Di Fabio Riccio,
Coloratissima locandina affissa in una vetrina di periferia.
“Domenica a Roccacannuccia di sotto” esibizione del campione interplanetario di pizza acrobatica Tal dei Tali e della sua eccezionale squadra!”
Al centro della locandina c’è un simpatico baffone vestito (più o meno…) da pizzaiolo, dietro di lui una squadra di ragazzotti che gli fanno ala roteando per aria dei dischi di pasta dalle dimensioni inusitate…
Mah…
Premetto che solo una volta, e questo un bel po’ di anni addietro, ho assistito a una di queste “esibizioni” e, perizia acrobatica a parte, la cosa non mi ha detto molto.
Il tutto mi è apparso di una incredibile assurdità, anche perché dopo l’esibizione, di pizze non se ne sono mangiate.
Tutto lo scopo della faccenda era solo quello far vedere questi (bravi) giocolieri all’opera, mica mangiare pizze!
Giocolieri, appunto, credo sia l’unico termine adatto.
Premetto che ho un grande, anzi un grandissimo rispetto per tutte le arti circensi.
Il Circo, come idea, e come luogo dei sentimenti mi ammalia.
I giocolieri di varia scuola circense mi incantano, li trovo bravissimi, avessi io soltanto una minima percentuale della loro bravura sarei contentissimo!
Però, ‘sti pizzaioli acrobatici non mi riesce di considerarli pizzaioli, mi sembrano sono solo giocolieri o ballerini. Stop.
Nessuno si offenda, ma al sottoscritto tutte le gare e le esibizioni di pizza acrobatica & free style che da anni imperversano non piacciono. Punto.
Preferisco il circo.
Abilissimi, e in certi casi anche pizzaioli veri, i pizzaioli acrobatici sono capaci di mille e incredibili acrobazie con i dischi di pasta per pizza…
Ok, bene, bravi, bis – però parliamo di puro e semplice spettacolo.
Non dimentichiamo che quando si usa la parola “pizza”, ci si dovrebbe riferire solo ad una cosa VERA che pur nelle sue mille e più sfaccettature e scuole di pensiero, ha un solo e unico destino: quello di essere mangiata, possibilmente con gusto.
La pizza (vera), almeno intesa come cibo con i pizzaioli acrobatici non c’azzecca per niente, non credete?
Come sempre siamo di fronte l‘ennesima gastro-stortura ben lontana dal mondo del gusto e… come al solito mi chiedo: ma a che diavolo serve? Anzi, a chi giova? pizza acrobatica
Possibile che in Italia (non solo…) tutto, ma proprio finisce per essere tritato, travisato & trasfigurato (anche lessicalmente) in forme sterilmente spettacolarizzate che con l’idea originale hanno ben poco a spartire?
Non è così?
Allora, trovatemi voi un nesso logico tra un disco di pasta roteato per aria, e una buona Margherita o una quattro stagioni.
Allora, e visto che siamo arrivati fino a questo punto, perchè qualcuno non si inventa una bella esibizione di minestroni acrobatici, o una danza free style con polenta & paiolo?
Oltre tutto questo, come è possibile che ci sia anche una fascia di pubblico che a bocca aperta applaude e apprezza queste cose, e osa (anche) definire questi signori pizzaioli? pizza acrobatica
Fossi un (vero) pizzaiolo mi offenderei, diciamocela tutta.
Tra l’altro, in queste esibizioni spesso sul palco o altrove non c’è neanche un forno, sia mai che a qualcuno gli viene in mente di cuocere & mangiare una di ‘ste pizze…
Il peggio del peggio però l’ho sperò scoperto nei meandri del web alla ricerca di più informazioni su tutta la faccenda.
In circolazione c’è ben più di un food blogger di quelli che esaltano la cosidetta “democrazia diretta” (e non solo…) che perentoriamente afferma che lanciare acrobaticamente pizze per aria è indice di grande professionalità da parte del pizzaiolo.
Ma siamo tutti impazziti?
Tralasciando i motivi igienici (e il buon senso) che sconsigliano per l’alimentazione umana un disco di pasta che ha svolazzato su un palco per un quarto d’ora almeno, per per quanto ne so io, una buona pizza deve essere necessariamente essere stesa a mano, senza mezzucci da avanspettacolo o macchine pressatrici (altro obbrobrio per fortuna meno diffuso che in passato), e senza inutili acrobazie per aria o sul bancone. Fine.
E… questi, si fanno anche chiamare pizzaioli?
Cui Prodest?
pizza acrobatica
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?