Di Fabio Riccio
sì, anche un vino può essere ruffiano, emozionando senza troppo clamore, e magari strizzando sornione l’occhio da dietro i vetri di un enofrigo.
Prendete la Vitovska, vitigno autoctono del Carso a cavallo tra Italia e Slovenia.
Vitigno antico, rustico e temprato da un clima difficile che va dalla Bora dei gelidi inverni, alla calura riarsa dell’estate.
Da questo vitigno “temprato”, si ricava un vino elegante e tentatore, che quando non mistificato in cantina con mille orpelli & enoporcate non sue, appena aperto al naso invade i sensi con di tutto un pò, e anche di più..
Agrumi, paglia, miele, note di caramello caramellata e poi pietra marittima da bagnasciuga.
Dopo, tanta mandorla, che poi si evolve seducente e sorprendente in frutta gialla e cotta.
In Bocca è sciolto e avvolgente, ma chiude con lunghe note sapide e rinfrescanti.
Pura emozione….
Ma proprio per questo è anche un vino ruffiano, specialmente da giovane, perchè la sua decisa mineralità “pietrosa” ne fa un buon compagno per quel che viene dal mare, mentre da “adulto” la (sua) complessità della “maturità” combatte senza timore ad armi pari con molti sapori “tosti”.
Così, rozza ed elegante allo stesso tempo, la Vitovska di Zidarich la sua indubbia freschezza e la sua sapidità se la gioca tutta sui dei tannini appena accennati, e su dei riverberi che ricordano quasi l’hummus.
Centellinata insieme a un bel piatto di salumi, la Vitovska Zidarich 2006 mi ha ancora più sorpreso annullando (quasi) un pur emozionante San Daniele d’annata, però la sua apoteosi l’ha trovata al fianco di una Ventricina vastese, logicamente stagionata a puntino. Un vino ruffiano
Accoppiata all’apparenza improbabile, ma sorprendentemente appagante al palato…
Un vino ruffiano
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?