Di Serena Manzoni,
Era una notte buia e tempestosa.
Snoopy inizierebbe sicuramente in questo modo questo scritto ed io con lui.
Stavamo dicendo: era una notte buia e tempestosa e invece di stare tranquilla a casa a leggere un libro o a fare cruciverba, mi ritrovo a gironzolare per lo stivale con la solita scusa di mangiare, per la precisione per mangiare una pizza.
Non posso farne a meno, sono davvero ghiotta di pizza e non c’è allerta meteo che possa fermarmi, figuriamoci se è per provare quella di Franco Pepe nella sua pizzeria Pepe in grani a Caiazzo, Campania naturalmente.
In realtà non immaginavo che la perturbazione fosse così birichina e che scatenasse un vero e proprio pandemonio sopra il Volturno: per fortuna, oltre ad aver fatto la prenotazione d’obbligo per la cena, avevo già deciso di pernottare in una delle stanze di Pepe in grani, belle e vicine nello stile ai colori e all’atmosfera di Caiazzo, paese di pietra e di scale, di messe serali e di gatti per strada.
Gli elementi non potranno rovinarmi questo momento quindi: basta aspettare che passi la prima bomba d’acqua per raggiungere la curatissima sede della pizzeria e a quel punto, succeda quel che succeda, nessuna perturbazione potrà rovinarmi la festa!
La prenotazione è d’obbligo perché la pizzeria è davvero e giustamente gettonata, potete rischiare di attendere a lungo per la vostra cena da uno dei pizzaioli ritenuto tra i migliori, in Italia e nel mondo. Di recente Franco Pepe è stato anche nominato miglior pizzaiolo in assoluto dalla guida online delle pizzerie italiane di 50Top Pizza.
Prima di raggiungere Caiazzo però, prendetevi un po’ di tempo e visitate la Reggia di Caserta, o, come ho fatto io, il Complesso Monumentale di San Leucio, sempre a Caserta.
Il Belvedere guarda alla Reggia, all’interno del complesso potrete visitare il palazzo e proprio accanto la seteria, oggi Museo della seta, con i telai restaurati e gli altri strumenti per la realizzazione di splendidi e famosi tessuti.
Scoprirete un interessante esperimento industriale e sociale: gli operai vivevano nella colonia in condizioni diverse da quelle dei loro contemporanei, con diritto all’istruzione, decorose villette a schiera dove abitare, delle vere e proprie divise. I giardini del palazzo servivano alla produzione di generi alimentari per gli abitanti del borgo: non è stato possibile visitarli perché la perturbazione ha fatto capolino, il cielo si è fatto scuro e il vento si è fatto cattivo, meglio scappare verso Caiazzo, che non è lontano…
La prima cosa che noterete a Pepe in grani è lo staff: giovane, efficiente, numeroso e preparato.
Entrare a Pepe in grani, nell’orario che non è ancora quello della cena per il check in in stanza, mi ha dato l’impressione di salire su una nave, dove i marinai sono intenti nel loro compito, dove si sta preparando qualcosa, dove l’attività è in fermento e queste cose le stanno facendo per voi.
Non ancora in uniforme, ci si prepara. La struttura stessa rappresenta qualcosa che racchiude qualcosa di speciale e diversa, integrata nel paesaggio ma di una rinnovata trasparenza, pietra e vetro, molto bianco, il grigio.
Tra i tetti di Caiazzo ho visto piccoli spazi verdi, giardini tra le mura delle case, in uno un unico melograno appeso al suo albero spoglio; anche Pepe in grani ha il suo giardino d’inverno, con piante aromatiche, una delle sale in cui potrete godere la vostra, o meglio, le vostre pizze.
Pizze al plurale; cercate di non essere soli quando andrete a Pepe in grani e non perché mangiare da soli sia un’esperienza disdicevole, ma perché vi sarà possibile degustare più pizze! Una alla volta, con il giusto tempo, forse un po’ troppo frettoloso tra la pizza alle cipolle di Alife e tonno alletterato, e la pizza conciata, ma la si perdona, considerando l’impeccabilità che ha caratterizzato la cena in ogni sua componente.
L’inizio è stato magistrale e indimenticabile: pizza a libretto che oserei definire perfetta. il primo assaggio non lo posso scordare: un abbraccio elastico e sicuro nella mia bocca stupita. La dolcezza acida del pomodoro che fa l’amore con una pasta consenziente, le papille si fanno grandi ed accoglienti, la masticazione inizia soltanto dopo un attimo di puro piacere e termina, soddisfatta, con una carezza pacificatrice di pasta.
Ha qualcosa di atavico la pizza a libretto di Franco Pepe, ha le fattezze dell’archetipo, vi trascina ai primordi dell’impasto, a una semplicità malinconica e fragile.
Pepe in grani è un laboratorio, studio e ricerca dell’impasto perfetto, a partire dal mestiere di famiglia, quello del panificatore, fino ad arrivare allo sposalizio felice tra alta cucina e pizza.
Non soltanto gli ingredienti delle farciture seguono attenti la qualità e il territorio, ma vi è un’attenzione curiosa e premurosa alle loro combinazioni e cotture, affinché tra le parti si crei quell’equilibrio che dà gioia ai sensi e li gratifichi, dove ogni elemento è partecipe dell’armonia finale, con i giusti stimoli, nelle giuste dosi.
E poi si va a ballare con la pizza conciata, ovvero la personale versione della Mastunicola, dove la morbidezza della sugna di maiale nero casertano è stuzzicata dal pizzicore del pepe, ammorbidita dalla dolcezza schietta del prezioso fico bianco cilentano, in confettura e fresco.
La pizzeria ormai è piena, lo staff di sala è solerte e attento, indaffarato e allo stesso tempo accudente.
Credo sia difficile conciliare l’aspetto popolare della pizza con la sua controparte gourmet: mi capita di desiderare di approcciarmi ad una cena a base di pizza come se fossi in un ristorante stellato, ma la pizza reclama il suo status popolare e mi sfida, ricordandomi ogni volta che parte della sua bellezza sta anche nel suo essere un cibo da gustare senza troppi fronzoli, anche se a pieno titolo la possiamo ormai annoverare al rango di alta cucina.
Non posso fare a meno di notare che in buona parte dei tavoli si beve una nota bevanda dolciastra a stelle e strisce: questo aspetto della pizza un po’ mi piace e un po’ mi indispettisce.
Termino la mia cena con un impeccabile babà.
E’ giunta l’ora di raggiungere la camera. Si sentono i rumori della cucina: sbattere, tagliare, infornare… inizia la pioggia, prima piano.
Le persone ancora in fila all’ingresso vociano e si riparano, il vento ricomincia la sua giostra. La notte sarà buia e tempestosa, la digestione sarà perfetta, nonostante lo scatenarsi degli elementi.
Al mattino, l’unico melograno sull’albero spoglio di un giardino sui tetti, sarà ancora lì, come il primo boccone della pizza a libretto, di Franco Pepe, a Pepe in grani, Caiazzo, Italia.
Pepe in grani
Vico S. Giovanni Battista, 3
81013 – Caiazzo (CE) Italia
Chiuso il lunedì
Tel. 0823 862718
Tel. 0823 1764940
http://www.pepeingrani.it
info@pepeingrani.it
Serena Manzoni