Di Fabio Riccio,
Anch’io ho commesso un errore…
…non ho mai parlato qui su www.gastrodelirio.it dei vini di Angiolino Maule!
Si, proprio come il celeberrimo ispettore Rock…
E’ tempo di rimediare.
Visionario, irregolare, carbonaro… gli aggettivi adoperati per colui che è un monumento vivente dello sfumato e magmatico movimento del “vino naturale” in Italia si sprecano.
Così, per sopperire nei fatti alla “dimenticanza”, complice una bella cena con amici, qualche sera addietro abbiamo stappato una bottiglia di Sassaia 2016 come primo vino della serata.
Un vino ancora “ragazzino”, almeno per gli standard di quel che Angiolino Maule mette in bottiglia..
Sassaia 2016 – Garganega in purezza, almeno così recita l’etichetta.
Beh… per farla breve: se togliamo i due minuti due necessari a farlo rianimare, e non tiriamo in ballo la rituale tiritera sugli aromi primari (o varietali che dir si voglia), manfrina preferita di tanti e tanti (presunti…) “esperti di vini”, il Sassaia 2016 è un vino che ha saltato a piè pari i recettori sensoriali dei presenti in tavola, e per misteriose vie è volato dritto al cuore, facendosi voler bene già dal primo sorso.
Partiamo da questo, dal concetto di piacevolezza complessiva, la cosa più importante.
Il Sassaia 2016 è qualcosa di più di un vino.
La sensazione, una volta in calice, già dal bel colore è quella di avere davanti uno di quei sempre più rari succhi d’uva (ben) fermentati, minimalista ma per nulla “minimo”.
Dal naso al palato assaggiare il Sassaia 2016 è stato tutto un percorso sensoriale senza trucchi e senza belletti.
Lineare, emozionante, persistente al palato e “glou glou“ nello stesso tempo.
Il naso è semplice, candido, educato oserei dire, e non c’è alcuna voglia di stupire o sterili esibizionismi da eccesso floreale da tanto al chilo.
Già, nel Sassaia 2016 non c’è nessuna furbata olfattiva o peggio ancora modaiola, ma solo un invitante coacervo di profumi (sommessi) di frutta gialla, pesca e albicocca in primis, e poi dei richiami tostati che giocano a rimpiattino con mineralità e freschezza.
Il tutto, tradotto in sensazioni, e visto il lungo finale, è un esercizio di equilibrio sensoriale che ha dell’incredibile.
Ossimoricamente, il Sassaia 2016 sarebbe meglio definirlo un qualcosa in bilico tra un vino e una bevanda, e la macerazione sulle le bucce, pur se non esagerata, ne marchia a fuoco il carattere.
Il Sassaia 2016, come tutti gli altri vini di Angiolino Maule, ha un’altra caratteristica ben precisa: è riconoscibile e identitario fino al midollo.
Un vino che non potrebbe esser d’altri.
E’ quasi come leggere un classico della letteratura.
A volte bastano poche pagine, anche a copertina coperta, e già si riconosce chi è l’autore.
Lo stesso vale per i vini di Angiolino Maule, ne basta un sorso e sai già di chi è.
Già, basta assaggiarlo, magari (o… forse meglio) anche in maniera poco ortodossa, magari scolandosene un calice tutto di un fiato, per accorgersi da subito che per piacevolezza, carattere, bevibilità e salubrità si è di fronte ad un qualcosa di speciale.
Nel Sassaia 2016, almeno per chi ha la necessaria sensibilità per leggerlo tra le righe, c’è una piccola summa del pensiero e del sentire di Angiolino Maule.
Tante emozioni racchiuse in un calice.
Però, nel finale, quando l’acidità si fa meno marcata, le sensazioni si fanno più sommesse, confidenziali, quasi come la voce di un crooner a fine serata, ma per questo ancora più belle.
Piccoli attimi di bello racchiusi in un calice.
Come al solito, peccato a non averne un’altra bottiglia!
Inutile spiegare come si lavora in vigna e in cantina da Angiolino Maule: è proprio come piace a noi di Gastrodelirio, e come non piace a tanti altri, altrimenti non ne parlavamo.
Provatelo.
La Biancara
di Angiolino Maule
Località Monte Sorio, 8
36054 – Montebello Vicentino (VI)
Tel. 0444 444244
www.angiolinomaule.com
biancaravini@virgilio.it
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Bevuto qualche sera fa.
Leggiadro ma con prospettiva di crescita,peccato che la mia boccia aveva una riduzione insistente anche a fine serata 🙁