Fino pochi lustri addietro in Calabria a tenere alta la bandiera dei produttori di “vini naturali” (che piaccia o meno il termine…) erano davvero in pochi, bravi e… coraggiosi.
Per fortuna però questa regione a iniziato a scuotersi dall’intorpidimento causato dalla valanga di “certi” mille e più Cirò di ogni fatta che invadevano il mercato, e questo per merito di un drappello di piccole e giovani aziende che ha iniziato a ben sfruttare in maniera assolutamente etica e rispettosa il territorio e i vitigni locali, specialmente i bianchi, in passato spesso maltrattati o costretti ad indossare abiti non loro, alias anonimi vini in grande tiratura.
In questo drappello di giovani vignaioli, una delle più interessanti realtà che si sta mettendo in luce è Cretapaglia del bravo Antonello Canonico.
Tra i suoi vini ho avuto la fortuna di assaggiare lo Sciccu.
L’uvaggio è quello (più o meno classico) tra i vitigni bianchi del territorio, cioè un blend degli autoctoni e identitari della Calabria del nord, Guardavalle, Guarnaccia Bianca e Mantonico fermentati separatamente con i loro buoni lieviti “indigeni” in botti di slavonia. Indi, 24 ore sulle bucce, poi e malolattica affinamento di tutti e tre in cemento per otto mesi.
Per composizione, una sorta di “taglio calabrese”…
Per quel che riguarda il colore lo Sciccu Cretapaglia parte con un bel giallo paglia carico.
Definirlo orange mi sembra esagerato, anche se il termine ora spopola anche tra i vinnaturisti non appena avvistano nella tabella pantone un giallo che si allontana dal paglierino…
Al naso esordisce con tanta frutta esotica, e indizi di miele (acacia) e fiori.
Al palato è da subito accattivante perché ben sapido, parecchio minerale ma anche fresco, avvolgente e succoso quanto basta e, pur senza una evoluzione sconvolgente, regala un finale abbastanza lungo e decisamente piacevole e senza l’ombra di difetto alcuno.
Lo Sciccu di Cretapaglia è davvero un gran bell’inizio, un vino già molto ben strutturato e solo apparentemente fatto di emozioni sommesse, ma sul quale si può ancora lavorare per provare a raggiungere vette sensoriali ancor più elevate.
Da bere non a temperature artiche insieme a pesci non troppo grassi o molluschi, entrambi rigorosamente in bianco, ma anche così com’è, meditandoci sopra, o magari leggendo un buon libro…
Interessanti e piacevoli anche le etichette, fatte in casa.
Azienda agricola Cretapaglia
Via XX settembre, 88
87018 – San Marco Argentano – (Cosenza)
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Vino fantastico!