Ho preso tempo.
Meditato molto.
Ho cercato di dominare al massimo la mia emozionalità.
Infine, ho rovistato nella mia memoria sensoriale.
Niente…
Così, sono giunto a una conclusione.
E dire… che normalmente non mi lancio in iperboli elogiative immotivate…
Il Postino 2019, in mia modestissima opinione è in assoluto uno dei migliori Trebbiano d’Abruzzo mai bevuti.
Imperdibile.
L’annata la si deduce dal lotto.
Legalmente parliamo di un semplice vino bianco, nei fatti di un magnifico Trebbiano in purezza di una profondità sensoriale inaudita.
Punto.
Amore & ceffone sensoriale a prima vista, di quelli da farfalle che si librano in giro per i sensi.
Schiamazzi di sensazioni, forse di quelle che qualcuno definisce “rustiche” (ma de che???), dirompenti, a prova di scettico…
Trebbiano da una vigna abbandonata dal vecchio Postino del paese, e poi riportata a nuova vita.
Questa vigna, secondo certi canoni è vecchia (25 anni età media) per me no, è appena giovincella, da eno-gerontofilo convinto quale sono.
Poche menate e tanto costrutto.
Fermentazione spontanea e macerazione sulle bucce per una settimana per un 60% della massa, in parte in acciaio e parte in vecchie botti.
Prima di finire in vetro, Il postino 2029 matura qualche mese in vecchie botti.
Al calice esibisce un giallo paglierino con qualche riflesso dorato, al naso, anche se servitomi un po’ troppo fresco, parte subito in quarta con vere e proprie sventagliate di fiori di campo, tanto agrumato, bei sentori salini e un fondo di erba, per non dire della leggibile camomilla.
Al palato da subito avvolge amabilmente, è profondo, ricco e dal bel frutto maturo, anzi: surmaturo, viste le chiare sensazioni di susine e spezie “orientaleggianti”.
Il finale è lungo, fresco e decisamente persistente, con la bella sapidità che con l’evoluzione lascia spazio anche a un tocco di amaro, giusto per far rinvenire i sensi al meglio.
Fin qui la cronaca…
Però stringare un vino così complesso e sfaccettato in uno sterile elenco di sensazioni è riduttivo.
Il Postino 2019 è un vino che ti fa stare bene fa venire voglia di conoscere chi lo ha fatto, perché di sicuro una persona che fa vini “così” deve essere necessariamente una bella persona, ma è anche un vino che fa meditare su come un certo tipo di enologia “scientifica” (non tutta…) è riuscita anche in Abruzzo a “chanellizzare” (citazione da profumeria…) perfino il Trebbiano.
Il trebbiano (non solo in Abruzzo…) è stato troppe volte trasformato in un vinello buono per tutto & tutti, al costo però di stravolgere senza ritegno la sua reale anima, questo, per non spostare equilibri commerciali (e di gusti ormai consolidati da anni).
Non in questo caso, qui è tutto un altro Trebbiano!
Società Agricola Colle Florido
di Trolio D. e Ugolotti A.
Contrada Colle Florido 6/A
65019 – Pianella (PE) – Italia
Tel. 328 8755031 – 349 7240262
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?