La pericolosa discesa
La questione si fa seria.
Sta succedendo qualcosa.
Non so ancora precisamente cosa ma qualcosina sta accadendo.
E non mi pare di particolarmente bello.
Tra le mie letture, molte delle quali ovviamente votate alla causa dell’enogastronomia, hanno sempre trovato uno spazio ampio e meritato le guide.
Le più acclamate e le meno note.
Le più gourmet e le più popolari.
Fari indispensabili nel mare tempestoso e infido della ristorazione.
Appigli sicuri e salvifici che mi hanno sempre o quasi sempre tirato fuori da probabilissimi naufragi di forchetta e bicchiere.
Insomma, il lavoro anonimo e silenzioso di fantomatici ispettori in punta di cucchiaio, mi ha consentito negli anni di farmi coccolare le papille in ogni parte di Italia senza troppi rischi anzi spesso facendomi scoprire ristoranti divenuti poi i “miei” ristoranti.
Ma anche l’ispettore della guida è probabilmente un essere umano.
E ogni tanto qualche fisiologica caduta c’è anche stata.
E ci sta.
Il problema però, che, dalle mie personalissime sensazioni, le cadute negli ultimi anni hanno preso in più casi il posto delle piacevoli scoperte.
Purtroppo mi sento di dirlo senza troppa mediazione
Accade ormai sempre da qualche anno a questa parte che la scoperta di nuovi posti a cui affezionarsi non passi mai attraverso i consigli delle guide anche le più importanti.
Anzi, tutt’altro. una guida per le guide
Il meccanismo è questo.
Io continuo a prendere spunto e speranze da queste letture e pesco le nuove entrate.
Mi lascio ispirare dalle parole similtecniche e propositive di chi dovrebbe avere “valutato” realmente il locale in oggetto e ci vado, coinvolgendo generalmente altri commensali fiduciosi nel mio ormai lungo chilometraggio di tovaglie all’attivo.
Spesso, un disastro
Non leggere delusioni
Una serie di debacle clamorose spesso ai limiti della accettabilità.
In pratica da tempo le parole delle guide, per quel che mi riguarda, (in più casi) non sono sempre sovrapponibili alla realtà dei fatti.
E non nel campo di considerazioni di cui si può dibattere per una questione di puro gusto. Disastri non discutibili.
Le valutazioni sembrano aver perso lo spessore e il peso che hanno sempre avuto.
Perché? una guida per le guide
Francamente non lo so.
Le nuove generazioni di ispettori non sono poi così appassionati di enogastronomia?
Non c’è ricambio?
Sono semplicemente un nostalgico dei tempi andati?
L’autorevolezza di chi scrive barocche sentenze su un piatto o un locale è importante ed è eticamente necessaria.
Qualcuno diceva “le parole sono importanti!”.
Così come la competenza, la conoscenza e l’integrità.
Quando si parla di mangiare e bere probabilmente ancora di più.
Per ora affido la ricerca di nuove mete gastronomiche all’intuito e all’esperienza ma confido in un sussulto di dignità di questi strumenti forse anacronistici ma da sempre importanti per orientare correttamente il gusto di chi vuol mangiare e bere bene.
Mi terrorizza pensare che il futuro della critica gastronomica passi nelle mani di videomaker seriali fatti con lo stampino. una guida per le guide
Le coppiette intellettual-goderecce, armate di microfono peloso e luce anulare, giusto per mantenere l’anonimato, che girano tutte per gli stessi stellati e si commuovono con le stesse imbarazzanti mimiche facciali per qualsiasi cosa gli venga poggiata nel piatto anche non commestibile.
Oppure il mangiatore solitario che si ingozza in posti che pensa trafelato di avere scoperto proprio lui, novello Livingstone, e che invece, per sedersi, aspetta il turno e che liberi il tavolo il precedente ingozzatore da videocamera.
Non so voi. una guida per le guide
Io non mi fiderei.
Lunga vita alle guide!
Stefano Capone
Per annni le varie guide sono state un buon faro per orientarsi specialmente quando si è fuori zona, ma ora vedo troppe “bidonate” e inizio a essere sospettoso…
Però, seguendo i vari siti e guide online oppure quelle fatte dai lettori, nella maggioranza dei casi va ancora peggio.
Resta sempre il passaparola, ma anche quello è unn rischio
La credibilità delle guide in Italia è bassa. Troppi interessi e conflitti tra chi le edita, chi le scrive e chi le foraggia.
Onestamente le guide non le compro e seguo più… troppe fregature oppure locali mediocri fatti passare per padreterni, ma anche il contrario di questo.
Insomma… mi pare che non c’è una guida di ristoranti che è in salute, mi sembrano fatte con l’intelligenza artificiale. La Rossa pensa solo alle stelle (anche quelle con incomprensibili svarioni e peggio ancora assurde mancanze), quella del decapode sempre rosso non ci azzecca quasi mai, e mi ha portato a rovinarmi molte volte stomaco e portafoglio in vere e proprie bettole, l’altra sempre rossa ex gruppo del principe miliardario col cognome di un lungomare di Napoli con la nuova edizione sembra avere fatto molta pulizia ma non so se basta, in ultima quella c’è quella delle Osterie che olrte a prendere cantonate da denuncia, segnala molti luoghi spesso molto modesti dove il conto però è da pluristellato a tre zeri. Quelle online non le considero proprio perche mi sembranno solo spottoni a chi meglio paga… cosa rimane? Il tam tam e l’esperienza personale, anche se pure io resto dell’opinione che una volta questo comparto editoriale eara molto più affidabile — speriamo che qualcuna di queste si rimetta in sella con consigli buoni e credibili.