Di Fabio Riccio,
Siamo nell’epoca della cosiddetta “democrazia diretta”. Gastrocastronerie
L’epoca dove che tutti quelli che prima si limitavano a sproloquiare al bar, ora sproloquiano le loro castronerie e la loro mal repressa rabbia sul web, senza filtri ne’ preparazione, come ben ci ha fatto notare il compianto Umberto Eco.
Se è questa è la democrazia diretta, presunta panacea a tutti i mali di una nazione in disfacimento morale e materiale, allora stiamo freschi!
Stesso cupo destino per chi scrive di cibo.
Tralasciando la miriade di blog & blogghetti di casalinghe, impiegati etc etc, che un mattino si svegliano e decidono di scrivere di cibo, persone queste che hanno già avuto l’onore e l’onere di un articolo qui su gastrodelirio, vedi – https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/gastro-scribacchini/2015/02/, il web è letteralmente invaso da falangi di… boh, non so come definirli, che pontificano su ristoranti e affini.
Va bene l’articolo 21 della costituzione, ma non se ne può più.
Logicamente il “covo” prediletto di queste persone è il notissimo sito di recensioni di ristoranti (e altro…) online dalla grafica verdognola.
Oddio, non che tutti lassù scrivono solo fesserie e dichiarano ai quattro venti che la nouvelle cuisine è ancora viva.
No.
Qualche anima buona con un po’ di raziocinio e quantomeno una pallida idea di quel che scrive c’è anche da quelle parti ma, per chi come il sottoscritto è “del mestiere”, e lo è da più di venti anni, rimane sempre l’interrogativo di come è possibile che più scempiaggini (possibilmente brevi) si scrivono, e più si è letti, e cosa ancor peggiore, additati come “Opinion Leader”
Però, oltre le scempiaggini, nel sito dalla grafica verdognola, a ben leggere è in piena attività una vera e propria opera di demolizione della lingua Italiana, oltre che della logica.
Così, tanto per celiare, di queste scempiaggini mi sono divertito a raccoglierne qualcuna, io le chiamo gastrocastronerie, almeno queste lette en passant negli ultimi giorni…
Buon divertimento!
(Se non leggete bene, cliccate sulle singole immagini per ingrandirle)
Solo stipsi?
La Pizza tranquilla…
Ghiaccio bollente?
I famosi tre etti di pasta, ma con cravatta
Il ristoratore “bello”
Senza parole…
Pesce a mandorla????
Passato remoto
Falanghina “alla spina”?
Evviva la birra (e l’uso della zeta…)!
Punteggiatura…
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Il link è quello rosso, negli States è più usato del verde, leggendo le reviews, non avrei mai pensato che gli Americani conoscessero tutto sulla cucina italiana……….
Preferiscono il sito di reviews rosso o verde invece di fare reviews direttamente nella pagina facebook, probabilmente sono più anonimi.
Ho un piccolo ristorante in Colorado Springs con mia moglie, americana.
Sono marchigiano e cucino piatti della mia terra/mare e di altre regioni, loro (gli americani) pensano che il nostro cibo non sia italiano solo perchè non facciamo spaghetti con le polpette, Alfredo e si inc…..o quando gli dico che Alfredo è un nome da uomo in Italia.
Non conoscono la differenza tra la pasta fresca e quella secca (fresca fatta per estrusione con macchinari professionali italiani importati usando rimacinata italiana e farina domestica) e giudicano la qualità della farina quando negli States, notoriamente, tutte le farine fanno schifo.
Faccio la porchetta tradizionale marchigiana col finocchietto selvatico e mi scrivono che dovrebbe essere servita con aggiunta di salse nei panini tipo maionese, o marinara (no la pizza, ma la salsa di pomodoro, strano nome di chiamarla……) come la hanno mangiata a Philadelphia o Chicago etc etc.
Faccio la carbonara usando il guanciale che produciamo (guanciali, pancette tese affumicate e non, lonzini, coppa di testa, salame tipo Fabriano, Abruzzese, ciauscolo, cotechini sono tutti di nostra produzione) uova pecorino romano importato, no fatto in Wisconsin, e pepe a mulinello e mi scrivono “mai mangiata una carbonara così piatta, senza panna, cannella e piselli”………..
È una delusione come il nostro cibo, la nostra cucina, sia così sminuito/a da questo popolo che pretende di sapere ogni cosa di tradizioni altrui.
Ma la colpa è anche di noi Cuochi che veniamo qua per lavorare e ci adeguiamo ai loro gusti “twistando” le nostre ricette tradizionali adeguandole al loro palato di m….. per sopravvivere.
Ogni cosa tradizionale che propongo loro trovano una somiglianza (sounds like, looks like, tastes like) con qualcosa di americano e qui ho iniziato a rispondere, anche in malomodo, no, è questo/a e basta, no somiglianze con niente.
Stanco stanco stanco di tutti questi super esperti venuti dal nulla!!!!!!!