Cosa è una degustazione diagonale?
Una degustazione diagonale compara vini di medesima tipologia, provenienti da una identica zona o denominazione, normalmente di produttori e annate differenti.
Una tipologia di degustazione che dovrebbe mettere in luce le peculiarità di ogni vino, a prescindere dal profilo qualitativo, l’annata o di chi lo ha prodotto ma, normalmente, rende ardua una comparazione davvero lineare e approfondita.
Per questo, le degustazioni diagonali non sono poi così diffuse…
Però, c’è anche chi a questo modello di degustazione “diagonale” ha scelto di dare un segno diverso, mettendo a confronto lo stesso identico vino, ma, imbottigliato in vetri di diversa capacità.
Si, il bravo Antonio Cascarano vulcanico (in zona Vulture mai aggettivo più calzante!) architetto lucano in quel di Rapolla (PZ) prestato per nostra grande fortuna al mondo del vino naturale, ogni anno imbottiglia piccole quantità dello stesso identico vino in quattro formati di vetro diversi, partendo dalle classiche 0,75 fino ad arrivare alla imponente Mathusalem da ben sei litri, il tutto per aprirle dopo dieci anni (in buona e allegra compagnia) per vedere l’effetto che fa…
Diagonale qui, perché le bottiglie messe in fila come soldatini fanno… una diagonale!
Lapalissiano no?
Il risultato di questa “diagonale” un po’ sui generis, tenutasi il 22 dicembre 2023, giorno (non a caso..) del solstizio d’inverno, all’interno della fascinosa cantina scavata nella roccia vulcanica con il suo Camerlego annata 2011, alla quale ho avuto l’onore di partecipare, permettetemi l’enfasi, è stata una pietra miliare nell’universo dell’Aglianico.
Ma non è tutto… una “diagonale” che è stata l’ennesima cartina di tornasole per dimostrare (se ancora ce ne fosse bisogno….) che i profili sensoriali di molti “vini naturali”, sempre se ben fatti e senza la minima traccia di difetti come lo sono i vini creati dal bravo Cascarano, solleticano i sensi con molto più vigore proprio per la loro affascinante imprevedibilità.
Tutto il resto è noia…
Diagonale Camerlengo annata 2011
Il Camerlego 2011 ha spiazzato, e in qualche caso disorientato emotivamente anche i palati più “scafati”, ma ancor di più quelli normalmente avvezzi ad altre tipologie di Aglianico diciamo… “più istituzionali”, proprio per il continuo carosello sensoriale, in questo caso moltiplicato per quattro, visto che ogni dimensione di bottiglia ha proposto diversi, sorprendenti e cangianti profili sia al naso che al palato.
E… non è bastato lasciare calici e le bottiglie tranquille per qualche ora nel mentre iniziava la “festa autogestita” fatta di grandi bontà alimentari di ogni genere, portate “sottobraccio” dai fortunati ospiti arrivati da varie regioni italiane e, da tanta sana e serena convivialità.
Se invitati non si va mai a mani vuote, no?
Diagonale Camerlengo annata 2011
Anche dopo due ore in calice i quattro Camerlengo imperterriti continuavano a sorprendere con le loro infinite capriole sensoriali (che sembrava di stare sull’ottovolante!) ognuna diversa e più coinvolgente dell’altra…
Concludo con una notazione personale o, per meglio dire, con il togliermi qualche sassolino (macigno?) dalla scarpa.
E… dire che c’è ancora chi, con tanti nomi “di peso” dell’enologia e della comunicazione nazionale in primissima fila, strepita che i “naturali” sono i vini che puzzano, oppure, peggio ancora che fanno male…
Antonio Cascarano, l’uomo che sussurrava all’Aglianico!
Azienda agricola Camerlengo
Via dei tigli – 85027 – Rapolla (PZ)
http://www.camerlengodoc.it
info@camerlengodoc.it
Diagonale Camerlengo annata 2011
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?