Di Fabio Riccio
Qualche giorno fa ero in centro per incombenze bancarie. Uscendo dal forziere dei miei (pochi) averi, mi ritrovo quasi di fronte un conoscente che non vedevo da tempo. Iniziamo a chiacchierare del più e del meno, una parola tira l’altra e così decidiamo di concederci il classico caffè, buon viatico per continuare la conversazione. tortino al cioccolato
Il bar è uno di quelli in centro, luminoso, algido, modaiolo e un bel po’ fighetto anche per le eccessive frequentazioni di tacchi a spillo e completi gessati, da vice-aiuto-aspiranti funzionari di provincia di entrambi i sessi.
Al banco ordiniamo i due caffè e il mio interlocutore, per insondabili motivi in vena di insolita generosità (di solito ha la manina corta) mi offre anche la rituale pastarella, che alle 11 del mattino funge da aperitivo, ma anche da “chiuditivo” per i primi morsi della fame. Nel contenitore-vetrina c’è un po’ tutto l’armamentario dei prodotti da forno surgelati: fagottini flaccidi ripieni di sconosciuti frutti tropicali, cornetti esotericamente policromatici, pseudocannoli con pseudocreme creative, bombe ripiene di non-si-sa-bene-che dal colore afflitto etc etc.
Nell’angolo sinistro, un po’ defilato noto però un “oggetto dal colore scuro” che mi sembra già di aver visto in altri contesti. Incuriosito chiedo al barista cosa sia. – E’ il cuore al cioccolato, signore – mi risponde con aria annoiata.
Non profferisco parola: sono sicuro di aver già visto quell’oggetto, anche se in dimensioni un po’ più grandi. Riavutomi dallo stupore ne chiedo uno, e in un attimo il barista me lo scodella su un piattino da cappuccino, con regolamentare cucchiaino. tortino al cioccolato
Lo guardo con circospezione, e… anche se ribattezzato è proprio lui: è il perfido Tortino al cioccolato, il dolce industriale più diffuso, la mia persecuzione nei ristoranti di tutta Italia (e… in questo caso lasciatemelo dire: isole comprese!), sbarcato perfino al bar!
Di questo “oggetto” e della sua onnipresenza ne avevo già discusso più di un anno fa con un collega della guida dell’Espresso, e ne era scaturito un vivace topic (cattivissimo) sul suo seguitissimo blog: vedi –
http://www.lucianopignataro.it/a/vivere-senza-il-tortino-al-cioccolato-al-ristorante/38577/. tortino al cioccolato
Dire che sono d’accordo con quanto ha scritto il collega è poco, anzi: riduttivo. Sono anni ormai che il “tortino” sotto varie fogge & denominazioni imperversa per ristoranti & osterie d’Italia.
Lo so, mode e tendenze hanno tempi lunghi per esaurirsi ma aspettando con pazienza, nel campo gastronomico senza colpo ferire ci siamo liberati (o quasi) di tante cose discutibili al palato “inventate” nei tre decenni precedenti.
Obliterata la temuta panna (vegetale…) messa a sproposito in tanti, troppi piatti, estinte le terribili pennette alla vodka di mezzanotte come pure il filetto al pepe verde, abbandonate le farfalle alle loro improbabili salse rosa, e agonizzante la rucola (ma non quella seria…) costretta ad abbandonare le sue tristi pizze e i dubbi carpacci di bresaole fresche fresche di ottimo Zebù, per rientrare finalmente nel suo posto, cioè nell’insalata.
Ancora… poche e frammentarie notizie ci sono sul cocktail di gamberetti, sul risotto allo champagne, degli spaghetti alla Faruk, dei gamberi al vino bianco, e dei i vari “ravioli aperti” e di altri piatti, dimenticabili e spesso inverosimili.
Ora “cristallizziamo” la situazione – mi chiedo: per quanto tempo ancora imperverserà il tortino al cioccolato? L’averlo trovato al bar in versione ridotta, mi induce all’ottimismo. Non voglio dire che una cosa che trovi nella vetrinetta del bar “presunto-pretenzioso”, è arrivata all’ultima spiaggia, anzi. Però, per mia esperienza, ho quasi sempre constatato che il “culmine” della popolarità (meritata o meno) di un qualcosa che per diffusione è un “tormentone”, quando arriva a livelli “popolari” è già superato. tortino al cioccolato
Intendiamoci: più di una “piattaforma distributiva”, ha ancora il tortino al cioccolato ancora in bella evidenza nei suoi cataloghi, dove però iniziano a far capolino anche ambigui semifreddi al torroncino già troppo “avvistati” su molte tavole italiane, insieme a sfogliatine, creme catalane, millefoglie sbriciolate in bustina e altri dolci, senza parlare poi degli invadenti “topping” dai colori e sapori dubbi, che ormai sono usati decisamente a sproposito anche per “rallegrare” delle oneste torte margherita fatte dalla nonna del ristoratore di turno, che sarebbero molto buone senza nessuna aggiunta decorativa.
Il tortino al cioccolato (ma anche le sue troppe filiazioni)… onestamente mi ha stufato. Non che faccia male oppure che sia di cattivo sapore, ma il trovarmelo ogni due per tre in tanti ristoranti inizia a infastidirmi.
Il tortino lo si trova ovunque, dal ristorante pretenzioso e per altri versi validissimo, fino alla trattoria lowcost (si fa’ per dire…) di Gigino il lercio. Qualche cuoco, timidamente prova a metterci un po’ di suo, irrorandolo di creme e polverine varie. Altri provano a destrutturarlo, oppure a “ingentilirlo” con ornamenti multicolori che fanno il verso a certi pittori naif yugoslavi anni ’70, ma la sostanza è sempre la stessa: carenza di fantasia, e poca voglia da parte di chi sta in cucina di mettersi seriamente a far dolci.
Per adesso, aspetto con pazienza che il tortino rientri nei ranghi.
Non ho altre speranze. tortino al cioccolato
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Tortino al cuore caldo parte della cultura italiana della pasticceria? Ma per favore! ! Sapete che sono surgelati e scongelati al Micro onde? Ma meglio baba’ sfogliatelle o buone semplici torte di casa!
Probabilmente quello che sta scherzando è il signor Fazzitelli:
1 – Ancora crede in Trip Advisor.
2 – Effettivamente il tortino al cioccolato ha rotto l’anima.
3 – Non è detto che gente che viaggia molto debba essere per forza esperta di cibo.
4 – E’ un po’ che leggo questo sito, e di ricette non mi sembra di averne viste.
Che l’abuso del tortino al cioccolato provochi strani effetti allucinogeni?
Anche io come la signora sono capitato casualmente su questo sito in cerca di ricette, e così sono inccappato in questo articolo che onestamente mi ha lasciato di stucco.
Non so il livello di conoscenza gastronomica e di preparazione di pasticceria del signor Fabio Riccio, ma il tortino con cuore caldo di cioccolato non lo vedo affatto come un dolce “negativo”, anzi!
Ormai parliamo di un classico della pasticceria Italiana; personalmente qualche mese fa ho avuto per lavoro ospiti che venivano dagli USA, e non parlo dei soliti americani abituati a mangiare Hamburger, ma parlo di persone molto esperte di cucina e ristoranti, abituati come sono a girare il mondo per lavoro.
Ebbene, portandoli più volte a pranzo e cena in ristoranti segnalati recensiti da Trip Advisor, che trovo il miglior strumento di aiuto per la scelta dei posti di dove dormire e mangiare, ho ricevuto da loro solo grandi elogi per questo magnifico dolce che ha concluso degnamente tutti i nostri pranzi.
Onestamente, non mi trovo per nulla d’accordo con quanto scritto nell’articolo, ma stiamo scherzando?
Sono capitata su questo sito per puro caso mentre cercavo qualche ricetta nuova per il tortino al cioccolato.
Non sono una grande frequentatrice di ristoranti e trattorie, ma non capisco tutto questo astio verso questo dolce che trovo molto buono e saporito.
Forse non saro’ una gurmet raffinata, ma non capisco proprio perché il signor Fabio Riccio, che se ho ben capito è colui che ha scritto l’articolo non apprezzi questo buon dolce che fa parte della nostra cultura di pasticceria.