Della più piccola minoranza linguistica italiana, i croati del Molise, e di quel che sopravvive delle loro tradizioni gastronomiche, Gastrodelirio se ne è già occupato in passato, vedi –
https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/kuhamo-na-naso/2021/02/
Però, questa carrellata su gli usi mangerecci Croato-Molisani manca di un tassello importante, che è quello di una peculiare consuetudine di Montemito (Mundimitar in croato).
La domenica in Albis (la successiva alla Pasqua) a Montemitro si tiene una processione, molto cara alla devozione degli abitanti locali che, partendo dalla chiesa madre, porta la statua della Patrona Santa Lucia fino una chiesina in una contrada fuori paese, nota come “Selo“, che in croato vuol dire “il villaggio”.
Curiosamente, per tradizione l’onore di portare la sacra statua è cosa riservata esclusivamente alle fedeli donne, gli uomini sono esclusi! asta dei dolci di montemitro
“Selo” è il luogo del cuore della piccola comunità, e con buona probabilità il sito del primissimo insediamento dei predecessori degli abitanti locali, arrivati da oltreadriatico in successive ondate dal 1500 in poi.
Una volta raggiunta la chiesina, officiate le messe ed esauriti i classici festeggiamenti comuni a tante feste di paese, (picnic mangereccio sull’erba, camioncino della porchetta, fuochi artificiali, concerto della banda etc, etc) la musica cambia.
Nel pomeriggio, e con tutti i crismi, si officia (qui il termine è decisamente appropriato) una saporita tradizione: l’ asta dei dolci di Montemitro che, non è una semplice asta di beneficenza...
Per tradizione, nei giorni precedenti la festa ogni famiglia del paese sforna in casa quantità di dolci d’ogni fatta, tradizionali e non che, nel pomeriggio della domenica in albis vengono battuti all’asta sul prato vicino la chiesina, con il preciso scopo di raccogliere i fondi necessari per organizzare la festa l’anno successivo.
Un’asta, dolce, ma fatta con tutti crismi.
C’è il banditore, senza martello però, sostituito da una squillante trombetta, con i momenti topici sottolineati anche dal rullare dei tamburi della banda, uniti all’entusiasmo dei presenti…
Così, per un paio d’ore, divisi in molti “lotti”, quintali di dolci finiscono all’incanto.
Un vero e proprio scialo di vassoi e teglie carichi di Colac, parenti stretti dei cielle rechine e delle peccellate molisane, delle più croate džrklje e delle immancabili torte simil-tiramisù magari “contaminate” con l’immagine di Peppa Pig o di SpongeBob che chissà se la santa gradisce...
Fiadoni dolci, taralucci, crostate, pepatelli, torte e pasticcini più moderni sfilano al suono della trombetta del banditore che, alternando l’italiano (per farsi capire dai forestieri) al naš jezik o nanaš (in croato la nostra lingua) in un allegro e festoso potpourri contaminatorio di usi, sapori e tempi, scandisce i ritmi per arrivare al gran finale.
Si: l’ultimo lotto di dolci, il clou del pomeriggio.
Il più ricco e fastoso.
Svariati chili di dolci assortiti, quello che più eccita gli animi, quello che tutti vorrebbero aggiudicarsi, ad ogni costo...
Così, tanti davvero non badano a spese, e se lo contendono a suon di rialzi “importanti”, con il conseguente alleggerimento (a fin di bene!) del portafoglio…
E’ il momento in cui il sole inizia a calare dietro le colline che sovrastano la valle del sottostante fiume Trigno, l’aria è frizzante, qualcuno rientra a casa, magari carico di dolci, altri, semplicemente sono contenti di aver contribuito alla festa. asta dei dolci di montemitro
Gli organizzatori sprizzano gioia da ogni poro, per quest’anno post-covid l’asta è andata davvero bene.
Un pomeriggio di golosa e quieta allegria dove la profusione di cibo e la partecipazione in massa degli abitanti ha svolto (anche…) il ruolo di “collante” della piccola comunità.
Una condivisione di lingue, dialetti, sorrisi e dei semplici sapori che sanno di casa e di storia, ma non per questo meno buoni…
E’ l’Italia dei mille e più campanili, forse quella più bella, qui tra le più dolci.
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Descrizione di rilievo….