Di Fabio Riccio,
Onnìvoro – (meno comune – omnìvoro)
Aggettivo. [dal latino omnivŏrus, comp. di omni– «onni-» e –vorus «-voro»]. – Propr., che mangia ogni cosa, che si nutre di qualsiasi cibo.
In biologia, di animale che (a differenza del carnivoro e dell’erbivoro) si nutre di alimenti di origine sia animale sia vegetale; anche come sost.: il topo è un o.; le abitudini alimentari degli onnivori.
Talvolta in senso fig.: un lettore o., che legge di tutto, senza esigenze di sistematicità o specializzazione.
Così recita l’enciclopedia Treccani…
Gli esseri umani in generale sono onnivori.
I vari “ani” “ini” “ismi” etc etc, se non dovuti a reali e conclamate intolleranze e/o allergie, per le quali ho il massimo rispetto, o come più spesso accade per fanta-intolleranze, per le quali non ho il minimo rispetto, sono solo scelte etiche, o più spesso, SOLO scelte “modaiole” per avere un pensiero “forte” (filosoficamente parlando) al quale aggrapparsi, stop.
Partiamo da questo. l’Onnivoro l’uomo che ha mangiato tutto
Ed ecco a voi… l’Onnivoro l’uomo che ha mangiato tutto, un gradevole libro di Jeffrey Steingarten, considerato uno dei più grandi food writer viventi, o critico gastronomico che dir si voglia.
Un libro che non deve mancare nella piccola biblioteca di ogni gastrodelirante che si rispetti.
Statunitense, classe 1942, ex avvocato convertito al giornalismo enogastronomico, critico gastronomico di Vogue dal 1989, Steingarten è probabilmente l’uomo che ha assaggiato più cose al mondo più, beato lui!
Immergersi nella lettura di questo libro, inspiegabilmente pubblicato in Italia solo (e neanche completamente) dopo venti e più anni dalla sua uscita, è un bel modo per avvicinarsi alla figura dell’onnivoro assoluto.
Steingarten dipana tutto il filo del suo narrare da una semplice e solo apparentemente scontata osservazione: il vero onnivoro non è solo chi mangia tutto, ma è chi abdica e mette in soffitta le proprie ripugnanze verso certi cibi.
Però… non è faccenda da poco abbattere queste ripugnanze, più che altro culturali, che ci separano da certi tipi di cibi che, secondo la nostra cultura “occidentale”, non piacciono di “default”. l’Onnivoro l’uomo che ha mangiato tutto.
Cibarsi, o quantomeno assaggiare cibi come gli insetti, cosa comunissima in tante tavole del pianeta, o gustare preparazioni particolarissime, per esempio le uova centenarie o i piacevoli bocconcini di “certi” animali (come ad esempio i serpenti) che troviamo repellenti al solo vederli o immaginarli, secondo Steingarten è un passo indispensabile per potersi definire onnivori.
Relativismo gastro-culturale dell’onnivoro?
Forse… l’Onnivoro l’uomo che ha mangiato tutto
In ogni caso un libro godibilissimo, a tratti spassoso, dove relativismi a parte, il protagonista assoluto è il grande e acuto viaggio nelle cucine di tutto il mondo.
Steingarten, come Food Writer ha però una particolarità.
Se scopre cibi o un prodotti che stuzzicano il suo palato e la sua curiosità, prima di scriverne, cerca di informarsi minuziosamente sull’argomento divorando libri su libri, confrontando fonti, e chiedendo lumi a medici e nutrizionisti, ma anche contattando personalmente chiunque può dargli chiarimenti, per poi per finire per onorare sempre e comunque la pratica dell’assaggio in prima persona, necessario per separare i fatti dalle leggende, o peggio ancora, dalle “bufale” che nel campo della cucina abbondano.
Se non assaggio, non scrivo… potrebbe essere il suo motto.
Eh… si, Steingarten (beato lui!) non è uno che vive di teoria, e visto che a quanto pare non ha problemi di budget, non ha remore anche per saltare sul primo aereo che capita per assaggiare in versione originale tutto quel che stuzzica la sua curiosità.
Dalla Francia all’India, passando per Italia (Piemonte, Toscana Sicilia), Giappone e altre nazioni, Steingarten è sempre alla disperata ricerca dei sapori assoluti, perfetti. l’Onnivoro l’uomo che ha mangiato tutto
Sapori, che una volta rientrato nella sua New York, forse applicando il metodo Stanislavskij alla cucina, tenta di riprodurre nella… sua cucina di casa, a volte riuscendoci, a volte avvicinandocisi molto, come quando incaponendosi nel voler preparare le migliori patate fritte del mondo, si procura ben 4 friggitrici e mezzo quintale di patate di diverse varietà.
Non contento, per riuscire nella sua agognata ricerca della “patatina fritta perfetta”, Steingarten rischierà la separazione dalla moglie, e arriverà fino al punto di (quasi) contrabbandare dall’Austria tre chili di grasso equino per frittura, cosa quasi proibita negli States. l’Onnivoro l’uomo che ha mangiato tutto.
Si: Steingarten non lo ferma nessuno… è capace in quattro e quattr’otto di volare a Kobe per assaggiare il prelibato manzo, si imbarca per un’isola in Tunisia (Tabarka) per rubare alle cuoche locali i segreti del couscous, per poi completare il “tour” passeggiando su e giù per Parigi per cercare di capire i motivi della montante mania della “bistromania“. l’Onnivoro l’uomo che ha mangiato tutto.
Anche l’Italia non sfugge alle sue attenzioni… nella penisola Steingarten gironzola per le Langhe in cerca di trattorie & tagliolini, lo si vede in Toscana ad assaggiar Pici, e come tocco finale si arrampica sull’Etna per vedere (e assaggiare) la neve alle pendici del vulcano, nel tentativo di ricostruire il gusto e i segreti dei sorbetti di millenni addietro.
Non ultimo, in una sorta di super–immedesimazione, Steingarten arriva anche a fare esperimenti anche su se stesso, per cercare di capire in prima persona come funziona e come si modifica il corpo umano quando volontariamente si riduce al minimo la quantità di nutrienti, magari mettendosi a dieta…
Con un approccio come questo, un efficacissimo sincretismo tra il senso pratico americano e una curiosità intellettuale tutta europea, è davvero impossibile non essere o quantomeno non diventare onnivori…
Non voglio svelare tutti i particolari di questo libro, che logicamente (se ne parlo qui…) vi invito caldamente a leggere, ma voglio anche s-consigliarlo a tutti quegli eno-gastro-fighetti che si arrogano il (diritto?) di scrivere di cibo nonostante il loro non essere onnivori.
Di recente, ho incrociato più d’una persona che non mangia pesce (scrive solo di carne?) e scrive di gastronomia, bah… l’Onnivoro l’uomo che ha mangiato tutto
Peggio ancora, anche questi in buona compagnia, sono quelli che pubblicamente e senza remore ho visto scartare il grasso dal prosciutto (fisima abbastanza diffusa questa), per poi pretendere di scrivere di cibo, alla faccia di essere onnivori e coerenti…
Si: un po’ come i Sommelier astemi…
L’onnivoro: L’uomo che ha mangiato tutto
Di Jeffrey Steingarten
EDT edizioni Torino
424 pagine l’Onnivoro l’uomo che ha mangiato tutto
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Bellissimo libro, una lettura da consigliare a tutti!
Questa cosa dello scartare il grasso del prosciutto incuriosisce anche me.
L’ho visto fare un sacco di volte e il motivo che mi è stato presentato, alla fine, è sempre il voler evitare il colesterolo alto (motivo salutistico).
Mah…
Tu come la vedi?
Dunque, scartare il grasso del prosciutto è solo & semplicemente una “fisima” molto diffusa e, cosa ancor più triste, è una fisima diffusa anche tra alcuni che scrivono di cibo.
Poi, questa “fisima” tanti la dissimulano con la scusa del salutismo, solo per non ammettere che il grasso gli fa senso…
In ogni caso il grasso di un buon prosciutto non è affatto dannoso, e ci sono fior di documentati articoli a riguardo…
Vedi http://blog.prosciutto.it/it/2012/01/09/i-grassi-nel-prosciutto-crudo/
Vedi – http://www.repubblica.it/native/speciale/2015/11/26/news/nuove_diete_la_rivincita_del_grasso_del_prosciutto-128149343/
In passato, qui su gastrodelirio, ci è anche arrivato un commento su un articolo che avevo scritto proprio sul grasso del prosciutto (https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/grasso-del-prosciutto/2015/01/) – chi ha scritto il commento la metteva sul piano economico… cioè asseriva che il togliere il grasso dal prosciutto era cosa giusta perchè visto che a lui non piaceva, non era giusto pagarlo allo stesso prezzo del prosciutto, o meglio non pagarlo affatto…
Ridicolo!