Di Fabio Riccio,
Qualcuno sobbalzerà sulla sedia.
Qualcuno strabuzzerà gli occhi.
Qualcuno penserà di aver sbagliato sito.
Qualcuno invece non ci farà caso…
Si, anche noi di gastrodelirio abbiamo deciso di pubblicare una classifica.
Una abiura?
Oibò… nel manifesto di gastrodelirio è chiaramente scritto che qui non si pubblicano classifiche.
Si, vero.
Però… per fine 2017 abbiamo deciso di fare uno strappo alla regola, così regaliamo ai nostri attenti lettori una specie di “classifica” dei migliori ristoranti, pizzerie, vini e prodotti da noi ri-go-ro-sa-men-te provati di persona, nel corso del 2017.
Sono solo tre per ogni categoria, e non c’è nessun primo o ultimo posto.
L’ordine è realmente casuale…
La classifica di www.gastrodelirio.it dei migliori nel 2017
Ristoranti.
Villa Maiella – Guardiagrele (CH)
L’elogio della più bella continuità tra le generazioni.
I Tinari, partendo dal capofamiglia Peppino, sempre in gran spolvero, sanno il fatto loro, l’Abruzzo, da quello antico a quello moderno c’è tutto.
Ogni dettaglio da gran ristorante è al suo posto, e non da ora.
Sapori belli, meditati, intelligenti.
Un pranzo e un bere da ricordare.
Sabir gourmanderie – Zafferana Etnea (CT)
La Sicilia, quella più bella, quella moderna a tavola.
Un gran bel mangiare e mano sensibile in ogni sfumatura, ma anche tutto (e tutti) al posto giusto.
Un ristorante con i fiocchi.
Lo chef Seby Sorbello, abile tessitore di bei sapori, è da tenere d’occhio.
La modernità dei sensi in (e di) cucina.
Giuseppe Iannotti lo chef, scalpita, giogioneggia e scompagina il tavolo a ogni portata, e prende appunti.
Non perde però il filo del viaggio sensoriale che regala a chi arriva al suo desco.
Un viaggio assolutamente da fare, qui, da seduti, da coccolati.
Difficile o quasi trovargli difetti.
Pizzerie.
Salvatore Gatta – Pizzeria Fandango Filiano (PZ).
La pizza (napoletana) nella sua essenza, anche lontano da Napoli.
Grandi, grandissime pizze, napoletane per stile, esecuzione, aspetto.
Lucane fino al midollo nell’anima e negli ingredienti, buonissime in ogni caso.
Poi, al Fandango, ci si sta proprio bene!
Franco Pepe – Pepe in grani Caiazzo (CE).
Il Maestro.
Cosa altro aggiungere, su Franco Pepe è stato già scritto tutto.
Rimane però nella memoria l’incredibile e complessa ricchezza sensoriale della pizza a libretto di apertura.
Fresca fresca, anzi tiepida, dalla sua regolamentare stufa.
E’ classe.
Luca Issa – Pizzeria il piccolo buco Roma
L’outsider della pizza capitolina
Un canottiere a Roma, mica un marziano.
Un altro di quelli che nella capitale sta rivoltando la pizza come un calzino. Scommessa vinta in pieno.
La giusta ancora di salvezza per chi nel centro di Roma vuole una più che ottima pizza dai grandi ingredienti, e che non ferisca le gengive.
Vini, “naturali”, of course…
Gold 2013 – Casa Wallace Cremolino (AL)
Un bianco, prezioso come pochi.
Emozioni in calice, un Sauvignon da manuale, anzi: da fiaba.
Pieno, ricco, forse irruento, ma vivaddio, così ben fatto riconcilia con l’enologia anche un astemio. “Naturale” fino al midollo, ma senza un difetto che sia uno…
Alla faccia di chi dice che i ”vini naturali” puzzano.
Primalaterra Aglianico 2013 – Salvatore Magnoni Rutino (SA)
L’Aglianico tout court.
Senza forse, uno dei migliori Aglianico in assoluto mai provati.
Emozionante.
Apre il cuore senza bussare, per me la cosa più importante.
Forse perfetto.
Basta questo per amarlo.
Montepulciano d’Abruzzo 2011 riserva – Praesidium Prezza (AQ)
Il legno, usato bene, anzi, perfettamente.
Probabilmente, uno dei migliori Montepulciano in circolazione.
Il migliore da me provato nel 2017.
Uno dei vini che mi riconcilia con il legno, qui usato con eleganza e maestria.
Da ricordare, e possibilmente riprovare.
Prodotti.
Intensa, crema spalmabile di cioccolato crudo – Grezzo Raw chocolate Roma
La goduria che non ti aspetti…
Il bello del dolce concentrato in un vasetto.
Attimi di godimento, puro, sempre troppo brevi.
Una crema da avere a secchi, non barattoli, per spalmarla a go-go su una intera pagnotta da un Kg.
A fette però.
I fichi secchi di Emilio Rizzo – Torchiara (SA)
Non solo fichi secchi, ma delizie da sgranocchiare…
D’accordo, in un certo immaginario collettivo i fichi secchi (Cilentani naturalmente) vogliono dire natale.
Quelli di Emilio Rizzo, artigianali a prova di scettico, hanno davvero una marcia in più, e non solo gustativamente.
Provare per credere.
Prosciuttificio la Glacere – San Daniele del Friuli (UD)
Il grasso del prosciutto, quello bello & buono.
Siamo in tempi di prosciutti anoressici e di grassicidi da salutismo da tanto al chilo.
Per fortuna c’è ancora chi fa le cose per bene, attimi di suadente felicità al palato.
Un prosciutto che commuove per ogni suo particolare.
In bocca, una fetta è perfezione, pura felicità, purtroppo sempre troppo breve.
Un goloso 2018 a tutti i lettori di gastrodelirio!
La classifica di www.gastrodelirio.it dei migliori nel 2017
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Altolà!
Dove è finito Sciambagn di Lammidia che berrò domani sera?