No, assolutamente
La cucina nazionale nonostante tutti gli stop and go imposti dalla pandemia, gli aumenti vertiginosi dei costi e altre difficoltà economiche e burocratiche continua a crescere, non così il pubblico che realmente la apprezza e comprende, ma questa è un’altra faccenda.
Però, e spiace dirlo, ma dopo 30 anni di esperienza sul campo a ragion veduta credo di poter affermare (piaccia o meno…) che in Italia i ristoranti di vera eccellenza, dalle sempre più rare trattorie di qualità ai tristellati, sono meno del 1% del totale degli esercizi che a vario titolo somministrano al pubblico alimenti, circa 220.000.
Punto.
Fatti due conti della serva, e applicando le leggi della statistica, ad essere generosi meno di 2000 locali in tutta Italia che, rapportati alla popolazione, fanno uno ogni 30.000 abitanti, lattanti e ultranovantenni inclusi.
Invece… chi si nutre di televisione, social, web e di una certa “stampa” sia locale che nazionale, che per motivi di sopravvivenza & pecunia è prona a strombazzare ogni blasfemia, alias molta parte degli italiani, crede che dal pluristellato all’ultima trattoria di periferia tutti sono dei geni della cucina, spalleggiati in questo anche dalla “democrazia diretta” dei vari siti di recensione online che di certo non aiuta il discernimento, anzi.
Tutti fanno piatti indimenticabili, tutti donano sensazioni, emozioni, percezioni sensoriali, godimento, esperienze leggendarie, stimoli e, manco a dirlo, alta cucina legata al territorio.
Una visione distorta e illusoria
D’accordo la comunicazione, cosa importantissima, rispettabile e necessaria, d’accordo la voglia di emergere, bene anche lo sgomitare per distinguersi e farsi conoscere ma in tutto questo “teatrino” c’è più di qualcosa che non va.
Quindi…
Sarà pur rimasto qualcuno che cucina male o quantomeno così così?
Il non distinguere più la critica “gastronomica pura”, purtroppo ormai ridotta al lumicino, dagli inutili e ridicoli panegirici di un certo tipo di “comunicazione a gettone”, sta facendo franare sotto il suo stesso peso tutto il comparto della ristorazione italiana, sprofondato fino al collo in una inestricabile palude dove tutti sono “primedonne”, e dove i ruoli sono ormai indistinguibili.
No
Non tutti i ristoranti sono buoni, anzi.
Mica tutti i prodotti sono dei capolavori, anzi.
In giro non ci sono solo vini buonissimi, anzi…
Meditiamo su questo…
Possibile che tutti i ristoranti sono buoni se non buonissimi?
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?