Negli ultimi tempi bevo di tutto un po’.
Naturali buoni, meno buoni e mediocri.
Convenzionali impeccabili ma senza anima, e anche certi vini della cosiddetta zona grigia, “quelli nel mezzo del guado”, alias certi “Bio” che osannano in etichetta (e tramite i loro comunicatori da social e riviste) mirabolanti virtù di rispetto della natura in vigna e in cantina etc etc, ma che alla prova dei fatti si limitano al mero seguire pedissequamente i loro bravi disciplinari, con tutti i limiti e le maglie troppo aperte che ben conosciamo.
Dirà qualcuno, è già un primo piccolo passo… vero, però…
Ecco, dopo la mia consueta sviolinata, ora parliamo di cose serie, cioè di un Dolcetto (di Ovada vista la zona) davvero da brivido & applauso che ho stappato & degustato sere addietro nel mio sancta sanctorum, vale a dire la cucina di casa Gastrodelirio.
AUR-OURA 2018 ROCCO DI CARPENETO
Cosa dire quando si incontra un vino così bello che già alle prime gocce a naso e palato ti affascina?
Niente. Aur-ora
Visto il lockdown, non resta che volare al computer e ordinarne un bancale intero, e… nel frattempo raccontarlo ai lettori di www.gastrodelirio.it!
L’Aur-oura 2018 arriva da Carpeneto (AL) nell’alto Monferrato, ed è volutamente senza alcuna denominazione.
Ha la sola certificazione Bio, indi, tecnicamente solo un vino rosso, biologico.
In mia opinione, meglio così!
Così, in ordine casuale… Uve dolcetto in prevalenza da vigne di una certa età, rese non bassissime ma neppure esagerate, lieviti indigeni, vasche in acciaio, 21 giorni di macerazione, nessuna filtrazione.
Undici mesi in vasche di cemento.
Nessuna enoporcheria ne’ in vigna, ne’ in cantina.
“Naturale?” – si, grazie – mica è una parolaccia!
In etichetta, tra le altre cose, 8 Mg di SO2, credo che per legge potevano anche non scriverlo…
In calice un bel rubino, mediamente carico e brioso.
Morbido all’occhio, chiaramente non filtrato.
Al naso è un blitz fulminante di ciliegie e lamponi, con note balsamiche e di terra secca che (nonostante la stagione) mi ricordano molto il pitosforo fiorito in estate…
Ma guarda che ti combinano i sensi…
Al palato, tralasciando il quid di friccicorino (anatema!) che rende tutti i vini (giovani e non…) che l’hanno più simpatici e grintosi, è dannatamente avvolgente e vinoso nell’accezione positiva del termine, ma anche caldo, proprio di quel caldo rassicurante che arriva dalle coperte al mattino appena svegli, e nello stesso tempo asciutto, anche per i tannini che ben puntellano le giuste acidità e salinità.
Il finale, manco a dirlo, è lungo e persistente, anche dopo sorsi d’acqua e altro cibo, e per questo concedetemi il termine, sontuoso.
Un rosso, anzi, un dolcetto vecchio stile senza fronzoli e cosmetica e proprio per questo emozionante, frutto di un vitigno che qualcuno ancora etichetta come “rognoso”.
Un rosso di quelli ti fanno venire voglia di spillarlo di continuo dalla botte e, in tempi di rossi uniformati su pochi e scontati registri, oltretutto riprodotti all’infinito a prescindere dal vitigno impiegato, affascina e fa meditare su quanto ancora è omologato (e riduttivo) un certo tipo di pensiero enoico ancora maggioritario.
Da bere in (buona) compagnia con chi non si turba se un vino è un attimo torbido e lascia qualche sedimento, in ogni caso rigorosamente a temperatura ambiente.
Azienda Agricola il Rocco
Strada Cascina Rocco 500
15071- Carpeneto (AL)
Tel. 0143 1870034
Cell. 348 8101442 / 348 7272725
https://www.facebook.com/pages/Rocco-di-Carpeneto/633336733363640
http://twitter.com/roccocarpeneto
Aur-Oura 2018
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?