Di Fabio Riccio
Eccomi per l’ennesima volta a tentare di esorcizzare il mio umore, umore abitualmente stabile, ma in una sera calda e umida di una strana estate come questa, altalenante, irrequieto forse. Alle 20,40 di una sera di agosto, mentre mi perdo nei miei pensieri surreali, l’arrivo di Serena dal lavoro mi riporta alla realtà. La cena: in casa c’è ben poco, e ancor meno nel frigo. Andiamo a cena fuori? Bella novità mi dice lei… in effetti lo facciamo spessissimo.
Dove andiamo? Classica domanda da un miliardo di euro… in città (alcuni ristoranti a parte) non c’è più un solo posto dove poter bere un buon bicchiere insieme a qualcosa che non sia il classico affettato rinsecchito, insapore e pieno di glutammato da “discount estremo”.
Pensa e ripensa e la soluzione (rimedio meglio dire…) esce – andiamo in quel locale, proprio quello che è una via di mezzo tra un ristorante e un… non-so-bene-chè; tutto sommato è il meno peggio in zona, e il cameriere (un po’ matto) è un simpaticone.
Per fortuna troviamo posto…
Il cibo? Un antipastino passabile, una onesta pasta con cacio (forse locale) e un discreto filetto, forse solo cotto un attimo di troppo… Il vino… gli altri commensali sorseggiano anonimi calici, oppure sommariamente felici si fiondano su bottiglie scontate e modaiole, monotone come fotocopie e stereotipate come una fila di soldatini tutti uguali.
Ma, persa nel mare della della monotonia enologica, che disseta turisti e autoctoni di bocca “facile”, in carta spunta una piccola grande luce: il Cerasuolo di Vittoria COS, una sicurezza.
Sicilia Orientale, incanto barocco e assolati paesaggi da commissario Montalbano. Uve Frappato e Nero d’Avola, nella inconfondibile bottiglia tipica dell’azienda, un formato un po’ fuori del solito, ma funzionale.
COS fa’ viticoltura rigorosamente biodinamica e, per alcune tipologie, scomoda in cantina anche le anfore di terracotta (ricordate Pirandello con “la Giara”?) per fare vini sempre più intimamente legati al territorio, sfidando con “piccoli numeri” e grande qualità i gran nomi nazionali, ma lavorando sempre e comunque “al naturale”.
All’occhio è di un rosso rubino brillante. Al naso spande subito ciliegia e un fondo di amarena, ma anche erba tagliata e origano secco. In bocca, ha la giusta acidità che non lo fa azzuffare con tanti cibi all’apparenza dissonanti. Una volta aperto si evolve con la giusta calma, ma senza mai stravolgersi. E’ un vino ben riconoscibile ma sempre intrigante, persistente e emozionante quanto basta. Sarà forse anche per il buon equilibrio dei tannini, ma ogni sorso sfoggia una firma talmente chiara e leggibile, che è meglio di una carta di identità.
Grazie COS, hai salvato una serata!
Azienda Agricola COS – Uffici e Deposito: S.P. 3 Acate-Chiaramonte, Km. 14,500 97019 Vittoria (RG) tel. +39 (0) 932 876145 – fax. +39 (0) 932 875319 – http://www.cosvittoria.itRecapito Postale: Casella Postale Aperta c/o CPD Vittoria 97019 Vittoria (RG) – info@cosvittoria.it
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?