questo periodo, speriamo di trovarlo aperto.
Buon 2015 a tutti!
Peccato averlo trovato chiuso in questi giorni di festa… Ci rifaremo al prossimo viaggio a Roma!
Buon appetito!
Poco da aggiungere all’articolo. Da Armando si mangia bene, e relativamente alla “location” importante e super-iper-maxi-ultra affollata i prezzi sono giusti…
Peccato però che nel raggio di un paio di Km dal panntheon di locali così non se ne trovano…
Peccato per le ferie agostane… In estate a roma è già difficile mangiare…. e se uno dei pochi che mi piace è chiuso, uffa!
Grande ristorante, e grandi persone Claudio, Fabrizio e Fabiana!
Un pezzo di Roma che andrebbe preservato, un pezzo di cuore che trova nella cucina la sua apoteosi!
Navigando su internet cercando indirizzi “validi” su dove mangiare a Roma sono capitato su questo sito. Io vivo negli USA ormai da piú di 30 anni ma sono della provincia di Viterbo, ma ogni po’ di anni passo sempre un mesetto in Italia giusto per rinfrescara la lingua e visitare i parenti. Allora, io da Armando ci sono gia’ stato credo 20 anni fa o di piu’, e mi era molto piaciuto. Leggendone cosi’ bene di sicuro ci tornero’, anche se l’autore dell’articolo sembra che abbia incontrato i turisti piu’ scemi che girano, io di sicuro non metto l’aceto balsamico nella birra!
A meta’ settembre (quando vengo io e la famiglia) siete aperti?
Auguri dal Alabama!!
Nessuna presentazione ufficiale??
Grazie a tutti, mi avete emozionato e nello stesso tempo rassicurato che la strada intrapresa è quella giusta.
Vi vorrei informare che dal 23 luglio, nelle librerie ma anche da me, si potrà trovare un mio libro ” Menù letterario della cucina romana ” edito Atmophere € 15,00, che racconta, attraverso aneddoti di personaggi più o meno celebri e ricette, 53 anni di storia di Armando al Pantheon. L’ho scritto l’anno scorso quando sono dovuto stare a casa un mese e mezzo a causa di un incidente col motorino. L’ho scritto per nostalgia, per voglia di ricordare mio padre, per salvare un pezzo di Roma che ormai non esiste quasi più. Naturalmente se passerete o comprerete il libro da noi, sarò felice di dedicarvelo.
Un abbraccio a tutti e un grazie a Fabio Riccio che mi ha dedicato questo suo spazio!!! C.
A Cla’… peccato che in agosto non ci sei… già roma si svuota (alla faccia della crisi) e tu giustamente ti godi le ferie, però ci togli la possibilità (quando le tasche non sono troppo vuote) di mangiare qualcosa di buono senza avventurarci fuori del GRA…
Claudio… ma sei veramente ovunque!! magari tra un po’ anche quelli di Topolino ti trasformano in fumetto e così leggiamo di te anche li’!
Scherzo… Qui parliamo di uno degli indirizzi più affidabili dell’intera città, dove l’amore per le cose fatte bene lo si sente, eccome.
Ciao Claudio!!!!!!!!!!!!!!
Gran bella fotografia con occhio arguto di questa splendida piazza, e della ottima cucina di Claudio & famiglia!
Armando (in effetti Claudio et compagnia familiare e non…) Papa subito?
Diciamocela tutta… non perchè io voglia “incensare” Claudio e tutto lo staff di “Armando”, perchè sono davvero bravi e non ne hanno assolutamente bisogno, ma onestamente, mi sapete dire nel cosiddetto “centro di Roma” quanti (e quali) sono i ristoranti “veri” dove si può mangiare qualcosa senza ne’ svenarsi ne’ avvelenarsi? Io li conto sulle dita di una sola mano…
Non sono un esperto di gastronomia, e neanche ho voglia di esserlo.
Però, come normalissimo cittadino della capitale, che al ristorante non riesce ad andarci molto spesso per una serie di problemi anche economici, con figlio disoccupato, rate da pagare etc etc, quelle poche volte che ci vado una delle mie tappe obbligate è proprio da Armando, che nonostante sia in un posto superinflazionato da turisti di ogni dove, riesce sempre a farmi felice con dei piatti che mi ricordano quelli di una mia zia, purtroppo defunta, che in cucina era fantastica.
Peccato che a Roma (non i dintorni) i ristoranti che hanno un approccio positivo ed intelligente alla cucina come quello di Claudio & famiglia sono davvero pochini.
Non parliamo poi del centro della nostra città. Mangiare decentemente senza essere spennati o peggio ancora letteralmente “avvelenati” con le ricorrenti visite di estrema urgenza alle toilettes è diventato davvero difficile.
Meno male che Armando c’è… peccato che Claudio sia romanista, ma a tavola ‘ste cose le metto da parte!
E… che in questo locale ci si sta bene, e si mangia bene, c’è poco da aggiungere.
Non è poi così poco!
La Grìscia di Claudio non ha eguali. Neanche mia mamma la fa così buona!
Alla Grande… effettivamente è l’unico locale in zona degno di essere frequentato. Grande qualità, e bei piatti.
Io mi ci trovo sempre bene ogni volta che passo per Roma.
Anche i prezzi, se commisurati alla zona e alla città non sono poi malaccio
Ragazzi… qui si parla di un grande! C’è veramente da chiedersi come Claudio & comp. riescano a mantenere il loro ottimo livello di cucina circondati come sono da posti come dire… “ben più modesti” (un eufemismo) – Un avviso per chi non conosce il locale: è meglio prenotare, i tavoli non sono poi molti, al contrario di quelli che apprezzano questa bella cucinna, cioè’ tanti!
Grandissimo Claudio!!! Una vera oasi di buon cibo in una piazza “malmenata” dai troppi turisti mordi & fuggi. Forse più “mordi” (come fatto giustamente notare nell’articolo) che fuggi.
Che dire? Recepito in pieno lo spirito di ” Armando al Pantheon ” , basso profilo, alte prestazioni. A volte è difficile, in ambienti come questi, rimanere coerenti alla serietà del buon mangiare all’eccellenza delle materie prime ed al rispetto delle ricette pur nell’innovazione, è la passione che ci guida. L’amore incondizionato per questa città, dove la nostra famiglia vive almeno dal 1740, per la sua storia, per la sua cucina, tante volte bistrattata e maltrattata da speculatori senza scrupoli, per il nostro lavoro.
Grazie Fabio, siamo onorati di essere presenti nel tuo spazio!
Un saluto.
Claudio Gargioli di ” Armando al Pantheon ”
p.s. Io e Fabrizio, siamo i figli di Armando.
Claudio… Hai perfettamente ragione!!