C’era una volta la pornografia
Quella fatta dagli attori professionisti, un copione, una regia, che sembrava un film di Hollywood.
Erano pochi quelli che avevano i mezzi per realizzare un film amatoriale o delle foto.
E tutto rimaneva dentro casa, in fondo, erano cose private.
Internet ha stravolto questa arte, la diffusione di massa di smartphone e videocamere ha avvicinato tanti a questo mercato, addirittura l’attore interagisce con lo spettatore e accontenta le sue voglie previo compenso pecuniario.
Sesso e cibo sono da sempre collegati, sono cambiati i tempi per il porno ed è cambiato anche il nostro rapporto visivo con il cibo. Se fino a qualche anno fa era esclusiva dei professionisti, il foodporn ora vanta milioni di hashtag sui social network.
Sentiamo un bisogno compulsivo di far vedere al mondo quello che stiamo per mangiare, fare quella foto e condividerla immediatamente è talmente importante che abbandoniamo nel piatto il pasto, mandando in vacca tutte le tempistiche di cottura studiate e sudate in cucina.
Obiettivo unico poter scrivere lui: #foodporn
Spesso se ne abusa
Eccessivamente
Perché, in fondo siamo dei lussuriosi, ci piace sentirci birichini usando il termine “porn”, ci fa sorridere sotto i baffi e troviamo gusto a cospargerci di doppi sensi ed ammiccamenti.
Con buona pace del “food”, relegato a mero capro espiatorio.
Il pasto è un’esperienza multisensoriale, la vista conta tanto ed ormai è diventato imprescindibile per chi cucina curare l’aspetto estetico del piatto.
Il che è un bene. foodporn-il-push-up-del-cibo
Perché c’è chi sceglie guardando le foto delle varie recensioni, mica leggendo il menù!
I gusti estetici sono diversi e soggettivi, come nel porno ci sono tante categorie nelle quali potersi imbattere.
Siamo sicuri che tutto quello che vediamo definito come foodporn sia eccitante per le nostre papille gustative?
Davvero facciamo l’amore con quel panino alto quanto il Burj Khalifa e sbrodolante mille salse fluorescenti derivate dal plutonio, oppure è solo una gang bang di sapori che ti fanno dire che è buono per la legge dei grandi numeri?
Siamo realmente sedotti da quella singola penna rigata, bianca, pressoché cruda, spaesata al centro di un piatto gigante, tenuta in piedi da qualche stregoneria e con un gamberetto per chignon? «Buonissima, certo! È un piatto di un grande chef!» esclami mentre provi a cercarne il gusto e ti scheggi il premolare.
Foodporn non nasce come sinonimo di foto qualsiasi a cibo qualsiasi, ma come foto fatta magistralmente ad un piatto magistralmente composto.
È un termine che esige rispetto
E bisogna utilizzarlo con parsimonia, non svenderlo per una manciata di “like”.
Ricordiamocelo, almeno nel prossimo pranzo!
PS: dai, siamo onesti: godere e raccontare di un pasto con le parole è immensamente più coinvolgente e gratificante rispetto ad una foto fatta con mezzi di fortuna!
Torniamo sociali!