Di Fabio Riccio,
Il Montepulciano D’Abruzzo, insieme al suo indotto, contribuisce in maniera ragguardevole al PIL abruzzese.
Per l’Abruzzo un successo economico e di immagine costruito con tenacia, con il risultato di essere riusciti a portare questo vino sulle tavole e sugli scaffali di tutto il mondo.
Tantissime in regione le cantine che vinificano il Montepulciano, ma come in tutte le umane categorie anche qui ci sono i bravi, quelli meno bravi e quelli (categoria che lo scrivente non ama molto…) che rincorrono malamente il loro mercato.
Così, come sovente accade quando qualcosa ha il suo (meritato) successo, c’è l’altra faccia della medaglia, che non tutti vedono.
Ed è questa: ma… quante tra le tante aziende grandi e piccole che inondano il mercato bottiglie di Montepulciano d’Abruzzo, lo vinificano rispettosamente e, concedetemi il termine un po’ “forte”, filologicamente e senza mistificazioni?
Negli anni, nei i tanti assaggi fatti, tralasciando i soliti noti (grandi!) che fanno partita a sé, ho però notato che anche questo vitigno sta diventando vittima del suo successo.
Davvero troppi quello che vinificandolo lo sottopongono a vere e proprie torture per “piegarlo” sensorialmente, magari dietro suggerimento di disinvolti e cinici consulenti di marketing, in quello che per sua indole non è, e mai sarà.
Troppi, sono diventati “vinoni” dal corpo eccessivo tendente al melassoso, quando va bene per la deleteria profusione di legno (chips?) in altri casi… lascio al lettore la risposta.
C’è pure chi batte la strada opposta, tant’è che si vedono in giro Montepulciano d’Abruzzo dal corpo esile e striminzito.
All’assaggio, facile scambiarli per Sangiovese o simili…
Eccessi di tecnologia, alchimie e varie enoporcate, pur se consentite dalle vigenti leggi in vigna e in cantina (eufemismo…), fanno che in più casi quel che c’è nel calice, nonostante il nome in etichetta, è troppo distante dai caratteri originari del vitigno.
E… pur conoscendo molti bravissimi produttori che vinificano rispettosamente, di bravi faccio sempre più fatica a trovarne altri.
Però, un nome (per me, nuovo) l’ho aggiunto alla mia lista.
Q500 Montepulciano riserva 2011
Piccola azienda in quel di Penne (PE), a mezza strada tra l’adriatico e il Gran Sasso, azienda che mutua il nome dall’altezza media dei propri vigneti, condotta in maniera rispettosa senza alchimie e magie da mago Merlino, ne’ in cantina ne’ in vigna.
Il risultato in calice è stupendamente lineare, ma non per questo meno emozionante, anzi!
Rispettoso alla lettera del vitigno e del territorio, forte e gentile quanto basta, il Q500 Montepulciano riserva 2011 è un bel coacervo di sensazioni semplici e complesse nello stesso tempo, che sembra quasi di masticare in bocca un acino dal grappolo…
Ecco.
Al calice, archetti netti e giusti, e un po’ di torbido da non filtrato.
Rosso mediamente carico.
Al naso tante sfaccettature di frutti rossi, gelsi e more che puntellano e mitigano le note “dure” di silvestre tipiche del vitigno, con il bonus di certi lievi e stuzzicanti “spigoli”, indizi dell’uso di lieviti indigeni.
Meno male…
In bocca, dopo un attimo di ridotto che lesto scompare, emergono tannini giusti ed eleganti che nobilitano e ammansiscono il frutto, il tutto sullo sfondo di una bella freschezza e bevibilità, per non dire del finale, sufficientemente lungo.
Onestamente non so se il Q500 Montepulciano riserva 2011 faccia legno… a “naso” potrebbe… ma se lo fa, è con rara intelligenza e senso della misura.
Qui, i “montepulciani melassosi“ sono mille miglia lontani…
In definitiva, uno dei non numerosi vini che lascia parlare al territorio la sua vera lingua, e non quella artificiosa degli uffici di marketing, e proprio per questo non stanca e colpisce per la semplicità.
Per la cronaca… il Q500 Montepulciano riserva 2011 è stato ottimo complice di una gran cena di fine estate Abruzzese, fatta di Ndurciullune con con scorzone di fine estate, Ventricina vastese, formaggi, agnello alla brace e una montagna di buoni arrosticini…
Elogio della semplicità sì, ma solo apparente.
Provatelo!
Azienda agricola Colle Trotta
Contrada Colle Trotta 33 – 65017 Penne (PE)
Tel. 331 765 3305 – Maurizio
Tel. 338 8446320 – Mauro
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Mi hanno regalato una bottiglia di Montepulciano Q500 riserva 2011 e l’ho trovata eccezionale mi complimento vivamente con voi!! Come potrei averne una bottiglia? Dov’è il vostro punto vendita? Grazie e buona serata!