…ovvero lo sport al servizio della tavola
Di Stefano Capone,
Credo che su una questione siamo tutti concordi.
Lo sport fa male alla salute dell’essere umano di formato medio.
Un dato di fatto incontrovertibile.
Un’evidenza che lascia poco spazio a repliche dinanzi alle centinaia e centinaia di tendini, muscoli, ossicini vari immolati alla causa dello sport dopolavoro e alla lotta senza quartiere contro le maniglie dell’amore.
Elementi della nostra struttura ossea e muscolare che invecchierebbero sicuramente in maniera più dignitosa sul divano che li ha visti crescere e arrivare con bello slancio alla maggiore età in tutta sicurezza.
Esiste quindi una schiera di sportivi, a cui mi pregio fieramente di appartenere, che praticano le più varie discipline in maniera inadeguata, tardiva, inopportuna e ovviamente dannosa per la propria e, a volte, l’altrui salute, ma con invidiabile perseveranza.
Sono in genere riconoscibili dall’incedere claudicante e da una conoscenza accademica del mondo degli antinfiammatori oltreché delle prodigiose proprietà taumaturgiche dell’arnica.
Borsone sempre pronto in auto e accumulo compulsivo delle monete da 20 centesimi per la doccia, durante la pratica lo sportivo tardivo sfoggia tutto il campionario da ipernegozio dello sport amatoriale.
Ma è l’e-commerce a creare i veri mostri.
E siamo pronti a scatenare l’inferno non appena il corriere ci consegna attrezzature e abbigliamento da professionisti del tutto fuori misura rispetto alle nostre capacità tecniche e possibilità fisiche.
Ma va bene così.
In tutto questo una cosa ci accomuna….
La passione smodata per la forchetta e la tavola.
Qualcuno potrebbe dirmi: “ tu non fai testo! Stai sempre a parlare di vino e di cucina…”
Io potrei anche non fare testo, ma il resto degli sportivi di ritorno sì.
Vita vissuta. Dalla racchetta alla forchetta
Da qualche anno sono tornato a praticare il tennis, insieme alla corsa, e dopo il calcetto lo sport più gettonato da chi, giunta l’età in cui non è consigliabile praticare il parkour, cerca un sano alibi alla cene post partita.
E così, cascasse il mondo quando c’è allenamento si deve andare.
Lo sport è una cosa seria. Ci vuole costanza.
Racchetta d’ordinanza, fasce su praticamente ogni articolazione accessibile e si va in campo.
Ad aspettarmi i compagni di epicondilite.
L’atmosfera è calda.
Il sole è una palla rovente esattamente puntata contro le pupille.
Il cappellino non può niente.
L’agonismo scalpita.
Il maestro a stento tiene a bada la nostra furia agonistica.
Ma il primo scambio già scopre le carte.
Diritto…. dalla racchetta alla forchetta
“Oh, ieri sera ho mangiato degli arrosticini fenomenali! Tanti! Pecora pura! ”
Rovescio….
“Veramente! E dove? Dobbiamo assolutamente andare…”
(N.b.: circa due minuti dall’entrata in campo è stata organizzata una cena.…)
Fortunatamente il maestro, inflessibile, ci richiama ai nostri doveri di sportivi.
Sacrificio e abnegazione.
“Basta! Concentratevi! Quando fate il rovescio andate incontro alla palla! Piedi ben piazzati a terra!.. comunque oggi a pranzo ho fatto uno spaghetto alle vongole che non avete idea! Giusto due pomodorini gialli, aglio, olio, prezzemolo. A quelle vongole mancava solo la parola.“
Voleé…
“ Allora! Facevi uno squillo! A questo punto andiamo a pesca e attrezziamo questa cena. Di secondo ci vedo bene un bel polipo sotto il coppo…Ok?”
Smash…
“Perfetto. Io porto il cortese. Quel vino fa paura. Quattro litri?”
Ovviamente il maestro è sempre il maestro e la sua incoercibile indole sportiva ci riporta con autorità al sudore e alla nobiltà del gesto atletico:
“E dai! Coprite la palla! Più top sugli incrociati. Palla in campo. Sull’attacco poi mi andate in back…. e comunque sempre pesce. Sì buono, però il coniglio ripieno dell’altra sera era qualcosa di commovente. Quei fegatini… E le patate… anche un po’ attaccate sotto… Mah, la butto lì. Quanto prima bisogna rifarlo…. oh guardate lì! Un fagiano!”
Bene.
Bell’allenamento. Tirato. Intenso.
D’altronde lo sport è questo.
Soddisfazione ma anche giusta fatica.
Infatti sollevo, non con poco sforzo dalla sedia dell’arbitro, una cassetta di pomodori appena raccolti donati da un compagno di racchetta, e mi avvio appagato verso la meritatissima doccia.
“Ehi ragà! Allora stasera puntuali! Si va di brodetto!”.
Stefano Capone
Mitico!!!!!!!
Tristemente, con sensi di colpa e con gloi occhi bassi, main questo articolo mi ci rivedo…
Ci siamo passati tutti, è fisiologico.
Poi, arriva il riflusso, e dopo un po il peso riprende a crescere.
Contriti e pentiti si torna a far “sport”, poi arriva il momento di inventare una scusa plausibile per far credere (in realtà già lo sanno) a chi ci è vicino per non fare più nulla e ingrassare beatamente da qui all’eternità, e la racchetta va in soffitta, oppure viene regalata…