Pizza & pizzerie, tema attualissimo!
Più del calcio e del numero di peli della barba di Canavacciuolo, divide e alletta gli Italiani.
Sottile e crocchiosa o alta e soffice?
Napoletana, pala romana, all’Italiana, degustazione gourmet, al taglio oppure, semplicemente fatta male, magari surgelata?
C’è ancora da lavorare, perché se è vero che in questi anni il gusto degli italiani per la pizza è migliorato, le pizzerie “vere & buone” non sono poi così tante, nonostante un certo tipo di “comunicazione” blatera l’esatto contrario.
Ma al di là di questo, una cosa accomuna molte pizzerie (non tutte…), buone o cattive, del Nord e del sud, famose o meno.
Il gusto esagerato per il “Kitsch” estetico!
Un qualcosa che non tramonta mai, dal trash pittorico da pizzeria non si scappa!
Passi per le stampe Ikea qua e là, tutte uguali dall’equatore al polo nord, ormai obbligatorie anche nelle sale d’aspetto dei dentisti.
Sopporto pure per il culto della personalità che ha contagiato molti pizzaioli con inquietanti mega-gigantografie facciali alla moda “nordcoreana”, spesso impietose, causa fotografi, barbieri e dentisti improvvisati.
Passi anche il cappellino (specialmente per chi fa pizza al taglio), oppure la bandana stile Berlusca 2004 in Sardegna.
Però… il peggio del trash pittorico in pizzeria è alle pareti, con i temibilissimi “artisti locali” che donano i loro dipinti a tema “pizzesco”…
Così, visto l’andazzo, un po’ per gioco, un po’ seriamente, ho provato a stilare per i lettori di www.gastrodelirio.it un breve e incompleto elenco–descrizione di alcuni “dipinti” (alias croste) scelti tra i più inverosimili che ho adocchiato sulle pareti di tante pizzerie, ma anche dalle illustrazioni che rallegrano tanti contenitori per chi la pizza se la porta a casa.
Si accettano e sono benvenute segnalazioni e/o integrazioni, work in progress…
Il recordman di presenze su pareti e cartoni delle pizzerie Italiane è Pulcinella che di solito inforna pizze in riva al mare a Posillipo sotto il pino (una vita che non c’è più), e nientemeno in “trasferta” davanti al Duomo di Milano oppure in qualche non meglio precisato vicolo, con Arlecchino che da buon bergamasco forse preferisce la polenta taragna…
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Spopolano incastonate in cornici fastose anche le vedute del Vesuvio fumante ante 1944, quasi tutte con il vulcano scambiato di posto rispetto al vicino monte Somma.
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Tante anche le pseudo-Sofia Loren che in vario abbigliamento, manipolano pizze con aria triste, insieme a tanti pseudo-Vittorio De Sica-Maresciallo-Tuppe Tuppe Mariscià che se le mangiano.
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Ben piazzato in classifica è invece il Principe de Curtis, alias Totò, che abbigliato in fantasiosi modi, da solo o con altri noti attori serve & sforna pizze, oppure le mangia, sempre con in testa la regolamentare bombetta.
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Non ci resta che piangere… per i tanti, forse troppi dipinti (?) con Massimo Troisi che, senz’altro rigirandosi nella tomba, vestito da vice aiuto-valvassino addenta tranci di pizza dai colori incerti, quasi sempre fermo ad un passaggio a livello.
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Non pochi anche i pescatori di Mergellina (scritto proprio Mergellina beach!) che vestiti come Galeazzo Benti nel film nell’Imperatore di Capri, allegri tirano reti stracariche all’inverosimile di pesci… e talvolta di pizze (forse ai frutti mare?), con aggiunta di suonatori di mandolino per allietare il tutto.
- Tema molto diffuso tra le “croste da parete” da pizzeria è invece l’enigmatica (come sempre…) Gioconda, che stringe tra le mani una margherita.
- Ottimi, specialmente per l’uso disinvolto dei volti, e per l’incongruenza delle età, i tanti ritratti che mettono insieme in varie e improbabili pose Massimo Troisi e Totò…
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Non male come fulgido esempio di trash pittorico da pizzeria, è la statua della libertà, che al posto della fiaccola ha una pizza.
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Interessanti le variazioni sul tema ultima cena. Tralasciando quella ormai diffusissima con il “pantheon” delle celebrità partenopee (e aggregati), tempo addietro ho avvistato perfino una versione dove ogni apostolo mangia una pizza diversa…
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Tra i cartoni per portarsi a casa la pizza, invece spopola il nazionalismo. Profusione di tricolori & pizzaioli baffuti, ma il top s’è visto durante un mondiale di calcio, con un cartone dove i calciatori al posto del volto avevano pizze, così come l’arbitro e il pallone. Non so i guardalinee.
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Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?