Di Fabio Riccio,
Un buon vino può salvare una serata in un ristorante da dimenticare?
La risposta è si.
E’ stata proprio una bottiglia a dar luce a una buia serata passata in un ristorante pretenzioso ma dalla cucina statica, con in più a libro paga una di quelle cameriere odiose che, anche a locale quasi vuoto, se gli dici di ripassare tra qualche minuto per la comanda perché non si è ancora deciso, dopo pochi secondi si pianta davanti al tavolo con aria minacciosa mascherata da “professionalità”.
Serra del prete 2012 Musto Carmelitano
In passato avevo già (molto) apprezzato alcuni vini di questa azienda, vedi – https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/pian-del-moro/2016/09/
Il caso ha voluto di farmeli re-incontrare.
Non è facile trovarli in carta nei ristoranti, poche le bottiglie prodotte.
Così… iniziamo con il dire che il Serra del prete 2012 Musto Carmelitano è un Aglianico in purezza, un vitigno che mi piace, molto, specialmente se ha incontrato per poco, o per nulla il legno.
Mettiamo anche che il Serra del prete 2012 Musto Carmelitano in cantina ha visto solo acciaio e cemento, e che Elisabetta e Luigi Carmelitano non solo in cantina, ma anche in vigna, hanno un approccio rispettoso e “naturale” (sempre virgolette d’obbligo!).
Aggiungiamo che al momento della stesura di questo articolo siamo nel 2019 e sull’etichetta leggo 2012, i numeri e le date contano, eccome!
Allora, dimenticatevi tanti banalissimi Aglianici in circolazione, in realtà dense e gommose marmellate imbottite di legno (e non solo…), e con spirito laico avvicinatevi al Serra del prete 2012 Musto Carmelitano, un gran bel rosso di una eleganza fuori del comune, meglio: un vero concentrato di emozioni e piacevolezze per i sensi.
Già dal colore, rubino brillante, il Serra del prete 2012 Musto Carmelitano promette bene, e appena in calice, balzano agli occhi gli archetti, praticamente perfetti.
Al naso un crepitio di spezie e frutta rossa, e dopo poco arrivano anche bordate di fragole, lavanda, liquirizia e un fondo di cuoio che sfuma dolcemente nel balsamico…
In bocca invece il Serra del prete 2012 Musto Carmelitano è pieno, strutturato ma non troppo avvolgente, sapido quanto basta.
Però, protagonisti in calice sono anche i bei tannini, vero trait d’union che tesse il giusto alcol (14°) insieme a tutte le varie ed eterogenee tendenze sensoriali di questo vino, in ogni caso dal finale lungo ed elegante.
Poche chiacchiere.
Il Serra del Prete è uno dei non troppi Aglianici dove la cifra stilistica la si legge nell’eleganza complessiva, e non nella banale “robustezza” (a questo punto a qualche “dottore del vino” si drizzeranno i capelli per il termine usato…).
Insomma… facile beva, eleganza, trama tra alcol e tannini ben tessuta, mettiamoci anche l’intrigante, lasciatemelo dire, complessità al naso, ed ecco a voi un piccolo capolavoro.
Non c’è che dire, un vino elegante, anzi di più: bello!
Difetti?
Non pervenuti.
Emozioni?
Tante, affatto banali.
Come accostarlo a tavola?
Così com’è il Serra del prete 2012 Musto Carmelitano secondo certi “sacri canoni” andrebbe affiancato a carni rosse e/o a formaggi molto strutturati.
Stavolta la cosa ci può anche stare.
Invece, ereticamente come mio solito, per i suoi bei tannini e per il corpo non esagerato, lo vedo bene a “sgrassare” una bella frittura ittica senza spine, magari di molluschi e crostacei decapodi fritti a dovere…
Fate voi…
Musto Carmelitano
Via Pietro Nenni, 23
85020 Maschito (PZ)
Telefono e Fax 097.233312
Mobile 388 6069526 (Elisabetta)
Mobile 328 5777201 (Luigi)
info@mustocarmelitano.it
www.mustocarmelitano.it
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?